La matematica dietro al voto
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La matematica dietro al voto

Con Fragnelli e Piepoli a Cultura e Sviluppo fra teorie scientifiche sui sistemi elettorali e curiosità sulla pratica dei sondaggi

Con Fragnelli e Piepoli a Cultura e Sviluppo fra teorie scientifiche sui sistemi elettorali e curiosità sulla pratica dei sondaggi

ALESSANDRIA – A poco più di due settimane dalle elezioni politiche, lo scorso giovedì 7 febbraio, Cultura e Sviluppo ha dedicato una serata per parlare dei meccanismi nascosti dietro un sistema elettorale e del funzionamento e gli usi dei sondaggi politici. Ospiti della serata il matematico Vito Fragnelli, docente di Teoria dei Giochi presso l’Università del Piemonte Orientale, e Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto che si occupa di ricerca di mercato e opinione pubblica.

L’approccio matematico e scientifico al tema dei meccanismi elettorali, ha esordito Fragnelli, è molto diverso, ma allo stesso complementare, a quello politico e partitico. La matematica, con il suo sguardo più astratto ed esterno, può fornire degli importanti spunti e degli strumenti basilari a coloro che devono decidere ed agire all’interno di un sistema elettorale.  La comunità scientifica ha fatto confluire le proprie osservazioni in due documenti ufficiali. Il primo è il cosiddetto Decalogo di Erice, un insieme di regole di indirizzo e principi che ogni tipo di sistema elettorale, a prescindere dalla tipologia e dal contesto geografico, dovrebbe rispettare per essere veramente efficace e democratico. Fra queste dunque troviamo la necessità di sistemi trasparenti e comprensibili, la garanzia di un corretto conteggio dei voti, il non favorire alcuna forza politica, dunque garantire rappresentatività ad ogni istanza del Paese dando voce anche alle minoranze. Inoltre ci si dovrebbe preoccupare di far passare l’idea che il voto di ognuno sia importante, limitando gli incentivi a compiere scelte strategiche e non rispondenti alle proprie reali preferenze. Altre tesi sono state stilate nel 2012, nel corso dei lavori della Scuola Internazionale sulla Teoria dei Giochi e sui Sistemi Elettorali. Queste hanno confermato e approfondito i concetti del precedente documento con l’idea che una conoscenza più seria sia a livello scientifico, sia a livello della semplice cittadinanza delle regole che muovono un sistema elettorale offra una consapevolezza più solida e scoraggi i tentativi di manipolazione da parte della politica.

Molto dinamico l’approccio di Piepoli nel rispondere a curiosità e domande poste dal pubblico in tema di sondaggi. Il primo sondaggio, racconta il relatore, risalirebbe addirittura all’epoca dell’imperatore Germanico che, travestito da centurione, passò in rassegna gli umori del suo esercito alla vigilia di una battaglia. Oggi la maggior parte dei sondaggi si compiono nell’ambito delle ricerche di mercato per le aziende e solo una piccola fetta coinvolge la sfera della politica, ma in entrambi i casi i metodi di ricerca applicati sono esattamente gli stessi. Maggiore è il numero di membri di un campione e maggiore sarà l’attendibilità delle proiezioni, passando dal semplice riconoscimento di tendenze a vere e proprie previsioni. Dal sondaggio, dice Piepoli, possiamo ricavare una fotografia del nostro Paese. Chiunque salirà al governo dopo queste elezioni sarà costretto a fare investimenti. C’è bisogno di nuove scuole che preparino i cittadini di domani e anche una nuova classe dirigente, reti ferroviarie consolidate che facilitino la mobilità su tutto il territorio, strutture portuali modernizzate. Ci vogliono investimenti su tutto ciò che può creare per l’Italia ricchezza sia economica che culturale.

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