Come cambia la città… dall’alto
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Le trasformazioni dell’area del ponte degli Orti sul Tanaro viste attraverso una serie di foto aeree

Le trasformazioni dell’area del ponte degli Orti sul Tanaro viste attraverso una serie di foto aeree

MemoriALE – Le foto aeree possono dire molto sulle trasformazioni che un territorio ha subito nel corso del tempo. Vi presentiamo una breve galleria fotografica che ritrae la zona del Ponte degli Orti, al termine di Viale Milite Ignoto. Grazie alla collaborazione di Davide Notti, abbiamo raccolto immagini che descrivono l’evoluzione di questa parte della città dagli anni Venti ai nostri giorni. La foto più datata proviene dagli archivi dell’Istituto Geografico Militare. Le fonti delle successive, rispettivamente del 1988, 1999, 2006, 2009, sono invece il Ministero dell’Ambiente e la Regione Piemonte. La più recente, dello scorso anno, è stata trovata sul motore di ricerca Bing, nella sezione mappe. 

Il Ponte Nuovo indicato sull’immagine degli anni ’20 è quello abbattuto nel 2000. Qui sono raffigurati anche degli isolotti nel Tanaro. Si possono poi notare anche le varie fasi di costruzione della tangenziale e l’estendersi degli spazi edificati.

Voi lettori notate qualcos’altro?

ERRATA CORRIGE
Approfitto di questo spazio per riportare alcune correzioni all’articolo MemoriAle “Quei mattoni in Cittadella firmati dai soldati”, gentilmente segnalate da un lettore. Nell’articolo si parlava delle scritte lasciate dai soldati nella Galleria di Demolizione del Bastione San Carlo, presso la Cittadella di Alessandria.
La galleria venne strutturata e pensata soppalcabile e abitabile solo durante il periodo che va dalla sua costruzione all’occupazione francese dei primi del 1800. Per le truppe di stanza in epoca successiva erano stati ormai costruiti quartieri militari in muratura con posti sufficienti. Dunque le scritte presenti sui mattoni in realtà non risalgono a prima della fine del 1800.
Dal periodo post napoleonico in poi la galleria perse la sua principale funzione difensiva (la grande demolizione) e ricettiva di truppe (alloggiabili in quartieri più salubri e meno umidi), per mantenere funzioni di collegamento riparato fra tra i fronti del bastione del Beato Amedeo e di San Carlo ed eventualmente alloggio di materiali e/o animali. Le firme sui mattoni dunque si concentrano in corrispondenza delle aperture, dove erano collocati i corpi di guardia. Esse furono probabilmente il passatempo dei soldati impiegati in quel servizio.
Il lettore ci ha anche fornito un’ulteriore ed interessante informazione a proposito di quella parte di muro martoriato all’interno della galleria. In verità gallerie siffatte in Cittadella, Forte Ferrovia o altrove vennero utilizzate durante ed alla fine dei conflitti mondiali per far brillare esplosivi ritrovati o non utilizzabili (con relativi danni). Altra possibile causa di danneggiamenti alle strutture murarie in Cittadella è l’uso di mezzi motorizzati per il movimento delle merci e terra durante l’utilizzo come caserma e poi come magazzino militare (le murature in curva sono vittime predilette dei mezzi in movimento). Una ulteriore chiave di lettura per i danni in gallerie con curva a gomito è che queste, come i fossati a gomito dinanzi alle controguardie e mezzelune (in Cittadella), erano dei poligoni di tiro “naturali” per addestrarvi la truppa (limitando i pericoli dei rimbalzi dei proiettili).

 

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