Murderhead: “L’esperienza in America la più intensa”
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Murderhead: “L’esperienza in America la più intensa”

Furiosi e istintivi, nei loro live tirano fuori tutta la rabbia che hanno

Furiosi e istintivi, nei loro live tirano fuori tutta la rabbia che hanno

CITY SOUNDS – Non si va per le leggere col sound dei Murdehead, la band alessandrina intervistata per City Sounds. Fieri portatori di hardcore newyorkese a cavallo tra sensazioni claustrofobiche attuali dei Gallows e il crossover.   Anche con loro che hanno avuto anche esperienze all’estero abbiamo parlato e più precisamente con Mosè Galla che ha spiegato il suo pensiero sulla musica live e sulla città.

Quanto è difficile suonare nella provincia di Alessandria? 
Alessandria e provincia sono sempre state abbastanza chiuse alle attività live per le band emergenti… nonostante la buona quantità di locali la “band emergente” è sempre vista come un rischio economico a cui vengono preferite tribute e party band, dovremmo prendere un po’ più spunto dall’Emilia o dal Veneto dove queste band sono incoraggiate e pagate. Creando un buon turnover nei locali anche i curiosi diventano “fan” delle band e le serate sono meno a “rischio buca” per il locale. Bisognerebbe forse cambiare l’approccio che si ha verso la musica, questo anche da parte del pubblico, sono purtroppo sempre i musicisti che vanno a vedere i musicisti.

Le date ve le cercate in maniera autonoma o avete un booking che lo fa per voi? Vi affidate a uffici stampa o management per le vostre uscite discografiche?
Abbiamo una collaborazione con un management che ci da supporto sia per la parte discografica che per quella di booking, ma non abbiamo smesso di chiamare i locali, mandare mail e organizzare eventi in prima persona.

Ma quanto costa investire nella musica al giorno d’oggi come strumentazione, sala prove, SIAE e altro?
Costa parecchio! Quello che tante persone dimenticano è che quando si sposta una band di 5 elementi in media si spostano dai 5.000 ai 10.000 euro di strumentazione, senza contare furgone, benza, autostrada, sale prova, SIAE. Sarebbe bello poter sperare in un microcredito europeo dedicato all’arte (in generale non solo per la musica), non a fondo perduto ma, a fondo investito in cultura.

Avete riscontrato differenze o maggiore curiosità nel pubblico rispetto a quello alessandrino quando avete suonato fuori? L’esperienza all’estero invece?
Il pubblico alessandrino è fantastico, oramai dopo 5 anni ci conosciamo uno per uno, sappiamo qual è lo “zoccolo duro” che c’è sempre sotto il palco e ci piace incontrare chi invece aveva sentito parlare di noi, ma non ci aveva mai visto live e noi puntiamo molto sul live! All’estero è diverso, c’è forse un apertura maggiore verso la musica alternativa, non dimentichiamoci che facciamo crossover/metal/core che in Italia è poco seguito. Posso dirti che l’esperienza in America è stata dal punto di vista del pubblico la più intensa. Che il locale sia pieno o mezzo vuoto la gente salta, poga e “headbanga” sotto il palco, in un piccolo club ad Indianapolis quando è partita Almost Famous (nostro pezzo che ironizza su quanto siamo tutti “quasi famosi”) hanno accennato un wall of death!! Dalle nostre parti è dura trovare chi sa cos’è un wall of death o un circle pit!!

Progetti per il futuro della band? Cosa ci vorrebbe per sensibilizzare di più il pubblico alessandrino al live? Prossime date?
Veniamo da un anno complicato in cui un progetto di Full Length è stato momentaneamente accantonato. Le convergenze astrali, economiche e musicali ci sono state sfavorevoli ma, non ci siamo persi d’animo e stiamo per uscire con diversi singoli, che verranno tutti accompagnati da video. Il primo singolo sarà Bleed Black Tears e ne siamo entusiasti sia per il pezzo, che racchiude tutta l’essenza dei Murderhead, sia per il concept del video. Un domani verranno magari riunite in un CD/DVD, chi lo sà! La sensibilizzazione verso il live deve essere fatta partendo da incentivi per i locali che si caricano delle spese per sostenere musica live come SIAE ridotta o ELIMINATA, sostentamento economico a chi garantisce palchi, luci e fonico perché questo sta creando un indotto. Poi deve passare attraverso i giovani e penso a prezzi ridotti per ingressi e bevande, a serate più variegate nei generi, nessuno ha detto che una band r’n’roll, una metal e un dj set dubstep non possono convivere, la gente che ascolta e vive questi generi è la stessa, non facciamo metallari VS paninari VS clubber VS punx, gli anni ’80 son finiti! Infine incentivare i festival, tutta Europa ha festival grandi medi e piccoli che sono una festa per tutto il pubblico e una manna dal cielo per le attività commerciali della città che li ospita, purtroppo da noi i festival sono estinti e la città li vive come un occupazione. Per le prossime date, se ci fosse qualche interessato, sono quasi tutte TBC (to be confirmed) ma la più vicina è quella del 27 aprile a Casale al Circolino.

 

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