“Grazie Valeria!” Alessandria festeggia la sua campionessa
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“Grazie Valeria!” Alessandria festeggia la sua campionessa

Il 20 settembre al Campo Scuola Alessandria celebra la medaglia d'ora di Valeria Straneo. Nella conferenza stampa di presentazione Valeria ha raccontato a fondo le sue emozioni mondiali e posto i prossimi due obiettivi: New York e gli Europei 2014 di Zurigo

Il 20 settembre al Campo Scuola Alessandria celebra la medaglia d'ora di Valeria Straneo. Nella conferenza stampa di presentazione Valeria ha raccontato a fondo le sue emozioni mondiali e posto i prossimi due obiettivi: New York e gli Europei 2014 di Zurigo

ALESSANDRIA – Appena vinta una medaglia  d’argento a Mosca Valeria Straneo è già pronta a ripartire. Di corsa, come fa sempre, verso quella che era la parte opposta del mondo: New York. Tutti sperano in un’altra grande impresa, un ulteriore momento magico per tutto lo sport italiano. Di Valeria si sono ormai accorti tutti, hanno dovuto farlo sotto la forza dei suoi risultati. Una escalation rapida dopo l’operazione alla milza del 2010 che l’ha guarita dalla sferocitosi e che le ha concesso di esprimersi finalmente ai suoi massimi livelli portandola fino ai vertici dell’atletica internazionale.

Dopo la sbornia di felicità di questa estate, è arrivato il tempo di riallacciarsi le scarpe e rimettersi sotto con la preparazione. Non è ancora però ora per smettere di festeggiare e raccontare una storia che ha dell’incredibile e ordinario al tempo stesso.
Valeria si è concessa a taccuini e microfoni dei giornalisti ieri mattina, giovedi, presso il Centro Bellavita di Spinetta Marengo. Un’occasione speciale per annunciare la festa che le dedicherà Alessandria il 20 settembre dalle ore 19 al campo scuola, il posto da cui tutto è partito.

Parte da lontano la corsa della mamma maratoneta da quando “da piccola organizzavo delle Olimpiadi casalinghe con mie sorella. Quello è stato il mio ‘allenamento’ degli esordi. Da lì poi sono passata ai giochi della gioventù alle medie e alle superiori. Tornavo a casa sempre sporca di fango ma mi divertivo tanto. E’ stato poi intorno al 2001-2002 quando ho conosciuto la mia allenatrice Beatrice Brossa che ho iniziato ad allenarmi per partecipare alle maratone. È una distanza che mi è sempre piaciuta e che avevo già percorso partecipando a maratone come quella di Torino”.
Nonostante allenamenti più specifici i risultati migliorano ma non arriva nessun exploit. “Fino al 2009. Come ho già raccontato più volte avevo una malattia chiamata sferocitosi che mi provocava un’anemia del sangue. Nel 2010 ho fatto un’operazione per rimuovere la milza e non ho avuto più problemi di quel tipo, migliorando i miei tempi sensibilmente. A settembre 2011 ho deciso di dedicarmi a tempo pieno alla maratona abbandonando il lavoro che avevo all’asilo Arcobaleno di Alessandria. Una scelta consapevole, non troppo sofferta, ma comunque difficile con due figli da mantenere”.

Da lì in poi Valeria sale ai vertici dell’atletica italiana, arrivando fino a una convocazione in nazionaleconquistata a suon di risultati fino al record italiano alla maratona di Rotterdam nel 2012. Un approdo però non facile: “All’inizio non sono stata accettata bene dalle compagne di squadra. Ci sono rimasta male, devo dire la verità, non mi aspettavo certi comportamenti. Da subito ho stretto invece un legame fortissimo con Emma Quaglia con cui siamo diventati grandi amiche. C’era verso di me e c’è ancora oggi una grande diffidenza con insinuazioni riguardanti il doping. Più che spiegare la mia storia non posso fare, se mi credono bene altrimenti vado avanti per la mia strada”.

