Il maestro dello sbalzo e del cesello
Lattività di Enrico Goretta ad Alessandria, quando era la capitale dellargento
L?attività di Enrico Goretta ad Alessandria, quando era la capitale dell?argento
MemoriAle ha intervistato la moglie e le figlie di uno dei grandi esponenti dell’argenteria cittadina, Enrico Goretta (1915-1999). Attraverso i loro racconti abbiamo conosciuto meglio questo artista del cesello, un alessandrino verace, ironico e allo stesso tempo severo sul lavoro (sua la storica azienda nata prima in corso Lamarmora intorno al 1947 e poi trasferitasi in via Pisacane dal 1961 fino al 2005, anno della chiusura).
Ottenuto il diploma di scuola tecnica, Goretta seguì la sua predilezione per il disegno ornamentale e l’attrazione per il lavoro artigianale. Apprende le basi di quest’arte alla scuola dei Martini, cesellatori comaschi portati ad Alessandria dalla Ricci (un’altra impresa cittadina dell’argento). Negli anni ’30 frequenta l’Accademia e l’Istituto delle Belle Arti di Monza, diventando maestro d’arte. In questo periodo entra in contatto con prestigiosi insegnanti come Arturo Martini, Marino Marini, Pio Semeghini, Giuseppe Pagano e Raffaele De Grada.
L’opera con la quale si diploma a Monza è un “Leone di San Marco” (nella foto in alto), eseguito in sbalzo a tutto tondo, che fu presentato alla mostra di arti decorative di Buenos Ayres e tutt’ora è conservato nel Museo della città argentina.
Come ricordano le figlie, la fabbrica, la produzione di oggetti in argento di uso comune, era l’attività aperta per “mangiare”, ma la passione di Goretta fu sempre il manufatto di qualità artistica: una filosofia artigiana che applicherà tuttavia anche nell’ambito aziendale.
Grande amico di Carlo Carrà e Pietro Morando (nella foto a destra), trascorreva i periodi estivi a Forte dei Marmi dove, in piazza dei Platani, frequentava gli artisti ed i critici d’arte del momento tra i quali Longhi, Sassu, Moore, Dazzi, Capocchini, Santini, Lorenzetti, Pieraccini, Funi.
Diverse sono le opere di Goretta che si possono trovare qui ad Alessandria: il portale ed il timpano della Chiesa di San Pio V, il paliotto ed il tronetto d’altare della Chiesa del Carmine (in esso sono raffigurati i 12 apostoli che hanno i visi dei parenti e degli operai della fabbrica dell’artista, oltre che l’autoritratto di Goretta stesso), il monumento ai caduti per lo sport al Cimitero, un San Giorgio presso la Camera di Commercio.
Attraverso la figura di Goretta abbiamo aperto una finestra su uno degli storici punti di forza dell’economia alessandrina. Il settore dell’argento fu in generale contraddistinto da un continuo aggiornamento della condizione industriale, da un rinnovamento dei modelli e un’attenzione per l’esportazione, ma soprattutto dal tentativo di raccordare la dimensione artistica con le ferree logiche aziendali.
L’intervista ai familiari di Enrico Goretta è stata possibile grazie alla collaborazione con l’Archivio della Memoria del Soggiorno Borsalino di Alessandria.