Vestito di grigio, col cappello
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Vestito di grigio, col cappello

Quando l’industria abbraccia la città (nonostante la crisi)

Quando l?industria abbraccia la città (nonostante la crisi)

memoriALE – Il Borsalino di cui parla la signora Delia nella sua intervista è Teresio, il figlio di Giuseppe, originario fondatore dell’azienda nel 1857. Con Teresio, che prima di essere messo a capo della fabbrica fece una lunga gavetta imparando tutto sulla lavorazione del cappello, la Borsalino continuò sulla strada dello sviluppo e della crescita.
Come ricorda la signora Delia, Teresio Borsalino dedicò una cura particolare alla modernizzazione della città di Alessandria, investendo ingenti risorse, forte di un’attività ormai lanciata e solida. Se già il padre Giuseppe si era fatto notare per interessanti iniziative assistenziali a favore dei dipendenti del cappellificio e per alcune iniziative filantropiche, fra le quali la costruzione dell’Educatorio, Teresio continuò su questa strada estendendo la ricaduta dei benefici sull’intera cittadinanza.
I maggiori sforzi vennero compiuti dopo la prima Guerra Mondiale. Nel 1924 venne avviata la costruzione dell’acquedotto di Alessandria che, ultimato nel 1927, riforniva anche i quartieri Orti e Cristo. Cinque milioni di lire il costo dell’opera, interamente a carico di Teresio Borsalino. Contemporaneamente iniziarono i lavori per le rete fogniaria. Alla fine degli anni Venti, andando incontro all’opera assistenziale di Madre Teresa Michel, Teresio finanziò la costruzione dell’Ospizio della Divina Provvidenza, dal momento che l’istituto delle suore in via Faà di Bruno si trovava in pessime condizioni. Nel primo scorcio degli anni Trenta invece toccò alla Casa di Riposo di corso Lamarmora essere ampliata ed ammodernata.
Oltre alle grandi opere, Teresio Borsalino elargì molto in sovvenzioni, beneficenze e contributi di vario genere. Si può dire che qualsiasi avvenimento locale di carattere sociale, sportivo e ricreativo fosse da lui partecipato.
Il passato di Alessandria ha visto dunque un esempio virtuoso di coesistenza ed incontro fra tessuto sociale ed industriale. Il forte senso civico di una persona ha fatto in modo che le due sfere di interessi si incontrassero e queste, tra l’altro, in un periodo in cui ci si avvicinava e poi si usciva dalla grande crisi economica del 1929.
Nel 1931, nel sollecitare le pratiche per l’avvio della costruzione della Casa di Riposo, Teresio Borsalino scriveva:
“Il crudo inverno s’avanza doloroso, di lontano. Bisognerà dar lavoro ai molti operai disoccupati. La crisi di lavoro è grave, universale, e si è estesa anche alla mia fabbrica che ha non piccola parte nella vita economica della città. Per queste ragioni di carità e di civismo mi sono deciso di compiere a mie spese l’opera benefica di ampliamento della Casa di Riposo, che mi costerà qualche sacrificio pecuniario. Ma lo faccio con lieto animo, perché compio un dovere di cristiano e di cittadino”.

[Le informazioni di carattere storico contenute in questo articolo sono tratte dal volume La famiglia economica alessandrina di Guido Barberis]

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