Usb: “ma quale concertazione: i sindacati spesso sono complici!”
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Usb: “ma quale concertazione: i sindacati spesso sono complici!”

Circa 80 iscritti fra Comune di Alessandria e partecipate, una quarantina ai vigili del fuoco. Ma anche una presenza che cresce nelle fabbriche, come la Kme di Serravalle. Cosa chiede, e cosa contesta radicalmente, l’Unione sindacale di base? Incontriamo il suo portavoce provinciale, Giovanni Maccarino, e Nicola Stornini, operaio a Palazzo Rosso

Circa 80 iscritti fra Comune di Alessandria e partecipate, una quarantina ai vigili del fuoco. Ma anche una presenza che cresce nelle fabbriche, come la Kme di Serravalle. Cosa chiede, e cosa contesta radicalmente, l’Unione sindacale di base? Incontriamo il suo portavoce provinciale, Giovanni Maccarino, e Nicola Stornini, operaio a Palazzo Rosso

INTERVISTE – Hanno cominciato l’anno con la grinta di sempre. Da un lato contestano i fondamenti di una società basata sul dominio della finanza e dei mercati, e che fa pagare ai poveri il costo della crisi (“abbiamo una nostra agenda per l’Italiaall’antitesi di quella di Monti, e saremo lieti di discuterla con tutti i candidati alessandrini alle prossime elezioni politiche). Dall’altro, sul territorio, sono la voce “fuori dal coro” che, negli enti locali come nelle fabbriche, crede nella possibilità di “un altro sindacato, considerato che quelli confederali, ci pare sia chiaro a tutti, sono passati da tempo dalla concertazione alla complicità più esplicita con la controparte”. E nei giorni scorsi, dopo le dichiarazioni di Beppe Grillo sui sindacati, hanno ritenuto di farsi sentire, per chiarire che non è opportuno fare “di tutt’erba un fascio”.

L’Usb, Unione sindacale di base, ha ad Alessandria il suo portavoce più conosciuto in Giovanni Maccarino, ma lui ci tiene a sottolineare che “siamo un gruppo, che cresce e si arricchisce costantemente grazie alle esperienze e ai contributi di tutti”. Sembra tutt’altro che un estremista, Giovanni Maccarino: ama la conversazione pacata, e sceglie i termini con cura e quasi “moderazione”, lasciando anzi la parte del “duro e puro” al collega Nicola Stornini, operaio dipendente del Comune di Alessandria, che sull’operato della giunta Rossa è “tranchant”: “Fabbio, con il quale naturalmente non avevamo nulla da spartire, quanto meno ci ascoltava, e non ci negava sistematicamente l’accesso ai tavoli. Oggi con il centro sinistra invece è così: forse perché siamo gli unici ad esserci permessi di segnalare un certo intreccio di parentele che da sempre controllano la città: ma non mi pare che siano arrivate querele”.

Già, il Comune di Alessandria. Impossibile, se si parla di crisi, non muovere da lì, poiché Palazzo Rosso, tra dissesto e ristrutturazioni (per ora solo annunciate) pare essere diventato un po’ l’emblema della condizione di tutto un territorio alle prese con enormi emergenze, e alla ricerca affannosa di prospettive. “Vede – spiega Maccarino – il punto è proprio questo: la situazione in cui Palazzo Rosso, e le sue partecipate, si vengono a trovare in questo inizio di 2013 è il frutto, amarissimo, di almeno vent’anni di errori, speculazioni e clientele di cui è responsabile tutto il ceto politico locale, con la connivenza dei sindacati confederali. Ora che il vaso è colmo, si vorrebbero far pagare i costi di scelte dissennate ai lavoratori, ridiscutendo loro diritti basilari. Noi a questo diciamo no con fermezza assoluta, e prendendo iniziative concrete, anche se spesso solitarie”. Nelle scorse settimane, ad esempio, Usb ha reso noto di aver vinto la causa contro il Comune di Alessandria, “che dovrà risarcire sei lavoratrici precarie addette alle mense con complessivi 60 mila euro, oltre alle spese processuali. Naturalmente le altre organizzazioni sindacali hanno invece preferito consigliare i lavoratori e le lavoratrici di soprassedere. Ma le pare possibile? Oltretutto, se il Comune ci avesse ascoltato e avesse dialogato con noi, di questo e di altri simili processi in corso non ci sarebbe stato bisogno”.

