Stragi dimenticate e identità conquistate
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Stragi dimenticate e identità conquistate

A Cultura e Sviluppo una serata in memoria dell’Olocausto dei malati mentali e degli omosessuali. Stefania Cartasegna presenta il gruppo Tessere le Identità, neonato punto di riferimento in città per gay, lesbiche e transessuali

A Cultura e Sviluppo una serata in memoria dell?Olocausto dei malati mentali e degli omosessuali. Stefania Cartasegna presenta il gruppo Tessere le Identità, neonato punto di riferimento in città per gay, lesbiche e transessuali

ALESSANDRIA – Sempre nell’ambito delle iniziative collegate alla Giornata della Memoria si è svolto giovedì 31 gennaio, presso l’Associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria, una serata sul tema delle persecuzioni naziste dimenticate. Oltre alle violenze contro gli ebrei, i piani nazisti puntavano anche all’eliminazione di omosessuali, malati mentali, zingari ed oppositori politici.  La psichiatria, ha affermato il dottor Ennio Piantato, è stata spesso strumento di annientamento nelle mani dei regimi totalitari. Il relatore ripercorre con qualche data l’escalation della violenza. Nella Germania del 1933 una legge permise la sterilizzazione forzata degli individui soggetti a ritardi mentali, schizofrenia, epilessia. Nel 1937 venne promulgata un’altra legge che permetteva di sterilizzare tutti i bambini tedeschi di colore. A Brandeburgo, nel 1940, ha inizio l’eliminazione dei malati di mente con monossido di carbonio. Infine nel giugno 1941 inizia lo sterminio vero e proprio di ebrei, zingari, malati di mente, oppositori politici, testimoni di Geova ed omosessuali. L’enorme numero di vittime diventa ancor più insopportabile pensando alle motivazioni di tale sterminio: eliminare tutti quelle categorie di persone “colpevoli di vivere una vita indegna di essere vissuta“. Con il consenso del personale medico, la malattia mentale venne sempre più considerata come una colpa ed in questo modo la psichiatria ha fatto tristemente da cartina tornasole del basso grado di civiltà del regime nazista.

Francesco Pivetta, docente di Filosofia, ha ricordato che se gli ebrei erano sterminati perché nuocevano alla purezza della razza, gli omosessuali perché invece ne ostacolavano la riproduzione. Il professore parla di Omocausto, la strage dimenticata perché lo stesso gruppo colpito ha visto la possibilità di comunicare queste esperienza soffocata dai pregiudizi e dai sentimenti di vergogna. Anche l’omosessualità venne considerata dai nazisti come una malattia da debellare e le persone da essa colpite dovevano essere rieducate attraverso i lavori forzati, ai quali purtroppo la maggior parte di essi non sopravviveva. Alle lesbiche invece lo sterminio venne risparmiato, in quanto comunque adatte alla riproduzione della razza.

Presente alla serata anche Stefania Cartasegna, rappresentante del gruppo Tessere le Identità, nato lo scorso anno raggruppando persone “diversamente uguali”: gay, lesbiche, transessuali, ma anche i familiari di costoro, che necessitano di una guida per affrontare questi spesso non semplici percorsi e scelte di vita. Tessere le Identità è un modo per condividere delle esperienze, per conoscere meglio se stessi e quindi comunicare anche all’esterno questo mondo. Mettere in gioco il proprio essere e comunicarlo, racconta la Cartasegna, è stato il passo più difficile all’inizio, ma è servito per fondare ed unire il gruppo. Gli obiettivi sono quelli di creare uno sportello di ascolto e di diventare un punto di riferimento per tante persone, anche grazie alla presenza di professionisti ed esperti di queste tematiche che si sono resi disponibili per dar vita ad iniziative e progetti. Gli interventi dei relatori sono stati intervallati dalla lettura di testimonianze delle vittime degli stermini nazisti, a cura di Debora Pessot.

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