Home
Dove guarda Rattazzi
Piazza della Libertà con il municipio e la celebre statua dello statista ottocentesco in una foto di inizio secolo scorso
Piazza della Libertà con il municipio e la celebre statua dello statista ottocentesco in una foto di inizio secolo scorso
MemoriALE – “Che ne sarà di noi?” ci si chiedeva su AlessandriaNews appena qualche giorno fa. Sembra che la nostra città sia stata intrappolata in un labirinto apparentemente senza vie d’uscita. Tante le criticità e pochi gli spiragli di luce che si intravedono. Tante le promesse ed i segnali di speranza che puntualmente vengono disattesi da parte degli esponenti istituzionali. Ora un tavolo interministeriale, che comunque non potrà garantire alcuna risorsa in entrata per Alessandria, lasciandoci ancora una volta (probabilmente) con la patata bollente in mano, obbligati a scottarci. Come siamo arrivati a tutto questo? Quante volte sorge spontanea questa domanda, pensando alla situazione odierna della città. Mi chiedo questo anche di fronte all’ennesima foto d’epoca che pubblichiamo su MemoriAle: piazza della Libertà, con l’immensa mole del palazzo comunale, ritratta ad inizio del secolo scorso.
Un particolare di questa immagine attira la mia attenzione. In basso a destra si vede chiaramente la statua originaria raffigurante Urbano Rattazzi, realizzata dal Monteverdi ed inaugurata il 3 settembre 1883 alla presenza del re, poi andata distrutta nel 1943 per ricavarne bronzo a scopi bellici. Penso al monumento ben più modesto ed esteticamente discutibile che ne ha preso oggi il posto, riproponendone approssimativamente le forme e gli intenti.
L’unica caratteristica che sembra accomunare veramente le due effigi sembra la posa di quel braccio che Rattazzi tiene teso davanti a sé, quasi ad indicare qualcosa. Ho letto, documentandomi sulla rete, che in città girava una celebre battuta su questo particolare della statua, magari qualche lettore si ricorderà e potrà confermarci o meno: alcuni cittadini si divertivano dicendo che il politico risorgimentale indicava niente di meno che il casino, che si trovava su quella direzione.
Al di là però del risaputo humour alessandrino, forse il problema è che per tanto tempo la città non ha saputo cogliere il senso di quel gesto cristallizzato nel metallo. A me sembra che inviti a guardare lontano, a costruire nel lungo periodo, per quanto sia per la politica più facile e spesso più conveniente seguire gli umori del presente e sia più soddisfacente per i cittadini essere soddisfatti nell’immediato.
Non so se l’intento originale dell’artista fosse veramente quello di suggerire tale concetto, ma l’epoca di Rattazzi ha visto l’esempio di tanti uomini che, proprio a causa della predisposizione a “guardare lontano” e a fare sogni in grande, sono arrivati a sacrificare la propria vita.
Magari la via d’uscita dal labirinto per Alessandria è proprio là, lontano, dove indica la statua di Rattazzi. Sta a noi alzare lo sguardo e smetterla di osservarci i piedi.
Municipio, autore anonimo, XX – prima metà, aristotipo. Per gentile concessione della Fototeca Civica di Alessandria.
