Neurochirurgia: “in arrivo l’operazione anti cefalee”
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Neurochirurgia: “in arrivo l’operazione anti cefalee”

Oltre mille interventi nel 2012 tra chirurgia cranica e vertebrale, e un’equipe di giovani medici. Il dottor Andrea Barbanera, responsabile della Neurochirurgia dell'Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, ci guida alla scoperta di attività e specializzazioni del reparto, e dei progetti per il nuovo anno

Oltre mille interventi nel 2012 tra chirurgia cranica e vertebrale, e un?equipe di giovani medici. Il dottor Andrea Barbanera, responsabile della Neurochirurgia dell'Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, ci guida alla scoperta di attività e specializzazioni del reparto, e dei progetti per il nuovo anno

ALESSANDRIA – Più di mille interventi nel corso del 2012, di cui circa il 50% di chirurgia cranica, e il 50% di chirurgia vertebrale. E un’equipe complessiva di 9 medici (di cui 5 costantemente impegnati in sala operatoria) che consente la reperibilità 24 ore su 24, fornendo un servizio ininterrotto ad un territorio che si estende alle province di Alessandria e Asti, ossia il bacino di riferimento della nostra Asl. Il reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria è guidato, da un anno a questa parte, dal dottor Andrea Barbanera, che con i suoi 43 anni è uno dei più giovani e apprezzati specialisti del settore.
“Precisiamo che sono in realtà responsabile facente funzioni – sorride –, confermato anche per il 2013. E peraltro sono assolutamente convinto che, per chi fa questo mestiere, ci dovrebbero essere contratti pluriennali sempre rinnovati sulla base dei risultati via via conseguiti”. Da questo punto di vista, il dottor Barbanera è un’eccellenza a livello nazionale, e non solo. Genovese per nascita e studi, dopo esperienze al Galliera e al San Martino, ma anche in Sicilia e a Pavia, ha poi lavorato a lungo a Bologna, all’ospedale Bellaria, la cui neurochirurgia rappresenta un punto di riferimento indiscusso, con forti legami anche con primarie realtà europee.

“Sono ad Alessandria in realtà da quattro anni – sottolinea – e quando mi è stata offerta l’opportunità di guidare il reparto ho chiamato da Bologna alcuni miei giovani collaboratori, che si sono perfettamente integrati con le professionalità, di grande valore, che già c’erano qui al Santi Antonio e Biagio. Posso davvero dire, con orgoglio, che siamo un team affiatato, e mi creda questo è un aspetto essenziale quando si svolge una professione delicata come la nostra. Vorrei anche citare il ruolo e la disponibilità anche del personale paramedico, che si fa letteralmente “in quattro”, lavorando senza risparmio: anche perché i pazienti che passano da noi, quasi sempre, hanno un percorso delicato, che necessità ovviamente di un’attenzione pre e post operatoria davvero elevata e personalizzata”. I dati parlano tra l’altro, per la neurochirurgia alessandrina, di un forte “flusso” in arrivo anche di pazienti da fuori regione, con particolare riferimento proprio all’Emilia Romagna: segno evidente di apprezzamento per la professionalità della “squadra” locale, e per la capacità di innovare: “in questo settore – spiega Barbanera – più che in altri è necessario essere ricettivi, e multidisciplinari, per confrontarsi in maniera costante sul fronte delle tecniche utilizzate, dei risultati ottenuti, dei nuovi strumenti e delle nuove metodologie a disposizione per intervenire su patologie degenerative, tumorali e traumi. Noi abbiamo istituito i Gic, gruppi di lavoro che coinvolgono tutti gli altri presidi ospedalieri del territorio, da cui spesso arrivano i nostri pazienti per gli interventi, e ai quali i pazienti ritornano, per la fase post operatoria, particolarmente delicata. In reparto abbiamo soltanto 28-29 posti letto, e una forte sinergia con gli altri ospedali è quindi fondamentale. Anche per discutere casi clinici individuali, e ri/allineare costantemente i protocolli procedurali”. E, proprio sul fronte dell’innovazione, in rampa di lancio per il 2013 c’è un nuovo, importante progetto che riguarda la chirurgia delle cefalee. “Chi soffre di forme di mal di testa particolarmente intense – spiega Andrea Barbanera – sa bene quanto questa patologia possa essere debilitante, e invalidante. Per le forme di cefalea più resistenti ai farmaci, è oggi possibile ricorrere all’applicazione di uno stimolatore sottocutaneo permanente, che interviene a livello di nervi, ed elimina il problema. Sono quattro i centri in Italia dove è possibile effettuare simili interventi (sia pur per ora in numero “contingentato”), e Alessandria (insieme a Asti) è tra questi: gli altri sono a Roma, Milano e Varese.

Ma come “vivono” i pazienti alessandrini e del resto del territorio il rapporto con il reparto di Neurochirurgia? Basta fermarsi nell’atrio del reparto, e leggere sulle due bacheche laterali i messaggi di ringraziamento (via lettera cartacea, o sempre più spesso per e-mail) di chi è “transitato” per questi corridoi per rendersi conto che la soddisfazione, per il livello di professionalità medico sanitaria ma anche per la relazione umana instaurata, è davvero elevata. “In effetti – riconosce il responsabile della struttura – la gran parte dei pazienti si dichiara soddisfatta o molto soddisfatta, e di questo siamo naturalmente orgogliosi, ma come ospedale ci interessa invece di più capire le motivazioni del circa 5% che dichiara negli appositi questionari di valutazione elementi di insoddisfazione. E devo dire che si tratta quasi sempre di critiche non al personale medico o paramedico, ma a carenze di tipo strutturale”. Ossia, in sostanza, alla mancanza nel reparto di bagni in camera, o dell’aria condizionata, o a qualche sedia troppo rigida. “E poi – conclude il dottor Barbanera – qualcuno con ragione si lamenta del fatto che il suo intervento viene magari programmato, e poi rinviato con breve preavviso, per sopraggiunte urgenze. Li capisco e hanno ragione, ma naturalmente se nel frattempo arrivano pazienti in emergenza per traumi da grave incidente, o altre situazioni particolari, a noi non resta alternativa. La soluzione ci sarebbe: ossia avere una sala operatoria esclusivamente dedicata alle urgenze. Ma anche noi, come noto, facciamo i conti con risorse che non sono illimitate, oggi più che mai”.

 

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