Il primo grande appuntamento sulla ribalta internazionale è di quella che fa tremare le gambe: le Olimpiadi londinesi del 2012. Valeria non si scompone e conduce la gara tra le prime per lunga parte del tracciato, arrivando alla fine ottava solo per una crisi che la coglie negli ultimi chilometri. “Al 32° chilometro ho iniziato a patire per problemi gastrointestinali. Ho corso gli ultimi 10 chilometri molto deconcentrata. Ho pensato anche di fermarmi ma mi sono detta poi che non ci si può fermare alle Olimpiadi per scappare in bagno. Per quella crisi però ho perso almeno un paio di posizioni. Poche settimane dopo ho poi scoperto di essere allergica alle mele. Sono intollerante a molte cose per cui mi ero portata il cibo da casa per essere sicura di mangiare bene. Avevo però con me una marmellata col succo di mela per colazione. E nei mesi prima avevo bevuto moltissimo succo di mele che mi portavano dei miei amici dal Trentino. Sono arrivata a Londra quasi intossicata e alla fine mi ha causato problemi negli ultimi chilometri”.

Nessun inconveniente invece a Mosca dove tutto è filato liscio come l’olio, anche meglio delle più rosee aspettative. “A Mosca mi sono girata al chilometro 35 e vedo che dietro di me era rimasta solo la Kiplagat. Allora mi sono girata e rigirata ancora una vola perché non ci credevo. Ho fatto una corsa molto concentrata e dunque non mi sono interessata delle altre, però mi aspettavo di essere superata dalle africane intorno al 25° o 30° chilometro. È successo invece al 40° ma è normale, la Kiplagat e le altre africane sono molto più forti di me. Io mi aspettavo di arrivare tra le prime 6 e non certo all’argento. Sono rimasta quindi lo stesso felicissima anche quando sono stata superata”.
Un risultato eccezionale festeggiato in una maniera che esprime tutta la gioia e la passione con cui Valeria pratica lo sport. “Ho fatto la ruota dopo il traguardo perché è un’immagine che mi è rimasta da quando facevo ginnastica artistica. Poi c’era una sorta di scommessa col fisioterapista. Faccio sempre queste acrobazie durante gli allenamenti e il fisioterapista mi ha detto ‘voglio vedere se fai la ruota anche dopo una maratona’. E così io l’ho fatta, avevo anche una gioia immensa da esprimere”.

Dopo l’argento di Mosca salgono altissime le aspettative. E ci sono due manifestazioni di quelle importantissime da non mancare. “Adesso mi sto preparando per il 3 novembre per la New York Marathon. Speriamo che quest’anno non ci siano uragani di mezzo e vada tutto bene. Mi sento carica dal secondo posto ai mondiali e ho voglia di mettermi in gioco e fare bene. Ad agosto del 2014 ci sono poi gli Europei a Zurigo e voglio preparali al meglio possibile. È il mio obiettivo principale perché da lì può arrivare un’altra medaglia. So che ci saranno pressioni in più ma cercherò di fare una preparazione come si deve e se non arriverà il risultato pazienza; non dipende solo dall’atleta l’andamento di una corsa, ci sono tanti imprevisti”.

Quello che succederà poi è tutto da decidere: “C’è il pensiero per Rio 2016 anche se allora avrò 40 anni. Mi piacerebbe partecipare ma dipende da come starò e se il fisico regge ancora. Ci penso ma senza troppa convinzione. Una volta finita la carriera agonistica gradirei comunque rimanere all’interno dell’atletica magari come allenatrice, chissà…”. La voglia non le manca, l’entusiasmo e la gioia di correre nemmeno. Potremmo ancora rimanere tutti piacevolmente sorpresi da Valeria Straneo.

Al conferenza stampa al centro Bellavita era presente anche Stefano Davite, altro personaggio dell’atletica alessandrina. Triatleta che ha deciso di trasmettere la sua passione ai bambini insegnando loro questa disciplina e arrivando in un anno di attività ad avere 15 allievi.

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