Claudio Pesce: “ecco come si mantiene operativo un ospedale”
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Claudio Pesce: “ecco come si mantiene operativo un ospedale”

Abbiamo incontrato l’architetto Pesce per farci raccontare com’è cambiato l’Ospedale di Alessandria nel corso di questi anni dal punto di vista del risparmio energico e della logistica. Serve davvero una nuova struttura?

Abbiamo incontrato l?architetto Pesce per farci raccontare com?è cambiato l?Ospedale di Alessandria nel corso di questi anni dal punto di vista del risparmio energico e della logistica. Serve davvero una nuova struttura?

ALESSANDRIA – Architetto Pesce, spesso quando si parla di Ospedale si pensa a medici, infermieri, personale ausiliario e pazienti. Ma c’è anche chi lavora “dietro le quinte” per far funzionare tutto al meglio. Qual è il vostro ruolo?

Il nostro team si occupa della manutenzione di diversi edifici: l’Ospedale Civile, l’Infantile, il Borsalino, il Gardella, la zona uffici e i locali del 118. 
Sono all’incirca 120 mila metri quadri da gestire. E’ vero che si tratta di un compito dietro le quinte, ma ovviamente è essenziale per mantenere in efficienza e sempre operative tutte queste strutture.

Da quante persone è composto il suo team?

Siamo in tutto 40: 9 tecnici, 8 amministrativi e 24 addetti alla manutenzione interna, vale a dire elettricisti, meccanici, idraulici e muratori. Questi lavoratori realizzano circa 6000 interventi di piccola manutenzione ogni anno. Il nostro telefono resta acceso 24 ore su 24 ed è ormai 25 anni che lavoriamo insieme.

Possiamo fare qualche esempio dei lavori più frequenti che vi trovate a svolgere?

In tutto le aree da curare misurano 380 mila metri cubi, il 35% dei quali sono climatizzate. La struttura attuale è in parte vecchia e si porta dietro gli acciacchi del tempo: negli anni 90 tutti gli spazi erano riscaldati da termosifoni. Abbiamo 66 ascensori ed elevatori, e per dare un’idea possiamo dire che il più utilizzato, per trasportare le lettighe con i pazienti, compie circa 2000 corse ogni giorno. E’ facile immaginare che quando si verifica un guasto i tempi di intervento debbano essere strettissimi perché il disagio rischia di essere molto grande. Ci occupiamo quindi degli ascensori, degli impianti elettrici, del riscaldamento, della climatizzazione e della riparazione o sostituzione di infissi, giusto per citare alcuni dei lavori più importanti. Alcuni interventi mutano a seconda delle stagioni: in inverno per esempio, quando arriva la neve, dobbiamo essere in grado di garantire la pulizia di tutti gli accessi alle strutture.

Com’è cambiato, se è cambiato, il compito di chi gestisce la logistica e la manutenzione dell’Ospedale in questi anni? Che impatto hanno avuto le nuove tecnologie sul vostro lavoro?

Sicuramente è cambiato nel corso del tempo. La stessa concezione che sta alla base dell’organizzazione di un ospedale e delle cure al suo interno è cambiata. Il monoblocco è sostanzialmente degli anni Cinquanta, ma alcune parti risalgono a fine Settecento. Altre sezioni invece sono recenti, dalla fine degli anni 2000 in poi. L’innovazione tecnologica ha portato a occupare molti più spazi dove installare i nuovi macchinari dei quali l’ospedale ha bisogno. Un dato è particolarmente significativo: il 1994 è stato l’anno dell’alluvione e i gruppi elettrogeni in dotazione all’ospedale, in grado di garantire l’alimentazione elettrica autonoma per sopperire in caso di problemi alla rete centrare, avevano una potenzialità di 360 kilovolt-ampere. Oggi siamo a 5000. L’aumento impressionante di strumentazioni che non possono rimanere senza elettricità per garantire il costante benessere dei pazienti e la riformulazione della cultura alla base della gestione delle cure in ospedale rendono sempre più urgente l’obiettivo di costruire una nuova struttura, più moderna e in grado consentire gli ulteriori aggiornamenti tecnologici che la ricerca porterà con sé.

Sono stati realizzati interventi specifici per risparmiare energia?

Certamente. Quella dell’ottimizzazione delle risorse per noi è sempre stata una priorità: nel 2008 in particolare abbiamo affidato un appalto multiservizio per il comparto energia: si è trattato di una gara mista di lavori, servizi e forniture con l’obiettivo di creare un importante risparmio energico, intervenendo sul riscaldamento, sul condizionamento, sulla fornitura di energia elettrica e sugli interventi relativi alla manutenzione. Il progetto è articolato su 10 anni e vale circa 80 milioni. La peculiarità di questo appalto è che lo stesso risparmio energetico generato in questi anni autofinanzia il costo dei nuovi impianti posti in essere. Il valore degli investimenti finanziati dal risparmio in totale è di 16 milioni di euro.  Ormai il nostro è un sistema in teleriscaldamento, dove l’ex Ospedale psichiatrico, il Civile e l’Infantile sono tutti riscaldati da un’unica centrale termica ad acqua calda (in precedenza si usava il vapore, con un dispendio energetico maggiore). Per il condizionamento abbiamo un impianto di trigenerazione che, partendo dal gas metano, produce freddo a costi minori rispetto alle solite centrali frigo a energia elettrica. E poi non va dimenticata la razionalizzazione degli impianti esistenti: abbiamo installato impianti fotovoltaici e cambiato buona parte dei serramenti dell’ospedale civile, adottando nuovi vetri più isolanti. Dal 2006 al 2010 il fabbisogno energetico si è così ridotto del 25%, e le emissioni di Co2 del 26,8%. Inoltre, producendo energia grazie ai nostri cogeneratori abbiamo meno bisogno di acquistarla dal mercato: nel 2011 avevamo acquistato 4,9 milioni di kilowatt, nel 2012 siamo scesi a 2,2 milioni.

Qual è il budget che deve gestire il vostro team? E quali i maggiori appalti che state gestendo in questo momento?

Il nostro budget finanziario nel 2012 per la manutenzione, i costi di riscaldamento e acqua calda, l’acquisto di energia elettrica e l’autoproduzione, altri servizi tecnici (come quello della rimozione della neve), e i costi di acqua potabile si aggira intorno ai 12 milioni e 400 mila euro circa.
A breve prenderemo in consegna la nuova area sopraelevata di primo intervento Dea, mentre entro giugno pensiamo di poter consegnare la nuova pediatria. Oltre a questi ci saranno in programma il nuovo centro donatori tra via Venezia e via Santa Caterina, in fase di ultimazione, e la gestione della recentissima concessione regionale di fondi (3 milioni e 200 mila euro) per l’acceleratore lineare.

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