Come cambia la città: l’ospizio della Divina Provvidenza
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Come cambia la città: l’ospizio della Divina Provvidenza

In un momento di crisi del settore servizi per Alessandria, esempi di solidarietà sociale nell’opera di Teresa Michel e nel mecenatismo dei Borsalino

In un momento di crisi del settore servizi per Alessandria, esempi di solidarietà sociale nell?opera di Teresa Michel e nel mecenatismo dei Borsalino

MemoriALE – Era il 1893 quando madre Teresa Michel diede inizio alla sua attività assistenziale. Nata a Spinetta Marengo e figlia del primario dell’Ospedale di Alessandria, visse diversi anni a Torino per poi tornare nella sua città natale, dove conobbe Giovanni Michel, capitano dei bersaglieri e suo futuro marito. Fu proprio la morte di quest’ultimo a spingerla a dedicarsi ai più bisognosi, ospitandoli nel suo palazzo. La benefattrice andava così in giro a chiedere l’elemosina per i suoi ricoverati e Giuseppe Borsalino le regalò un asinello per fare la cerca.
Fu agli inizi degli anni Venti che il senatore Teresio Borsalino, impressionato dalle pessime condizioni dei locali della casa di Via Faà di Bruno, decise di far costruire l’Ospizio della Divina Provvidenza, in quella parte di Alessandria (il quartiere Orti) che, come si può vedere dalla foto d’epoca era ancora poco edificata rispetto ad oggi. I lavori procedettero fino al 1927, con un costo complessivo di oltre 6 milioni di lire (escluso il terreno). Una superficie complessiva di circa 17.000 metri quadrati e 566 metri lineari di muro di cinta. Infine il senatore finanziò con altri 2 milioni e mezzo di lire la sistemazione della Casa Michel in via Faà di Bruno, la quale divenne sede amministrativa e di noviziato per le suore. L’opera così suscitò l’interessamento burocratico del municipio e venne salutata con affetto dall’ordine religioso.
L’Ospizio della Divina Provvidenza fa parte di quel piano di riqualificazione della città, dal punto di vista urbanistico e sociale, attuato grazie al mecenatismo della famiglia Borsalino. Un esempio di sensibilità nei confronti dei bisognosi, che ci mostra un passato, per la nostra città, di interessamento verso i temi dell’assistenza alla persona.
Oggi il settore dei servizi alessandrini non sta vivendo un buon momento. Siamo appena usciti da una settimana di mobilitazioni e dibattiti per la chiusura dei servizi Aspal, diversi dei quali rivolti a bambini e giovani. Mercoledì 13 saranno invece i lavoratori delle cooperative del Cissaca a protestare. Il credito che il Cissaca, committente di molti servizi del territorio, vanta nei confronti del Comune di Alessandria impedisce al consorzio di sanare i debiti con le Cooperative Sociali Alessandrine, fornitrici dei principali servizi alla persona (anziani, disabili, minori, ecc.). Anche in questo caso, dunque, si rischia la chiusura.
Ogni giorno ci troviamo così sempre più di fronte alla drammaticità della situazione in cui versa la nostra città. C’è bisogno di sacrifici da tutte le parti, c’è bisogno di una politica che, pur nella difficoltà, dia risposte e ridoni speranza. Forse c’è anche bisogno di recuperare il senso delle piccole azioni quotidiane che possono migliorare la vita a tutti, di riconoscere la responsabilità che ognuno di noi ha come cittadino e membro di una comunità. Insomma, quel sentimento di solidarietà sociale che, come abbiam visto, non manca nel passato di Alessandria.



 L’Ospizio della Divina Provvidenza, Domenico Sartorio, gelatina bromuro d’argento/vetro. Per gentile concessione della Fototeca Civica di Alessandria.

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