Alexandria Scriptori Festival, invertire la tendenza a colpi di penna
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Alexandria Scriptori Festival, invertire la tendenza a colpi di penna

Un festival-raduno culturale e un laboratorio di idee sulle contemporaneità. La proposta di quattro ragazzi che hanno deciso di non lamentarsi e hanno investito nelle loro passioni per vincere l'apatia e provare a trovare una soluzione, del tutto personale, alla crisi

Un festival-raduno culturale e un laboratorio di idee sulle contemporaneità. La proposta di quattro ragazzi che hanno deciso di non lamentarsi e hanno investito nelle loro passioni per vincere l'apatia e provare a trovare una soluzione, del tutto personale, alla crisi

#nonsolodissesto – “Stiamo vivendo una crisi e una crisi c’è sempre quando qualche cosa non va”. Già, ma come facciamo a sapere cosa non va? Come facciamo a decidere come separare ciò che funziona da quello che non funziona? Come possiamo cambiarlo?
Queste risposte non sappiamo darvele – e diffidate da chiunque vi dica di poterlo fare. Quello che però possiamo fare è raccontare. Portare esempi di chi coglie in pieno il significato della crisi. Qualcosa non va, bisogna modificarlo, si prova a farlo, anche se non si sa se quella percorsa sarà la strada giusta.
Prendiamo pochi ragazzi con la passione per la letteratura e la scrittura. Creano un’associazione con un’idea precisa: supportare l’espressione letteraria giovanile esordiente. Hanno scelto un campo difficile, una città piccola e lontana dai circuiti come Alessandria, un periodo di piena recessione economia mondiale. Non una parabola masochista, la realtà. Quella associazione si chiama Dietro l’Arte e ciò che ha creato è il raduno per appassionati della parola scritta Alexandria Scriptori Festival. Dopo tre edizioni (2009, 2010, 2011) la rassegna si è presa un anno sabbatico e ora è pronta a tornare rinnovata, vitale, combattiva, il 25 e 26 maggio.
“Il nostro motto è invertire la tendenza – spiega Emiliano Busselli, in rappresentanza di tutta l’organizzazione, composta inoltre da Cristina Forcherio, Alessia Baldi, Pasquale Galluzzo– La tendenza che vogliamo invertire è quella al pessimismo cupo, a volte anche rancoroso, che comunque vadano le cose non permette di reagire in modo giusto alla crisi. Nel nostro piccolo c’è l’intenzione di partecipare a un cambiamento. Riteniamo che ci sia bisogno di una via nuova che superi la mancanza di etica che c’è in tanti casi, anche abbastanza sistematica, ma dall’altra non volgiamo nemmeno essere quelli che si lamentano e basta, diventano rancorosi e populisti. Noi vogliamo essere controcorrente. Sappiamo che le cose potrebbero andare meglio, non possiamo però aspettarcelo dagli altri ma dobbiamo essere i primi a muoverci”.

Un atteggiamento positivo con obiettivi su cui insistere e che, ancor prima che essere rivolto all’esterno, è un moto interno che urla contro l’indolenza: “Noi stiamo facendo una comunicazione che vuole essere anche una scossa. In particolare per gli alessandrini ma non solo. La situazione alessandrina è qualcosa di particolare ma si colloca in un contesto più generico. Noi vorremmo effettivamente dare uno stimolo alla partecipazione in generale, alla cosiddetta cittadinanza attiva. Perché è importante capire presto quanto il chiuderti nel tuo piccolo orto, il non partecipare alla vita sociale, ti toglie. Quello che stiamo facendo con l’Alexandria Scriptori Festival lo viviamo come un nostro modo per non fossilizzarci, per non farci cogliere da un’apatia che tradizionalmente viene associata agli alessandrini. In questo momento bisogna dare segnali diversi. La città è viva come sempre. Le realtà che fanno qualcosa, anche in ambito culturale, ci sono, ci sono sempre state. Per questo il messaggio che vogliamo dare va al di là della manifestazione stessa”.
Capire la contemporaneità e saperne sfruttare le potenzialità è il passo fondamentale per cui una città come Alessandria può rilanciarsi e giocare un ruolo in un contesto più ampio, anche nello specifico ambito letterario. A vederla in questo verso, il partire o il rimanere ritorna ad essere solo una scelta, non un passo obbligato contro un atto coraggioso. “Abbiamo scelto di organizzare il festival in Alessandria perché abbiamo sempre pensato che le città di provincia, nell’era della globalizzazione, hanno dei vantaggi. Oggi ovunque tu sia sei connesso con il resto del mondo. Se sei in una piccola città hai le stesse possibilità ma meno stress e più libertà, quasi. Poi naturalmente vogliamo reagire anche alla ferita morale del dissesto. Al di là di tutto amiamo Alessandria. Magari non passionalmente come fanno altri, ma noi alessandrini amiamo la nostra città. Il nostro intento è quindi offrire qualcosa alla città, qualcosa che la possa anche connotare e dare ulteriore appeal in un certo turismo culturale. In quelle due giornate si mette in moto anche un piccolo indotto legato all’accoglienza dei partecipanti e dà un’immagine di ritorno alla città intera. Abbiamo scelto di metter il nome della città latinizzato perché al momento di fondare l’associazione era emerso il discorso che tutti eravamo stanchi del grigiore e dell’apatia alessandrina. Volevamo far vedere che qualcosa di bello si poteva fare anche senza grandi risorse”.

