Microfestival “Vi PIACe?”
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Microfestival “Vi PIACe?”

La vita culturale alessandrina è animata da una serie di eventi letterari che riscontrano un grande successo di pubblico. Conosciamoli meglio attraverso uno dei suoi organizzatori

La vita culturale alessandrina è animata da una serie di eventi letterari che riscontrano un grande successo di pubblico. Conosciamoli meglio attraverso uno dei suoi organizzatori

ALESSANDRIA – La vita culturale alessandrina è più viva di quel che si potrebbe pensare ad un’occhiata fugace. A entrarci dentro, a provare a viverla, si trovano diverse iniziative. Non fanno grande clamore ma attirano pubblico e costruiscono piano piano un gruppo nutrito di fedelissimi.
Tra queste va sicuramente annoverato il Microfestival “Vi PIACe?”. Un appuntamento per gli appasionati di poesia e letteratura che sta ormai diventando un appuntamento ricorrente attraverso una formula innovativa come quello della scrittura ad alta voce. Ideato da Claudio Braggio e da Franco Galliani, dalla prima “edizione” nell’ottobre 2012 il microfestival sta rapidamente trovando consensi.
Abbiamo fatto qualche domanda a Claudio Braggio per  conoscere più in dettaglio questa realtà.

Perché organizzare dei microfestival e non dei festival veri e propri? Qual è la differenza?
Per definire un microfestival occorre aver piena considerazione di che cosa sia un festival, evento complesso che si sviluppa in più giornate, di solito da tre a dieci, con iniziative che possono svolgersi anche in contemporanea. Lo sforzo organizzativo e l’impegno economico di un festival sono tali perché si debba escludere la gratuità della partecipazione; inoltre è necessario invitare nomi di grande richiamo sia per offrire ampia visibilità alla proposta, sia per accrescere il pubblico pagante. Non escludo si possa fare un giorno in Alessandria un Festival della Letteratura o meglio ancora dedicato alla Scrittura per includere cinema e teatro, ma rimarrei comunque dubbioso sull’utilità di un progetto molto grande che offrirebbe soddisfazione in un solo periodo dell’anno. L’idea del microfestival, che può essere scomposto in parti minime che vanno da una serata ad un paio di giornate, è attuabile con un minor impegno organizzativo, non necessita di grandi impegni economici e facilmente è possibile partecipare gratuitamente, offre la possibilità di spacchettare gli eventi nel corso dell’anno, con cadenze prefissate o meno, e più simpaticamente si presta alla riflessione garantendo una partecipazione diretta fra pubblico e astanti.

Avete riscontrato un buon successo di pubblico?
La formula innovativa della scrittura ad alta voce avviata col microfestival “Vi PIACe?” ideato e condotto da Franco Galliani e me dall’ottobre 2012 all’Isola Ritrovata (via Santa Maria di Castello 8 in Alessandria). Tiene conto dell’indispensabile creazione di un rapporto schietto col pubblico, che sin dall’inizio è stato motore principale dell’evento, offrendo suggerimenti e partecipazione attiva sempre. La sale sono sempre affollate e sebbene ogni serata abbia una scaletta di un paio d’ore, siamo costretti a proseguire per un’altra ora sospinti dal calore del pubblico che desidera fortemente sentir leggere racconti, poesie, brani tratti da romanzi o da saggi. La nascita del “Vi PIACe? fuorisacco” nel gennaio 2013 testimonia che un solo incontro mensile non era più sufficiente, ed abbiamo optato per una caratterizzazione a tema, mentre il “Vi PIACE? Scrittura ad alta voce” originale rimane generalista. Mi piace ricordare che sino ad ora sono oltre Settanta gli autori che sono passati dal “Vi PIACE?” e molti altri hanno già chiesto o annunciato la loro partecipazione. Chi c’è stato vuole ritornare. Completa la piccola rete cittadina Il “Monferrato Artsiti&Scrittori Festival” in prima uscita venerdì 1 e sabato 2 febbraio, che al momento pensiamo in cadenza semestrale, è la risposta alla richiesta del pubblico di avere dei momenti di incontro con operatori del settore editoriale, per questo inizieremo con un’agente letterario, Natascia Pane (opera a livello europeo), ed un editore alessandrino, Mauro Ferrari, accompagnato dai curatori della prossima antologia della poesia alessandrina che cominceremo a costruire insieme, poeti e pubblico, proprio al Festival.

Credi che la città sia pronta e reattiva a una serie di eventi del genere?
Gli Alessandrini sono reattivi, ma anche esigenti e per questo le proposte, pure quelle di nicchia, debbono essere confezionate con serietà, impegno ed un pizzico di novità. La città reagisce, quindi si deve onestamente offrire qualcosa che non sappia di scopiazzamento o sia ammantata da superficialità. Il pubblico merita rispetto, sempre, anche quando non accorre ad ogni piè sospinto. L’altra parola chiave è senz’altro “tenacia”.

