Dado Bargioni: “Il problema sta nella scarsa cultura musicale degli italiani”
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Dado Bargioni: “Il problema sta nella scarsa cultura musicale degli italiani”

Anche per i cantautori le difficoltà sono molte

Anche per i cantautori le difficoltà sono molte

CITY SOUNDS – Ci auguriamo che non vi sia venuto in mente di pensare che un cantautore abbia meno problemi di una band nel suonare dal vivo. Esclusi quelli sonori, a livello proprio di decibel i problemi sono pressoché gli stessi e le dinamiche da affrontare nella promozione dei propri lavori siano facili.
Dado Bargioni è un cantautore alessandrino, dalla soffice vocalità, misurata e sensibile. Poche settimane fa è uscito il suo album “Cioccolata per le Orecchie”  già in vendita. Di gavetta ne ha fatta tanta, riuscendo poi ad entrare con un suo pezzo, “Star” all’intero della colonna sonora di “E’ nata una star” film diretto da Lucio Pellegrini con Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo. Un passo importante che però non risolve nulla nella carriera di un musicista. Abbiamo fatto qualche domanda a Dado Bargioni sulle molteplici difficoltà che un musicista affronta al giorno d’oggi.

Quanto è difficile suonare nella provincia di Alessandria?
Partiamo dal presupposto che è difficile suonare ovunque in Italia. Non innescherò qui una lunga polemica sulla casta dei discografici, sulla SIAE ed i suoi dazi ingiusti, sui miseri cache ai musicisti e sui pochi spazi attrezzati per far musica… Non basterebbe un articolo! Alessandria ci mette buona volontà e sono diversi i locali dove è possibile esibirsi. Certo si riducono molto se si vuole proporre musica originale o addirittura se si ha la “pretesa” di avere di fronte un pubblico attento a ciò che si racconta. Sintetizzando direi che “l’apericena” è molto IN (voga), ma troppo OUT per il cantautore medio costretto a camuffare i pezzi propri tra un Vasco e uno Sting!

Le date te le cerchi in autonomia o hai un booking che lo fa per te?
Personalmente le date arrivano dal passaparola e dalle riconferme dei locali dove si è già suonato. Se la proposta vale, è facile che dopo qualche mese ti richiamino. Un buon management serve per vendere lo spettacolo fuori zona, dove in effetti, non avendo un pubblico tuo, è più arduo trovare spazi 

Ti affidi a uffici stampa o management per le vostre uscite discografiche?
Sì e No. L’ho fatto in passato e lo farò certamente in futuro! Al momento sto gestendo personalmente e con la giusta passione, la comunicazione riguardo all’uscita del mio nuovo album: “Cioccolata per le Orecchie”. A proposito, lo trovate già in vendita! 

Ma quanto costa investire nella musica al giorno d’oggi come strumentazione, sala prove, SIAE e altro?
Non molto per me che ho la fortuna di avere una sala prove a casa e delle royalties SIAE che, seppur minime, mi permettono di coprire almeno i costi di associazione annui! Oggi la tecnologia permette miracoli anche nella qualità di registrazione. Certo una spesa iniziale per lo strumento e la suddetta tecnologia bisogna farla però!

Hai riscontrato maggiore curiosità nel pubblico rispetto a quello alessandrino quando hai suonato fuori? Esperienze all’estero invece?
Il pubblico alessandrino è particolarmente ostico e difficile da accontentare. Sembra addirittura che alcune compagnie teatrali venissero a testare le loro anteprime nazionali qui da noi! Se si smuoveva qualcosa qui, allora era fatta!! Io ho vissuto l’esperienza del live negli Stati Uniti e devo dire che è tutto un altro mondo. A partire dall’esplicita richiesta dei club di non fare cover, all’abitudine degli americani ad uscire e riempire i locali per ascoltare nuove proposte. Se ci pensate l’ambito naturale del musicista è (dovrebbe essere) il “live” e non il disco. Il disco, lo spettatore, dovrebbe volerlo comprare al concerto per portarsi a casa un pezzetto dello spettacolo genuino a cui ha assistito. Così succede negli USA. Da noi prima fai un disco, poi quando è passato per radio e un tot di persone ti conoscono (tanto da garantire al locale un giusto pubblico), allora puoi cominciare a girare i club proponendo le tue canzoni. Forse. 

Cosa ci vorrebbe per sensibilizzare di più il pubblico alessandrino al live?
Non vorrei fare il pessimista ma ritengo che le radici del problema risiedano nelle profondità della scarsa cultura musicale che pervade l’intera Italia. Anche l’evento gratuito o a prezzo ridotto non fruisce l’effetto desiderato. Magari si riempie la sala una sera, ma già la settimana successiva la musica è cambiata. Penso che la scuola dovrà e potrà aiutare i prossimi giovani ad essere più curiosi verso l’universo del “live”. Che sia classica, rock o jazz, “l’odore” di concerto non ha prezzo, così come respirare all’unisono con l’interprete a pochi metri da noi. Le parole prima delle canzoni, gli sguardi che comunicano, le note di uno strumento con il bit rate maggiore possibile! Personalmente sto ricominciando dagli “home concerts”, concerti organizzati in case private ed esclusivi per 20-25 spettatori. Un modo di far ascoltare (e non sentire) canzoni “porta a porta”.

Progetti per il futuro di Dado Bargioni? Prossimi live?
Come accennato ho in programma un paio di eventi privati anche fuori provincia. Il 10 di aprile è uscito il mio disco che, scherzando, definisco: affinato in barrique! In effetti questo “Cioccolata per le Orecchie” è pronto da un paio d’anni. Nel frattempo ho scritto per il cinema ed ho già pronto un nuovo album con una band straordinaria. Non c’era più tempo per attendere la giusta collocazione di “Cioccolata”, troppe cose pressavano. Così è uscito, ora lo sto promuovendo, sperando che possa fare da apripista già per il successivo. A maggio poi… Videoclip! 

 

 

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