“Infarto: fattore tempo decisivo per limitare i danni”
Gianfranco Pistis
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“Infarto: fattore tempo decisivo per limitare i danni”

2.500 ricoveri l’anno, quasi 50 mila visite ambulatoriali, circa 1.000 interventi di angioplastica. La Cardiologia dell’ospedale di Alessandria è struttura all’avanguardia: il suo primario, Gianfranco Pistis, ci aiuta a capire come affrontare in modo corretto le malattie cardiovascolari, e sfata alcuni luoghi comuni, sottolineando l’importanza di intervenire in maniera tempestiva ed efficace

2.500 ricoveri l?anno, quasi 50 mila visite ambulatoriali, circa 1.000 interventi di angioplastica. La Cardiologia dell?ospedale di Alessandria è struttura all?avanguardia: il suo primario, Gianfranco Pistis, ci aiuta a capire come affrontare in modo corretto le malattie cardiovascolari, e sfata alcuni luoghi comuni, sottolineando l?importanza di intervenire in maniera tempestiva ed efficace

ALESSANDRIA – “Le malattie cardiache, e più in generale cardiovascolari, sono la prima causa di morte. Ma, con riferimento specifico all’infarto, va chiarito che i fattori tempo e competenza, nel prestare i soccorsi, sono davvero decisivi”. Il dottor Gianfranco Pistis è direttore della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale di Alessandria dal 2009 (“in arrivo dal Mauriziano di Torino”), e anche se lui non lo dice, e anzi minimizza con un sorriso, gode fama non solo di grande preparazione, ma anche di forte umanità e disponibilità nei confronti dei pazienti, che non è mai un elemento secondario. Con lui opera un team di 16 medici, e un nutrito staff paramedico, in un reparto che rappresenta il punto di riferimento per tutta la provincia di Alessandria, e per l’intero quadrante (“ma Asti ha una propria Cardiologia, ben attrezzata”). Anche se le malattie cardiovascolari sono numerose, è impossibile naturalmente non concentrare la conversazione sull’infarto, rischio potenziale a cui tutti noi siamo sottoposti. “In realtà – premette il dottor Pistis – c’è forse un po’ troppa enfasi, nel sentire comune, sullo stress: che può certamente essere una concausa aggiuntiva, ma non la principale. L’infarto colpisce ad ogni età, diciamo dai venti ai novanta, e con probabilità crescenti. E tra le sue cause principali ci sono il fumo, il diabete, il colesterolo, la famigliarità, la pressione arteriosa”. C’è del vero poi nel luogo comune secondo cui l’infarto colpisce più gli uomini delle donne, “che però, con l’avanzare dell’età, diventano assai più esposte, e con decorso mediamente più grave”. Se i sintomi dell’infarto sono quelli classici, che tutti più o meno conoscono (“dal forte dolore al petto, talvolta irradiato al braccio sinistro, al collo e alla mandibola: accompagnati in parecchi casi da sudorazione, nausea o vomito”), è sulle procedure di immediato intervento che esiste ancora troppa confusione: mentre, appunto, seguire una procedura corretta e rapidissima è spesso determinante per riuscire ad intervenire in tempo, limitando i danni.

“In primo luogo – sottolinea il primario della Cardiologia alessandrina – l’infarto deve essere trattato in un laboratorio di emodinamica, che consente di effettuare immediatamente l’angioplastica, ossia il trattamento per riaprire la coronaria che in quel momento sta causando il problema. In provincia solo noi disponiamo di questo laboratorio, per cui dagli altri presidi ospedalieri i pazienti vengono trasportati ad Alessandria. Ecco dunque l’importanza del fattore tempo: in caso di sospetto infarto domestico o in altri luoghi, c’è chi talora commette l’errore di trasportare il malato con mezzi propri all’ospedale più vicino, chi chiama un generico pronto intervento della propria cittadina, o così via. Invece consigliamo a tutti di rivolgersi esclusivamente al 118: struttura dove c’è un medico in grado di valutare immediatamente la situazione, e di inviare una squadra al completo, con strumentazione idonea per il trasporto urgente in cardiologia, ma anche per effettuare, già a casa del paziente o durante il tragitto, un primo elettrocardiogramma”. Insomma: poiché tutto si gioca sul filo del tempo (l’angioplastica primaria per essere efficace deve essere effettuata nelle prime 2 o 3 ore dall’insorgenza dei sintomi, o al massimo entro 6 ore), è opportuno evitare ogni procedura che possa generare un pericoloso rallentamento del soccorso. “In Piemonte – ricorda Pistis – abbiamo messo a punto la rete regionale per l’infarto, che coinvolge i diversi centri specializzati, tra cui il nostro, e che consente di muoverci secondo un protocollo standardizzato, un percorso che ottimizza tutti i passaggi che portano il paziente al più vicino laboratorio di emodinamica”. Alla cardiologia del Santi Antonio e Biagio vengono effettuate quasi 1.000 angioplastiche all’anno, e circa 50 mila visite ambulatoriali (tra interne, esterne e pronto soccorso): la struttura conta su un reparto di degenza con 20 letti, e su un’unità coronarica con altri 8 posti letto di terapia intensiva. I ricoveri ordinari sono più di 2.200 all’anno, più quasi 250 tra day surgery e day hospital.

“Naturalmente – sottolinea il primario – non curiamo solo l’infarto, ma tutte le malattie cardio vascolari, e in una stretta sinergia e collaborazione con la cardio-chirurgia. Anche se sempre più spesso, anche questo va chiarito, si riesce a migliorare il funzionamento cardiaco attraverso terapie ed interventi di tipo transcutaneo, ossia senza la classica operazione chirurgica, ovviamente molto invasiva. Questo succede grazie alle nuove tecniche e tecnologie, che davvero hanno nel nostro settore un peso decisivo. Pensiamo alla possibilità di impiantare valvole aortiche per via transcutanea, all’applicazione di pacemaker, alla defibrillazione, all’impianto di sistemi biventricolari o alle ablazioni transcatetere, che sono piccole bruciature effettuate in punti precisi del cuore, dove hanno origine le aritimie. Tutto questo oggi si fa passando dalle arterie, senza tagliare il petto del paziente insomma”.
Proprio sul fronte delle aritmie (ossia i cuori tachicardici, che battono troppo veloci, e quelli brachicardici, che sono troppo lenti) esiste ad Alessandria un’altra eccellenza, che è il centro aritmologico, settore superspecialistico dedicato alla diagnosi ed alla cura delle aritmie, composto da personale medico ed infermieristico specializzato, dotato anche di laboratorio di elettrofisiologia e cardiostimolazione. “Il centro – precisa Gianfranco Pistis, è a disposizione costante sia dei pazienti che dei medici di famiglia, e contattabile anche via e-mail all’indirizzo aritmie@ospedale.al.it”.

 

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