“L’erba della regina”, esce il nuovo libro di Paolo Mazzarello
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Desirèe Anfosso - d.anfosso@ilnovese.info  
5 Ottobre 2013
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“L’erba della regina”, esce il nuovo libro di Paolo Mazzarello

L’autore, cresciuto a Mornese, ha lavorato all’ospedale di Novi Ligure per molti anni e attualmente insegna storia della medicina all’università di Pavia. Dal 2005 scrive romanzi, la sua grande passione è quella per la storia della medicina legata alle vicende umane

L?autore, cresciuto a Mornese, ha lavorato all?ospedale di Novi Ligure per molti anni e attualmente insegna storia della medicina all?università di Pavia. Dal 2005 scrive romanzi, la sua grande passione è quella per la storia della medicina legata alle vicende umane

NOVI LIGURE – Una malattia devastante, un’erba misteriosa, un guaritore bulgaro e la regina d’Italia, sono i quattro protagonisti del romanzo “L’erba della regina, Storia di un decotto miracoloso” (Bollati Boringhieri) che Paolo Mazzarello [nella foto] ha scritto con grande passione e curiosità.

L’autore, cresciuto a Mornese, ha lavorato all’ospedale di Novi Ligure per molti anni e attualmente insegna storia della medicina all’università di Pavia, è presidente del sistema museale di ateneo e direttore del museo per la storia dell’università, dal 2005 scrive romanzi, la sua grande passione è quella per la storia della medicina legata alle vicende umane.

Una misteriosa cura bulgara somministrata ai pazienti affetti da encefalite letargica all’ospedale di Pavia, proprio da qui nasce la curiosità di Paolo per l’argomento che lo porta poi a cimentarsi in ricerche impegnate fino ad arrivare al romanzo finito. I viaggi in Bulgaria e Montenegro, gli archivi, i documenti del Cinquecento e di inizio Novecento, quelli in cirillico, è così che si snoda la ricerca avventurosa del docente che svela i segreti di una cura miracolosa. L’atropa belladonna è un’erba dalle moltissime proprietà: rende la pelle liscia, gli occhi lucenti, ma serba anche un veleno che può essere mortale, è la pianta della vita e della morte.

Tutto ha inizio in Bulgaria, all’epoca della fine della prima guerra mondiale, quando un medico, Ivan Raev, scopre che l’encefalite letargica, malattia già descritta in “Risvegli” di Oliver Sacks, che allora colpiva gran parte della popolazione, ha caratteristiche simili alla malattia del sonno degli animali, i sintomi sono svariati dalle convulsioni, al sonno perenne alle paralisi alternate, Raev s’imbatte in una donna malata e nota che facendole bere un infuso di belladonna migliora lo stato di salute, non ha più i sintomi, chiaramente la paziente ha bisogno di eliminare il veleno che questa erba rilascia e il medico trova rimedi anche per questo.

La cura approda ben presto in Italia grazie alla regina, moglie di Vittorio Emanuele III, Jelena di Montenegro, detta Elena, una donna molto ben istruita, amante della natura, della vita all’aria aperta e della medicina che viene incuriosita dalla guarigione di un colonnello italiano colpito da encefalite letargica in Bulgaria e curato da Raev, quando Elena ne viene a conoscenza se ne interessa e contatta il medico, iniziando quindi a ricevere decotti dal dottore bulgaro che li produceva ormai su larga scala;

la cura, approvata dal grande neurologo italiano Giuseppe Panegrossi, inizia a essere somministrata con risultati sorprendenti ed eccezionali, inoltre Elena voleva che il trattamento fosse somministrato anche alle persone che soffrivano per i postumi della malattia, così fu e nel 1934 una sezione del Policlinico divenne il primo Istituto Regina Elena per lo studio e la cura dell’encefalite, infine la cura arrivò fino alla Germania nazista.  Una trama del tutto originale, commuovente, magica, scientifica e colorata da personalità e vicende molto curiose, che sono state importanti per la nostra nazione e non solo.

 

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