Barosini: “è il momento della cooperazione, non dello scontro”
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Barosini: “è il momento della cooperazione, non dello scontro”

Un fronte comune per rilanciare Alessandria, e a Palazzo Rosso una razionalizzazione dei costi che non penalizzi i lavoratori. Il leader Udc dice però anche: “prima di votare il bilancio riequilibrato voglio leggerlo bene”, e parla delle partecipate, del futuro di Palazzo Ghilini e delle prossime elezioni politiche

Un fronte comune per rilanciare Alessandria, e a Palazzo Rosso una razionalizzazione dei costi che non penalizzi i lavoratori. Il leader Udc dice però anche: ?prima di votare il bilancio riequilibrato voglio leggerlo bene?, e parla delle partecipate, del futuro di Palazzo Ghilini e delle prossime elezioni politiche

INTERVISTE – Almeno 15 tra mozioni, interrogazioni e interpellanze, ed un appello a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, perché “la parola d’ordine per aiutare Alessandria oggi è cooperazione, non scontro”. Giovanni Barosini, segretario provinciale dell’Udc di Alessandria, divide il suo impegno politico tra Palazzo Rosso, dove è capogruppo, e Palazzo Ghilini, di cui è presidente del consiglio provinciale. E, fedele alla propria vocazione di “moderato”, cerca di capire come affrontare il 2013 in maniera costruttiva, convinto che la via d’uscita dal tunnel della crisi del nostro territorio passi attraverso la razionalizzazione, ma anche l’assoluta centralità degli enti locali.

Presidente Barosini, Palazzo Rosso ha finalmente intrapreso la via del risanamento, e dell’uscita dal clima di continua emergenza nel quale è immerso dalla scorsa primavera?
Lo spero vivamente, perché gli alessandrini ne hanno assolutamente diritto. Noi, come Udc e liste civiche collegate, al ballottaggio elettorale dello scorso maggio abbiamo scelto di sostenere Rita Rossa contro Fabbio, senza peraltro nessuna contropartita in cambio, perché volevamo e vogliamo avere le mani libere. Mi pare che nei primi mesi del mandato il nuovo sindaco abbia posto l’accento, forse anche con enfasi eccessiva, sul tasto dell’emergenza. Ora è davvero il momento di girare pagina, e di avanzare proposte, guardando al futuro e non al passato.

Ma lei cosa avrebbe fatto di diverso, data la situazione?
E’ chiaro che il percorso era in larga parte obbligato, ma certi toni di contrapposizione, da campagna elettorale, io li avrei abbandonati subito dopo le elezioni, chiedendo la collaborazione di tutti. Compresi tutti i candidati sindaco sconfitti, e compreso Piercarlo Fabbio. Al di là delle responsabilità di cui ognuno deve rispondere nelle sedi opportune, e politicamente davanti ai cittadini, perché ignorare che Fabbio, come del resto Mara Scagni prima di lui, sono portatori di competenze in ambito amministrativo, che potrebbero essere utilizzate? Lo stesso errore lo fece Fabbio, sia chiaro. Il fatto è che oggi, con la situazione gravissima che abbiamo di fronte (e non alle spalle) dove si va da soli? Da Santoro forse, o in qualche altra trasmissione tv. Ma i problemi restano…

Intanto arriva in consiglio comunale l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Lei lo voterà?
Terrò nella giusta considerazione l’analisi dei revisori dell’ente, e comunque non si può non fare tesoro di quanto è successo in passato: prima di decidere voglio avere il tempo di studiarlo con attenzione, interpellando anche chi ne sa più di me, ossia un avvocato e un commercialista. il mio orientamento è comunque per l’astensione. Non una stroncatura, ma un ulteriore attestato di fiducia che a breve cesserà, ove non si dimostrino capacità propositive e progettuali concrete. Al momento risultano insussistenti.

