Le “dimissioni” del Sindaco e le sirene sindacali
Tutti lo sanno: le Sirene sono figure mitologiche, principalmente femminili, di aspetto accattivante, caratterizzate da un melodioso e seducente richiamo; di origine greca, al loro canto difficilmente si riusciva a sfuggire
Tutti lo sanno: le Sirene sono figure mitologiche, principalmente femminili, di aspetto accattivante, caratterizzate da un melodioso e seducente richiamo; di origine greca, al loro canto difficilmente si riusciva a sfuggire
Tutti lo sanno: le Sirene sono figure mitologiche, principalmente femminili, di aspetto accattivante, caratterizzate da un melodioso e seducente richiamo; di origine greca, al loro canto difficilmente si riusciva a sfuggire.
Non so perché, ma le vicende degli ultimi giorni, con le ripetute richieste di dimissioni rivolte al sindaco Rossa, mi hanno richiamato alla mente, grazie alle poche reminiscenze erudite che ancora mi perseguitano, questa questione delle Sirene.
Sicuramente un po’ confuso, provo a mettere su carta una spiegazione rivolta più a me stesso che ai miei rarissimi lettori. Che il Pier Carlo, a fronte del disastro di cui mi pare anche lui abbia contezza, chieda le dimissione del sindaco, non può stupire per svariati motivi: intanto perché è il capo riconosciuto dell’opposizione nonostante una sconfitta ben più disastrosa di quella della Scagni del 2007; ma questo fa parte del diverso percorso e del distinto registro di una destra che fa quadrato sui cocci prodotti ed una sinistra che non appena si può dividere prova una libidine inferiore soltanto a quella che sperimenta quando si allena a bruciare i suoi rappresentanti; ed ovviamente non stupisce che l’opposizione chieda la caduta della maggioranza. Con buona pace del senso delle istituzioni che, nel caso specifico, farebbe comodo, se non altro ai cittadini, elettori e non elettori. Inoltre, siamo tutti ammirati dalla intraprendenza dell’ex/sindaco, priva di ogni senso del dubbio sulle sue passate scelte amministrative (può essere un merito), intraprendenza che lo porta a sostenere in Consiglio che, tutto sommato, potrebbe essere meglio un commissario, con la speranza che in deroga alla legge potrebbe anche (il commissario) non dar corso alla presa d’atto puramente tecnica degli esuberi ben noti e di cui il Pier Carlo ha inevitabile contezza. E fin qui, nessun stupore.
Qualche perplessità e qualche disagio lo provo nei confronti dell’atteggiamento dei sindacati. Di loro ho sempre nutrito gran rispetto, se non altro per il fatto che, a fronte dello spettacolo indegno dimostrato da tante forze politiche da parecchi decenni, il sindacato in genere si è mantenuto e si è dimostrato capace di pulizia morale apprezzabile. In questo caso però qualche dubbio mi viene.
Si ha notizia, ormai sicura, che l’Amministrazione ha messo mano ad un risanamento che per ora non ha comportato per l’ente e per le partecipate alcun licenziamento; mi chiedo allora perché proprio il sindacato promuova o almeno sponsorizzi le urla strombazzate di una richiesta di dimissioni dell’attuale Amministrazione. Personalmente ed altri, sul nostro sito, non abbiamo risparmiato critiche al sindaco perché abbiamo talora sofferto una lentezza di interventi che non ci è piaciuta, ma che i sindacati si facciano protagonisti o ispiratori, magari indirettamente, delle dimissioni del sindaco, date le condizioni che si sono create, ci pare improprio, se non altro perché loro non possono sperare che un commissario, a norma di legge, possa non prendere atto degli esuberi. Certo qualcuno avrebbe anche motivo di lagnanza e sono i fornitori non pagati, anche per risanare il debito; ed a fornitori non pagati corrispondono parecchi loro dipendenti licenziati. Senza che il sindacato abbia espresso lamentazione alcuna, o abbia mosso lingua in opposizione.
Ed ecco spiegato, sia pure confusamente, il dilemma delle Sirene. Il canto melodioso e seducente è quello del consenso e cavalcare il consenso di una base spaventata e inquieta può fare comodo.
Può fare comodo, ma non sempre è condivisibile; sarebbe più condivisibile se la trimurti (pardon la triplice) desse una mano a convincere i responsabili e le istituzioni regionali a fare la loro parte: senza badare al fatto che la maggioranza comunale è parte avversa a quella regionale, mentre l’opposizione è parte amica. Ovviamente, senza ulteriori commenti.
[tratta da Appunti Alessandrini]