Da dove nasce l’idea di un concorso per racconti brevi come il Monferrato Scriptori? Puoi spiegare in cosa consiste?
La letteratura è un termometro della società, probabilmente quello capace di offrire un riscontro immediato. Con molta semplicità chiediamo di esprimersi non soltanto per dar sfogo alla creatività, ma anche per ampliare la percezione dei tempi che stiamo vivendo. Tecnicamente il concorso è simile a tanti altri. Lo proponiamo perché ci siamo resi conto che mancava una proposta del genere nella nostra città. La partecipazione è aperta anche a quanti alessandrini non sono, ma a loro chiediamo però l’amabile cortesia di ambientare la loro storia in Alessandria.

Il Monferrato Scriptori vuole dire no al dissesto di Alessandria. Credi che la letteratura e, più in generale, la cultura possano fare qualcosa per questa città? In che modo?
Un popolo che non si esprime attraverso l’arte è destinato all’estinzione, perché non ha sensazioni, emozioni, pensieri da trasmettere agli altri e su cui riflettere. Per vivere occorre servire il pane in tavola, ma per guardare oltre l’orizzonte il pensiero deve trovare egual nutrimento. Credo sia proprio questa la funzione della produzione culturale e artistica. In questo momento ci siamo dedicati alla letteratura e alla poesia, ma abbiamo in animo anche di organizzare momenti di attenzione in merito a cinema e teatro. Senza meno rivolgiamo un pensiero anche a musica, pittura, danza, scultura, fotografia, eccetera perché l’arte non ha e non deve avere confini invalicabili, essendo auspicabile sempre la contaminazione fra generi, motore di paragone e di crescita.

I due temi del Monferrato Scriptori sono il lavoro e lo sport. Come mai avete scelto questi due aspetti?
Il lavoro è anche il tema scelto per l’anno 2013, che più compiutamente verrà sviluppato nel corso dei primi due giorni del Monferrato Artisti&Scrittori Festival e non solo. Il tema è importante sempre ed in questo periodo è nervo sensibile tanto della comunità locale, quanto dell’Italia e dell’Europa tutta. Come spunto di discussione abbiamo infatti scritto “Il lavoro nostro contemporaneo… (nella vita e nell’arte) sognato, conquistato, sofferto, desiderato, sparito, dimenticato, evocato, immaginato, difeso, rubato, evitato, idolatrato, meritato, solidale, sperimentato, eccetera, eccetera”. Ci è parso opportuno accoppiare lo sport, con un pensiero dedicato soprattutto a quello che viene definito “minore”, perché riteniamo che assieme al lavoro ed all’arte sia metro esatto per valutare il futuro della società contemporanea, stabilendone di fatto le effettive possibilità di crescita.

Come giudichi la situazione culturale di Alessandria?

Vivace, ma non adeguatamente promossa. Con questo non intendo affatto chiedere maggiore attenzione da parte dei mezzi di comunicazione, ma piuttosto rimarcare che sovente gli stessi organizzatori non dedicano la giusta cura alla comunicazione degli eventi che organizzano. Ritengo sia opportuno valutare l’organizzazione di seminari, convegni o addirittura brevi corsi dedicati alla comunicazione. Avviando nel contempo un rapporto costruttivo con i mezzi di comunicazione, certo, quale reciproca opportunità di scambio.

Cosa dovrebbero fare di più intellettuali e artisti alessandrini per aiutare la città in un momento di difficoltà?
Uscire dal guscio. Sarebbe già buona cosa. Il lavoro che ci si aspetta da loro è quello che sanno fare, quello che fanno, ma non sarebbe male se ci fosse qualche convergenza progettuale o almeno di tema per dar maggior forza ed intensità alla loro azione e ad un messaggio comune. Quale? Ovviamente che Alessandria è culturalmente viva e dialoga.

Come potrebbero aiutare la città a uscirne rinnovata?
Chiedo venia se pongo una domanda in esordio di risposta: ce la facciamo a produrre qualche opera collettiva dedicata alla nostra città? In merito alla poesia è possibile partecipare alla costruzione della nuova antologia dei poeti alessandrini. Per quanto concerne il racconto, il nostro concorso è un primo passo. Il prossimo potrebbe essere quello del teatro, dove è vero che ci sono molti progetti di formazione per attori e attrici e per la costruzione di spettacoli, ma c’è molto poco in tema di scrittura (il corso di Massimo Brioschi è valido, ma unico). Questa potrebbe essere l’occasione per nascere un teatro d’autore in Alessandria? Offro senz’altro il mio aiuto. Subito dopo? Il cinema, naturalmente! Raccontare, occorre raccontare e poi raccontare ed ancora raccontare.

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