La strada del risanamento comunque la condivide?
E’ un percorso obbligato. Io dico: tagliamo tutto il tagliabile, facciamo sacrifici tutti quanti, ma salvaguardiamo l’occupazione, i posti di lavoro. Di tutto oggi Alessandria ha bisogno, tranne che di altri disoccupati. Noi comunque, come Udc, non intendiamo sottrarci alle nostre responsabilità, e siamo pronti a fare la nostra parte.

Parliamo allora delle vostre proposte concrete, che in un comunicato lei definisce battaglie…
Ci siamo mossi in questi mesi, e continueremo a farlo, su tanti fronti diversi, con iniziative magari non eclatanti, ma concrete. Si va dagli interventi a favore delle famiglie, con riduzione delle tariffe su asili nido, mense e trasporti tenendo conto delle esigenze dei redditi dei nuclei più deboli, alla presa di posizione sulla Tares, la nuova tariffa rifiuti in vigore dal 2013, che sta già seminando parecchia preoccupazione. Noi crediamo che gli immobili collocati in certe aree già penalizzate da alluvioni, o a grave rischio ambientale come in Fraschetta, andrebbero tassati al minimo.

Su Atm avete chiesto una commissione d’indagine….
E’ vero o no che, lì come altrove, ci sono state assunzioni clientelari? E qual è la gestione aziendale di certe partecipate? Inutile sollevare polveroni, se poi non si indaga in maniera puntuale. Quello delle partecipate è un comparto su cui bisogna muoversi con trasparenza, verso un percorso di forti razionalizzazioni.

Parlate anche di ztl e polveri sottili…
Ci sono dati che ci collocano ai primi posti, a livello nazionale, tra le città colpite da inquinamento dell’aria. Esiste il modo di conciliare le esigenze dei commercianti e quelle dei cittadini? Vogliamo sapere se la giunta ci sta pensando, e lavorando. Così come, sul fronte dello smaltimento rifiuti, segnaliamo da tempo che esiste una metodologia, chiamata Thor, che consentirebbe l’abbandono sia della raccolta differenziata che delle discariche. Perché non parlarne, ed esaminarne costi e vantaggi?

Barosini, il Comune può anche in qualche misura incidere sulla crisi economica, aiutando a superarla?
Noi abbiamo di recente accompagnato una nostra delegazione regionale e nazionale in visita sul territorio, per farne emergere difficoltà e necessità. Giusto chiedere, anzi esigere, che il nostro territorio possa beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali e contributive. Ci vuole una sorta di complessivo “protocollo anticrisi” che stimoli imprese e persone a fare, a reagire per stimolare nuove attività e occupazione, questo è certo.

Lei ha anche un ruolo istituzionale in Provincia. Dopo un anno di annunci e di “tribolazioni”, ora ogni riforma e ogni accorpamento sembra quanto meno “congelato”. Cosa succederà?
E chi lo sa? Nel 2008 tutte le principali forze politiche sembravano favorevoli all’abolizione delle Province. Ora tutto sembra essersi fermato. Personalmente rimango convinto che la strada della razionalizzazione, che nel caso di Alessandria significherebbe accorpamento con Asti, sia quella più sensata e produttiva. Vedremo che succederà: al di là dell’accorpamento, c’è sicuramente un problema di risorse scarse che va affrontato da parte delle autorità centrali. Non si possono lasciare gli amministratori locali con il cerino acceso in mano.

Presidente, è lei il candidato “forte” dell’Udc, si vedrà quanto “allargato” ad altre forze di centro, in vista delle elezioni politiche di febbraio?
Confido fortemente che il mio partito premi l’effettivo consenso che ogni aspirante candidato ha dimostrato di prendere. Le nostre ‘primarie’ sono gli attestati di fiducia realmente ottenuti dai cittadini (voti veri!). Certo, che mi sto preparando, Alessandria necessita di esser rappresentata, nelle sedi che contano, da più persone. Io vorrei farlo.

 

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