La “bonifica” del rendiconto 2011, “primo passo del risanamento”
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16 Settembre 2013
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La “bonifica” del rendiconto 2011, “primo passo del risanamento”

Il ragioniere capo Antonello Zaccone spiega come l'ex sindaco Fabbio e la sua giunta hanno provato a chiudere i conti del 2011, bocciati dalla Corte dei Conti. Ferraris ottimista, “risaneremo i conti, questo è il primo passo” e chiede il voto dei 5 Stelle

Il ragioniere capo Antonello Zaccone spiega come l'ex sindaco Fabbio e la sua giunta hanno provato a chiudere i conti del 2011, bocciati dalla Corte dei Conti. Ferraris ottimista, ?risaneremo i conti, questo è il primo passo? e chiede il voto dei 5 Stelle

ALESSADNRIA – Il paradosso sta già nei termini: a tre quarti dell’anno 2013 il consiglio comunale di Alessandria sarà chiamato a votare un rendiconto relativo al 2011. Il ragioniere capo Antonello Zaccone, in sede di commissione bilancio, primo passo per l’esame del documento contabile, parla di “un bilancio consuntivo con caratteristiche di straordinarietà, anzi di eccezionalità”.
Ricostruire pezzo per pezzo, documento per documento, come fu redatto quel bilancio, smontarlo e rimontarlo, “è stato il lavoro in cui sono stati impegnati gli uffici finanziari comunali”. Il risultato è, come già anticipato, un rendiconto il cui buco è lievitato da 19 milioni di euro a 46 milioni.
I meccanismi contabili adottati dalla giunta di Piercarlo Fabbio sono stati illustrati da Zaccone. “Molta parte del disavanzo derivava dalla non riconciliazione dei debiti e crediti con le partecipate, stiamo parlando di almeno 13 milioni di euro. Non a caso la nuova legge impedisce di finanziare partecipate che registrano perdite per tre anni consecutivi”. C’è stato poi il “pasticcio” della cartolarizzazioni, l’anticipo dei crediti “in cui il debitore ceduto, ossia il Comune, non era solo cliente delle partecipate, ma anche socio delle stesse (il caso Amiu)”. 
Dettagli più o meno tecnici che rispondono ad un obiettivo “quello di chiudere in fretta” e in modo accettabile il documento, attraverso “la gestione dei residui attivi, la gonfiatura delle partite di entrata” e, infine, “la ricognizione dei debiti fuori bilancio dove erano stati inseriti cinque categorie di debiti che, secondo la legge, non potevano essere inseriti”. 
Dal Conto Economico, i proventi della gestione 2011 sono poco più di 91 milioni di euro; i costi 119 milioni, alla differenza vanno aggiunti i proventi e oneri da aziende speciali e partecipate per – 5.298.733 che porta ad un risultato negativo della gestione operativa di oltre 33 milioni di euro. 
Il conto del patrimonio vede, per la parte attiva, immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie per 422 milioni di euro. I crediti ammontano a 115.121.598, contro 312.530.760 di debiti. Dalla delibera di giunta in discussione da parte della commissione e che sarà sottoposta al consiglio comunale, si legge come “il disavanzo di amminsitrazione deriva per 20.018.493 euro dalla gestione di competenza, per 26.869.013 dalla gestione dei residui attivi, prevenienti dalla cancellazione dei residui attivi per 18.635.833, dalla cancellazione dei residui passivi per 1.862.181 euro, nonchè dal disavanzo di amministrazione 2010 pari a 10 milioni di euro”.

Cosa accadrà dopo l’approvazione del consuntivo 2011 lo spiega l’assessore Matteo Ferraris, sempre il commissione: “parte da qui il risanamento del conti, completando un percorso contabile che era stato interrotto dalla passata amministrazione. Il rendiconto ci dà un quadro chiaro al 31 dicembre 2011 ed è la situazione che consegniamo all’organismo straordinario di liquidazione. Siamo consapevoli del fatto che andremo ad approvare un documento di cui non siamo stati neppure osservatori, prendendo in carico situazioni pregresse”. Subito dopo il rendiconto 2011, “andremo a proporre, entro il 15 ottobre, il bilancio riequilibrato 2012 e, separatamente il bilancio 2013 con il relativo pluriennale 2013-215. Il nostro unico programma è quello del risanamento. Per fare questo, abbiamo chiesto un percorso di accompagnamento allo stato centrale”.
La legge sul dissesto, dice Ferraris, prevede che il risanamento duri 5 anni. Per tutti il periodo i cittadini si troveranno le tariffe al massimo. Sarà impossibile portare avanti progetti ma, domani, forse, si potranno tornare a fare”.
Ferraris chiede un’apertura di credito ai consiglieri del Movimento 5 Stelle (foto a sinistra), che però anticipano già la risposta, tornado sul tema che in questi giorni ha infiammato il dibattito politico: “siamo sicuri che ci fosse l’obbligatorietà di dichiarare il dissesto?”, chiede il consigliere Domenico Di Filippo. “Non si poteva opporre resistenza alla pronuncia della Corte dei Conti davanti al Tar e al Consiglio di Stato? Noi riteniamo che la dichiarazione di dissesto sia stata fatta con leggerezza. Con la determina del giugno del 2012 questa amministrazione parlava di crediti di dubbia esigibilità. Non potevano i dirigenti attivarsi per riscuotere quelle somme? C’è stata trascuratezza nella gestione da parte delle partecipate? Noi crediamo ci siano stati degli errori e votare il consuntivo 2011 significherebbe avallare questi errori. Noi non ce la sentiamo di dare fiducia, anche perchè non vediamo, al di là dei numeri un piano di risanamento”. La discussione e il voto nel corso della prossima commissione bilancio.

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