L’Alexandria Scriptori Festival è profondamente legato a una riflessione sui tempi che stiamo vivendo. La scrittura è un mezzo che può permettere di penetrare in profondità l’intricata ragnatela di quest’epoca. Non può dipanarla, però può darci delle visioni di quello che c’è al suo interno e aiutare a capirla, e a capirci, attraverso il racconto che se ne fa. “Cercare di osservare attraverso la scrittura le tendenze delle contemporaneità, questo è il tema del festival. Le precedenti edizioni non focalizzavano pienamente questo aspetto. Quest’anno invece il punto è molto più consapevole. Noi vorremmo individuare qualche elemento caratterizzante della contemporaneità attraverso le opere degli autori. Infatti la formula dell’Alexandria Scriptori Festival rimarca questa caratteristica. La particolarità è che c’è un legame fortissimo tra le due giornate della manifestazione e i concorsi letterari correlati. I vincitori delle varie sezioni saranno tra i protagonisti delle due giornate. I vincitori determinano anche lo sviluppo tematico delle due giornate. Il perno infatti sono le tavole rotonde sugli argomenti che sono emersi dai concorsi. Due su argomenti di scrittura artistica e una di scrittura saggistica dove dialogheranno e si confronteranno i vincitori e i giurati che gli hanno votati. Secondo le nostre intenzioni si dovrebbe creare un laboratorio delle idee. Di edizione in edizione vorremmo portare avanti questo laboratorio che non darà mai risposte e cercherà sempre solo domande”.
In sordina, con tanta voglia di mettersi in gioco, i ragazzi di Dietro l’Arte hanno creato un qualcosa che, seppur giovane, sta trovando riscontri in diverse parti d’Italia. “L’Alexandria Scriptori Festival ha da subito avuto un certo successo con la partecipazione di scrittori da diverse regioni. Alcuni si sono fidelizzati e ci vengono a trovare di edizione in edizione, anche da Roma. Le iscrizione per l’edizione 2013 sono in totale, per entrambi i concorsi, 331 arrivate da tutta la penisola: 73 per gli editi e 258 per gli inediti. La maggior parte delle partecipazioni sono nella sezione racconto, tallonata dalla poesia a poca distanza. La promozione sui siti e blog specializzati ci ha aiutato molto. Ci sono tante persone che partecipano ai concorsi la rete è il primo luogo in cui li vanno a cercare. Come tutte le manifestazioni giovani probabilmente la partecipazione crescerà. Però anche lanciando una cosa nuova e in poco tempo, lavorando sui social network si ottengono buoni risultati”.
Gli eventi possono essere un’occasione di far conoscere la città e di farla apprezzare da chi viene per quell’occasione. “Chi viene in Alessandria per il concorso si trova bene. Apprezza lo stile di vita che c’è. Uno scrittore di Roma ogni volta che viene qui dice per lui è una vacanza perché qui si rilassa ogni volta, con i ritmi diversi che trova. Attraverso la letteratura si mette in luce il territorio in quanto tale con tutto il resto che ha da offrire, la bellezza dei paesaggio, l’enogastronomia. Noi anche di questi aspetti teniamo conto. Fanno parte del programma delle due giornate le cene con gli scrittori a base dei nostri piatti tipici”.
Perché questi non rimangano episodi sporadici e isolati, disperdendo l’impegno e le energie messe in campo da molti, bisogna che si crei una rete in cui tutti questi momenti si uniscono e facciano comunità, pronta a farne vivere lo spirito al di fuori dell’evento singolo.

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