Il giudizio di Usb sulla situazione di Palazzo Rosso è drastico: “i tagli effettuati da gennaio su buoni pasto e produttività – sostiene Nicola Stornini – sono semplicemente illegittimi. Così come a questo punto sarà la Corte dei Conti, a cui abbiamo presentato un esposto nei giorni scorsi, a valutare se la soppressione del servizio di avvocatura interno all’ente (dove ci sono le competenze necessarie per svolgerlo) a favore di qualche studio legale esterno è utile al Comune, o solo appunto a qualche singolo professionista. E Costruire Insieme? “E’ un’altra polveriera – dice Stornini -, hanno indotto i dipendenti a tempo indeterminato del Comune ad accettare un trasferimento che, un domani, potrà significare la perdita di diritti sacrosanti. Mentre molte maestre sono messe anche peggio: hanno contratti che scadono a luglio”. Ma è anche il rapporto con le rappresentanze sindacali “storiche” (Cgil, Cisl e Uil, insomma) a lasciare l’amaro in bocca agli esponenti Usb: “Nei nostri confronti – spiega Maccarino – viene praticato un sistematico apartheid, in Comune come in altri enti locali, nell’illusione di poter così negare che una parte ormai vastissima dei lavoratori non si identifica più nelle sigle sindadacali confederali. Naturalmente quando poi la stessa sorte tocca alla Fiom in Fiat, qualcuno comincia a rendersi conto della gravità del fenomeno: negare a qualsiasi sindacato (e non solo ad Usb) di partecipare ai tavoli di lavoro, solo perché ha rifiutato di firmare contratti collettivi in cui non si riconosce, è un atto assolutamente antidemocratico.Anche se occorre essere onesti: quel che sta succedendo è che molti lavoratori in Comune, nelle partecipate o in Provincia, da un lato sono come annichiliti, in stato confusionale di fronte ad un crollo di tutte le garanzie e le certezze. Dall’altro, però, non pochi di loro devono il loro posto di lavoro a questo o quel politico o sigla sindacale, lo sanno tutti. Per cui sono sotto scacco, e non sanno davvero che pesci prendere”.

Quale può essere però la via d’uscita? “I lavoratori devono alzare la testa – spiega Maccarino – e tornare a battersi per i loro diritti. Sapesse in quanti ci contattano, ci segnalano disfunzioni, ci chiedono aiuto, ma poi non osano esporsi! Io li capisco, ma un po’ di coraggio ci vuole. Comunque, oggi abbiamo in Comune ad Alessandria 35 iscritti, e poi 11 a Costruire Insieme, una trentina in Atm, 40 tra i Vigili del Fuoco. Siamo un’avanguardia, sentiamo di rappresentare una sensibilità in crescita sul territorio, come nel Paese”. A proposito di partecipate, come uscirne? “Anche qui, parlando chiaro. In realtà come Atm o Amag ci sono state numerose assunzioni di favore, senza concorsi? La procura sta indagando, ma ha i suoi tempi, biblici. E intanto nessuno interviene, a tutto danno anche dei lavoratori seri, la gran parte. Però che gli organici di certe strutture siano stati gonfiati (e non solo dalla precedente amministrazione di centro destra: è un fenomeno con radici anche precedenti) con cugini, parenti e amici dei politici e dei sindacalisti lo sanno tutti, non prendiamoci in giro. E il guaio è che, spesso, qualcuno entrava con una certa funzione, diciamo autista, e dopo pochi mesi l’Asl gli certificava una grave inabilità, per cui passava impiegato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, purtroppo. Così anche in Provincia: noi stiamo sempre al fianco dei precari e dei licenziati, e ci siamo anche offerti per un sostegno sindacale a chi ha perso il lavoro. Ma quanti di quei precari erano entrati lì in via amicale, perché conoscevano questo o quello? O si spezza davvero questo meccanismo, o i lavoratori onesti saranno sempre meno rappresentati, o costretti tutti quanti ad affiliazioni clientelari per sopravvivere. Vogliamo vivere in un Paese così?”.

Se questo è lo scenario pubblico, Usb è in prima linea anche sul fronte privato: “la nostra presenza nelle fabbriche sta crescendo, ci sono realtà, come la Kme di Serravalle, in cui abbiamo un forte nucleo di iscritti, e dove naturalmente siamo in prima fila nelle battaglie per la difesa dei diritti, e dello stesso posto di lavoro a rischio. Da questo punto di vista Alessandria è una prateria sterminata, tutta da riconquistare sul piano delle tutele: nel senso che i sindacati confederali hanno spesso abdicato, nei fatti. E si accontentano di briciole, o accordi al ribasso: ripeto, quando la concertazione diventa complicità, quello è il momento di far saltare il banco, e ridiscutere tutto da capo”.

 

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