Concessionaria Zentrum Alessandria: 56 posti a rischio
I lavoratori della concessionaria Zentrum di Negro Giuseppe, che ha sede alla zona D3, sono in assemblea permanente. Nessun piano aziendale, 56 posti di lavoro a rischio se verrà depositato il concordato in bianco in Trubunale. I sindacati Cgil e Uil e i lavoratori aspettano per giovedì lincontro con il Prefetto
I lavoratori della concessionaria Zentrum di Negro Giuseppe, che ha sede alla zona D3, sono in assemblea permanente. Nessun piano aziendale, 56 posti di lavoro a rischio se verrà depositato il ?concordato in bianco? in Trubunale. I sindacati Cgil e Uil e i lavoratori aspettano per giovedì l?incontro con il Prefetto
ALESSANDRIA – La concessionaria Negro Alessandria, con marchio Volkswagen Zentrum che ha sede nella zona D3 vanta 40 anni di esperienza e di storia alle spalle, ma da oggi sui 56 lavoratori della sede alessandrina (insieme alle filiali di Asti e Tortona) è come se si fosse scagliato un fulmine a ciel sereno. Da questa mattina davanti ai cancelli dell’azienda i lavoratori, insieme ai sindacati Filcam Cgil e Uil TuCs Commercio, sono in assemblea permanente. Per loro le prospettive sono tutt’altro che rosee: cassa integrazione straordinaria, che come tutti gli ammortizzatori sociali di questi tempi, “non sono garantiti né sicuri dalla Regione”. “I primi sentori – spiegano Piero Canepa della Cgil e Giancarlo Moduzzi della Uil – li avevamo avuti ai primi di maggio, quando i consulenti della Zentrum ci avevano proposto la cassa integrazione straordinaria per i 56 dipendenti”. Sembra infatti che l’azienda non navighi in ottime acque: 2 milione 500 mila euro di buco di bilancio stimati dalla Negro, ma c’è chi dice che siano ben di più. La richiesta della procedura di cassa integrazione è stata però bloccata dalla Regione perché “non c’era un piano industriale”. I sindacati hanno deciso allora di chiedere un incontro con la proprietà, Negro: “ci è stato detto il 24 giugno, vergognoso vista l’emergenza della situazione”. Secondo i sindacati infatti il piano in testa all’azienda è un altro: “e si capisce dalle azioni che si stanno già compiendo, come la vendita del parco mezzi dell’usato per poter ricavare liquidità”. Un piano, quindi, di “non continuità” lo hanno definito i lavoratori: dando via l’usato, cessa di esistere anche il marchio. La situazione si fa delicata anche per chi ha già acquistato e pagato un’auto, perché le vetture seppure già in casa, quindi in concessionaria, non vengono consegnate all’acquirente perché l’azienda non è in grado di sostenere alcune spese d’obbligo prima della consegna del mezzo.
Oggi dovrebbe venire depositato in Tribunale il cosiddetto “concordato in bianco”: alla proprietà vengono dati 60 giorni di tempo dal giudice per consegnare un piano industriale. Ma se il concordato viene “accettato” oggi, gli stipendi dei 56 lavoratori del mese di maggio (pagati entro il 10 di giugno) rischiano di saltare. E per i lavoratori (che fino a lunedì restano in assemblea permanente) la prospettiva è quella delle “ferie forzate” in attesa di nuovi sviluppi che i sindacati sperano di avere dopo giovedì, data in cui è previsto un incontro con il Prefetto di Alessandria. L’unica speranza all’orizzonte – a detta dei sindacati – sembra essere quella che si appoggia sul “valore” dei capannoni della azienda e sul possibile interesse di una “nuova cordata” interessata alla proprietà.