Come cambia la città: piazza Garibaldi
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Come cambia la città: piazza Garibaldi

L’immensa piazza porticata che diede un volto nuovo all’Alessandria ottocentesca

L’immensa piazza porticata che diede un volto nuovo all’Alessandria ottocentesca

MemoriALE – È nata come il nuovo fulcro dell’Alessandria borghese ed ottocentesca. Il progetto di Piazza Garibaldi risale al 1885, su disegno dell’architetto Ludovico Straneo. Una piazza immensa e scenografica, che insieme ai giardini (un tempo divisi in due dal canale Carlo Alberto) doveva fare da vera e propria cerniera fra la città nuova, che si stava sviluppando verso sud, e quella storica. 
Il palazzo che fece da modello per gli edifici dei restanti tre lati della piazza è quello fra corso Roma e piazza Marconi e i cantieri furono affidati alla famiglia Guerci, ad eccezione dell’area ad est, concessa alla famiglia Borsalino (dal momento che la fabbrica si trovava proprio lì dietro). I Borsalino ebbero l’obbligo però di realizzare un orologio pubblico.
Nel corso del tempo furono numerosi i progetti per una sistemazione della piazza, come quelli databili attorno agli anni Venti del ‘900 che prevedevano l’abbellimento di questo enorme spazio, divenuto luogo di aggregazione, con giardini e fontane, aiuole e un padiglione per la musica. Anche negli ultimi anni non sono mancate proposte, ma i tempi e le modalità di esecuzione sembrano non essere mai adatti. Il risultato è una piazza che, a parte i giorni di mercato, non ospita persone, ma automobili in sosta.
Il rinnovamento ottocentesco della nostra città (entro il quale si colloca la nascita di piazza Garibaldi) ha avuto pregi, nella direzione di migliorare l’efficienza degli spazi urbani adattandoli alle nuove esigenze, ma anche difetti, tanto da assumere le dimensioni di un vero e proprio “macello architettonico”. Alessandria cambiò velocemente volto, pagando lo scotto della perdita di un ingente patrimonio storico-architettonico, già duramente colpito dagli interventi del periodo napoleonico (si pensi all’abbattimento del duomo in piazza della Libertà). La perdita di pezzi importanti del paesaggio urbano sembra essere una costante storica della nostra città, con risultati estetici spesso discutibili o disarmonici. In questo modo si è spesso offuscata quella che altrove viene tenacemente custodita e protetta: l’immagine della città, la cui resistenza rappresenta una garanzia ed un punto di riferimento simbolico per i suoi abitanti e la loro identità. I casi della storia, ma anche le scelte politiche del passato, spesso non sono stati clementi su questo piano, facendo di Alessandria una città in molti punti ferita e rattoppata. Forse per questo gli alessandrini raramente si lasciano andare ad apprezzamenti verso la loro città.
Anche i prossimi anni coincideranno probabilmente con un rinnovamento di Alessandria, dettato questa volta dalle nuove sfide, soprattutto di rispetto per l’ambiente, che il futuro del dopo dissesto ci riserva. Magari, proprio grazie a queste nuove sensibilità, impareremo che il rinnovamento passa anche e soprattutto attraverso il recupero e la riconversione degli spazi, oltre che da un uso più consapevole e rispettoso del territorio. Allora avremo veramente una città nuova, che non butta via e distrugge, ma conserva e riutilizza con intelligenza e lungimiranza.

Raduno provinciale Ass. Naz. Combattenti in Piazza Garibaldi, Autore Anonimo, 1930-39, fotografia virtuale/disco magnetico-ottico. Per gentile concessione della Fototeca Civica di Alessandria.

 

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