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Ilva, nuova polemica tra proprietà e magistratura
Nuovo capitolo della vicenda Ilva e della polemica tra la proprietà e la magistratura tarantina. L'azienda sotto inchiesta ritiene, infatti, che il provvedimento del Gip di Taranto, relativo alla vendita dei prodotti sotto sequestro notificato ieri, "sia del tutto illegittimo e contenga evidenti vizi di diritto".
Nuovo capitolo della vicenda Ilva e della polemica tra la proprietà e la magistratura tarantina. L'azienda sotto inchiesta ritiene, infatti, che il provvedimento del Gip di Taranto, relativo alla vendita dei prodotti sotto sequestro notificato ieri, "sia del tutto illegittimo e contenga evidenti vizi di diritto".
NOVI LIGURE – Nuovo capitolo della vicenda Ilva e della polemica tra la proprietà e la magistratura tarantina. L’azienda siderurgica sotto inchiesta ritiene, infatti, che il provvedimento del Gip di Taranto relativo alla vendita dei prodotti sotto sequestro notificato ieri “sia del tutto illegittimo e contenga evidenti vizi di diritto“. “Non è inoltre comprensibile – si legge in una nota diffusa dell’azienda – l’urgenza del provvedimento in considerazione dell’ormai prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale e avendo la procura aspettato oltre due mesi per richiedere il provvedimento”.
Inopportuna, sempre secondo l’Ilva, la decisione di vincolare il ricavato a tempo indeterminato: “Queste risorse, come sostiene il Ministro Clini, potrebbero essere meglio utilizzate per un interesse generale dei cittadini come l’attuazione dell’Aia. Infine, la legge 231 del 2012, che l’autorità giudiziaria non ritiene di dover applicare, prevede che i beni sequestrati siano restituiti agli aventi diritto, quindi alla proprietà”.
La tensione resta quindi alta, anche perchè il Gip ha deciso di respingere la richiesta aziendale di sbloccare quella parte di merci – 42mila tonnellate su un totale di un milione e 700mila tonnellate – che l’azienda dichiara essere stata prodotta prima del sequestro dell’area a caldo, avvenuto alla fine di luglio. In particolare, il gip parla di “inammissibilità dell’istanza che l’avvocato Francesco Brescia, responsabile dell’ufficio legale di Ilva Taranto, benché privo di qualunque legittimazione – non risultando egli costituito nel procedimento quale difensore di alcuna delle parti interessate – ha ritenuto di poter rivolgere con modalità del tutto irrituali al custode giudiziario Mario Tagarelli”.
Intanto l’Ilva di Taranto deciso di nominare un nuovo direttore di stabilimento. Il prescelto è l’ingegnere Antonio Lupoli, come ha comunicato il gruppo controllato dalla famiglia Riva: Lupoli, 54 anni, da 23 anni in azienda, è già stato responsabile dell’area di laminazione a freddo. Lupoli sostituirà Adolfo Buffo che resterà all’Ilva “con altri incarichi di responsabilità”, come precisato ancora dall’azienda.