Ida: “Con il basilico rosso abbiamo conquistato il Giappone”
80% di export in 40 Paesi, 15 milioni di fatturato e una serie di nuovi progetti in rampa di lancio. Augusto Gemma, titolare della Ida, racconta il percorso imprenditoriale anticrisi dellazienda alessandrina, specializzata nella disidratazione di vegetali utilizzati come ingredienti dallindustria alimentare
80% di export in 40 Paesi, 15 milioni di fatturato e una serie di nuovi progetti in rampa di lancio. Augusto Gemma, titolare della Ida, racconta il percorso imprenditoriale anticrisi dellazienda alessandrina, specializzata nella disidratazione di vegetali utilizzati come ingredienti dallindustria alimentare
SAN GIULIANO NUOVO – “Esportiamo circa l’80% della nostra produzione, e questo certamente ci mette parzialmente al riparo dalla contrazione dei consumi del mercato interno. Anzi, stiamo lavorando ad un’espansione della struttura, in vista della realizzazione di nuovi progetti”. Augusto Gemma è laureato in fisica, ma fa l’imprenditore dal lontano 1972, e la Ida è il fiore all’occhiello della sua famiglia. Con lui, nello stabilimento di San Giuliano Nuovo, alle porte di Alessandria, lavorano infatti anche i tre figli. A cominciare da Pietro, ingegnere 39enne che, dal 2010, è il presidente dei giovani industriali della provincia, e in azienda coordina la rete commerciale. Che significa viaggi in mezzo mondo, fiere, partnership e accordi a tutto campo: considerato che i prodotti della Ida, specializzata nella disidratazione di vegetali utilizzati come ingredienti dall’industria alimentare, vengono venduti in circa 40 Paesi.
“E pensare – spiega Augusto Gemma – che tutto è nato nel 1947, da un’intuizione di mio padre, che decise di investire, partendo dalla propria azienda agricola all’Osterietta, nella lavorazione e commercializzazione dei prodotti per il mercato alimentare, inizialmente italiano: allora mancava tutto, a cominciare dallo zucchero. E l’idea si rivelò vincente”. Nel frattempo il giovane Gemma cresce in una famiglia che, accanto al filone imprenditoriale, è ricca di fermenti culturali, e in particolare di musicisti di apprezzato talento. Ma, laureatosi in fisica elettronica a Genova, all’inizio degli anni Settanta decide di dedicarsi all’azienda di famiglia, e alla sua crescita. “All’epoca la sede era al Cristo – ricorda – in un’area in cui la nostra era l’unica costruzione, fra i campi. Via via attorno furono costruiti case e palazzi, per cui ad un certo punto la presenza della fabbrica fu quasi di troppo. Per questo, negli anni Novanta, individuammo quest’area, a San Giuliano Nuovo, abbandonata da tempo. Abbiamo realizzato uno stabilimento all’avanguardia, e nel 2005 ci siamo trasferiti”. Oggi alla Ida lavorano 15 dipendenti, con una catena di produzione lunga quasi 300 metri, che si occupa della lavorazione e dell’impacchettamento di spinaci (la cui farina rappresenta il prodotto principale dell’azienda), prezzemolo, rucola indirizzati a numerosi mercati, soprattutto internazionali. E poi c’è la perilla, il “basilico rosso” nostrano che trova largo impiego sul mercato giapponese, sia in cucina che come medicinale. Il prodotto alessandrino viene particolarmente apprezzato in Giappone per la sua qualità e purezza, e perché senza pesticidi. “I vegetali che lavoriamo – sottolinea Augusto Gemma – provengono per lo più dal mercato agricolo locale, ma anche dalle Marche e dal sud del Paese, là dove diventa necessario per coprire le esigenze produttive”. Eh sì, perché lo stabilimento della Ida, con un cuore tutto in acciaio inossidabile, è un impianto di essiccazione tra i più avanzati d’Europa, ed è in grado di
Ma la famiglia Gemma ama le nuove sfide, e non sta seduta sugli allori. Non si accontenta, insomma, e per il 2013 ci sono in cantiere almeno tre nuovi progetti: “Prima di tutto – spiega il titolare – dobbiamo completare la parte edilizia legata ai nuovi capannoni in costruzione, qui di fianco a quelli già in funzione. Poi, in collaborazione con un partner francese, intendiamo dedicarci alla messa a punto di un impianto per la realizzazione di estratti vegetali. Ma pensiamo anche ad un piccolo essicatoio da dedicare alla lavorazione delle verdure aromatiche, e al raddoppio della capacità produttiva dell’attuale impianto”. Battere la crisi, insomma, si può: rimboccandosi le maniche, e guardando al mercato globale, ma anche mantenendo forti radici territoriali.