Ritratto di una sognatrice da Nobel
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Ritratto di una sognatrice da Nobel

Per la Festa della Donna a Cultura e Sviluppo una serata in ricordo di Rita Levi Montalcini

Per la Festa della Donna a Cultura e Sviluppo una serata in ricordo di Rita Levi Montalcini

ALESSANDRIA – Il ricordo di Rita Levi Montalcini, mancata lo scorso 30 dicembre, la sua vita, il suo pensiero, le sue opere per festeggiare la Festa della Donna. Anche quest’anno, nell’ambito di questa ricorrenza, si è rinnovato l’appuntamento presso l’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria. La serata di giovedì scorso, 7 marzo, promossa anche dal Comune di Alessandria – Assessorato Pari Opportunità e da SeNonOraQuando, ha visto la partecipazione di Pietro Calissano, presidente dello European Brain Research Institute, e della nipote della famosa scienziata, Piera Levi Montalcini, in rappresentanza della Fondazione Levi Montalcini Onlus. Attraverso le voci di Adelina Cacciola, Fulvia Maldini e Maria Grazia Caldirola è stata ripercorsa la vita della Montalcini, dall’infanzia alla maturità, con intermezzi musicali a cura Patrizia Borromeo e Giorgio Penotti.  L’infanzia a Torino, la famiglia, la guerra e le leggi razziali, l’università e poi l’inizio della sua carriera, la permanenza negli Stati Uniti e l’insegnamento, l’impegno politico al suo ritorno in Italia e quello umanitario, a favore ad esempio dell’istruzione femminile in Africa. La sua vita può essere descritta, ricalcando le parole stesse della scienziata, un elogio dell’imperfezione, per quanto possa sembrare strano visto la natura della sua professione. “Io non sono una scienziata, sono un’artista della scienza”, così si definiva, ed in questo modo disegnava perfettamente una personalità, la sua, in cui al rigore e alla disciplina si abbinavano senza creare contraddizioni creatività ed idealismo. Lungi dall’essere un mero sviluppo di macchine ed ingranaggi, il progresso scientifico era per lei il frutto dell’attività di veri e propri sognatori. Lo scienziato nel suo laboratorio non è dunque un semplice tecnico, ma un bambino che lavora su dei fenomeni naturali che lo appassionano quanto dei racconti di fate.

Questa sua predisposizione rende la Montalcini una figura emblema di quello che può essere chiamato Nuovo Umanesimo, rappresentando con la sua persona e le sue opere una sintesi assolutamente riuscita di cultura scientifica ed umanistica. Un ruolo che le venne riconosciuto anche dall’Accademia delle Scienze di Stoccolma, che le assegnò nel 1986 il premio Nobel per la medicina per la scoperta del NGF (fattore di crescita nervosa). Nella motivazione alla scelta si legge infatti che questa scoperta è “un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos”.
Insomma una persona eclettica, che ha saputo incarnare la caratteristica più importante per uno scienziato, ovvero la capacità di trovare significato, con grande indipendenza e senza mai peccare di arroganza. Una donna che, contro gli stereotipi ed i preconcetti della sua epoca, è riuscita a perseguire i suoi sogni, cercando di essere d’esempio anche per le nuove generazioni. “Il futuro del pianeta” diceva “dipende dalla possibilità di dare l’accesso all’istruzione e alla leadership a tutte le donne. È alle donne infatti che spetta il compito più difficile, ma più costruttivo: quello di inventare e di gestire la pace”.

Il professor Calissano ha ripercorso la carriera della professoressa, la creazione dell’istituto di ricerca sul cervello a Roma, gli studi che sono in corso e l’importanza per malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, e per altri gravi disturbi del sistema nervoso. L’ingegner Piera Levi-Montalcini ha illustrato le finalità della Fondazione Levi-Montalcini Onlus, nata con lo scopo di favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni, in particolare nel continente africano.

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