Zaio: “Il rinnovamento è cominciato: e non si fermerà”
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Zaio: “Il rinnovamento è cominciato: e non si fermerà”

“Renziano” convinto, in consiglio comunale a Palazzo Rosso da pochi mesi, il vicepresidente della commissione Programmazione e Bilancio racconta le motivazioni del suo impegno amministrativo, e la voglia di rilanciare davvero Alessandria. Puntando sulla partecipazione dei cittadini, e creando le condizioni per un nuovo sviluppo

“Renziano” convinto, in consiglio comunale a Palazzo Rosso da pochi mesi, il vicepresidente della commissione Programmazione e Bilancio racconta le motivazioni del suo impegno amministrativo, e la voglia di rilanciare davvero Alessandria. Puntando sulla partecipazione dei cittadini, e creando le condizioni per un nuovo sviluppo

INTERVISTE – “Renzi ha perso al ballottaggio con Bersani, ma certamente ha messo in moto un processo di cambiamento che, all’interno del centro sinistra, era assolutamente indispensabile, e si rivelerà benefico”. Filippo Zaio, 35 anni, è da pochi mesi consigliere comunale a Palazzo Rosso, eletto nella lista civica che sostenne Rita Rossa nella “battaglia di primavera” contro Piercarlo Fabbio. Ed è anche un “renziano” convinto, anche se dai toni moderati: “rottamazione è un termine aggressivo, non mi è mai piaciuto: ma la strada del rinnovamento reale, nei metodi e anche nelle persone, è davvero l’unica strada che la politica può percorrere, per tornare a dar voce alle esigenze delle persone comuni”.

Consigliere Zaio, superata la delusione per le primarie?
Ma quale delusione? Davvero, Renzi ha fatto una grande campagna elettorale, e ha risvegliato l’interesse e l’entusiasmo di tante persone che non guardavano più al centro sinistra, e probabilmente neppure alla politica nel suo insieme. Credo che abbiamo vissuto solo il primo episodio di un percorso di reale rinnovamento. Ora bisogna proseguire!

Da dentro il Pd?
Direi all’interno di tutto il centro sinistra. Io, faccio presente, sono stato eletto in consiglio nella lista civica a sostegno di Rita Rossa, e non sono iscritto al Pd. Almeno per il momento: in futuro vedremo, dipenderà dall’apertura del partito al rinnovamento reale. Ho sostenuto Renzi con convinzione proprio perché simbolo della richiesta di cambiamento, così come appoggiai la lista civica di Rita in campagna elettorale per il senso di novità e freschezza che quel progetto aveva. E faccio presente che ottenemmo un risultato notevole, l’8%, candidando, e avvicinando alla politica, soprattutto persone giovani, e tutte più o meno “vergini”, sul piano della militanza nei partiti. Gente comune insomma. Ora attendiamo gli sviluppi futuri.

Qual è il suo percorso personale?
Sono un alessandrino doc, e con il Comune di Alessandria, prima di diventare consigliere comunale, ebbi solo un’esperienza lavorativa occasionale, con un contratto da mille ore a vent’anni o poco più. Finii nella segreteria del sindaco Calvo, e devo dire che, a parte le opinioni politiche, ne ho un ricordo molto forte e positivo: aveva grinta, determinazione, sapeva quel che voleva, e come arrivarci, coinvolgendo chi lavorava con lei.

E durante il decennio Scagni-Fabbio, lei che ha fatto?
Ho guardato la politica locale in tv (ride, ndr). Nel senso che mi sono dedicato agli studi, e poi al mio mestiere di assicuratore, che svolgo tuttora.

Come mai ha deciso di candidarsi, in un momento non propriamente tranquillo?
Onestamente mi è stato chiesto, e dopo breve riflessione ho ritenuto giusto accettare. Troppo comodo starsene alla finestra a criticare, in un passaggio storico così delicato per Alessandria.

E dopo 6 mesi di esperienza a Palazzo, lo rifarebbe?
Certamente sì, anche se confesso che non mi aspettavo un impegno così intenso, oltretutto con la necessità di studiare a fondo procedure, normative, regolamenti. Insomma, è una bella sfida, che svolgo, lo preciso, in aggiunta e non in alternativa al mio mestiere. Anche questa, nel centro sinistra, è una bella novità dei “renziani”, tutto sommato: avvicinare all’impegno politico, e rappresentare, anche un target di giovani, non necessariamente dipendenti pubblici.

Che fa Zaio, scherza con fuoco? Guardi che questo a sinistra è un mezzo tabù…
E allora infrangiamolo pure: sia chiaro, non ho nulla contro chi lavora nella pubblica amministrazione. Ma mi sembra indubbio che uno dei meriti di Matteo Renzi sia quello di saper guardare oltre l’orticello della sinistra tradizionale, coinvolgendo ad esempio molti lavoratori autonomi e dipendenti privati, che indubbiamente hanno anche meno tempo da dedicare alla politica, ma se si appassionano non mollano di certo!

Parliamo di casa nostra consigliere: riusciremo a guardare oltre l’emergenza, e in che tempi?
Il sindaco Rossa si è trovata a dover fronteggiare una situazione esplosiva, e sbaglia chi sostiene che in questi mesi è stata troppo sulle barricate, o in tv: era l’unico modo per far accendere i riflettori, non solo locali ma anche nazionali, sul caso Alessandria. Ora naturalmente va aperta una fase nuova….

Ossia?
La parola d’ordine io credo sia partecipazione, a tutti i livelli. Massima trasparenza nel dialogo con la popolazione, confronto aperto e totale. Alessandria può e deve riprendersi da questa situazione, e ce la farà con l’impegno di tutti. La settimana scorsa sono stato ad un incontro pubblico, in cui circa 40 cittadini (sia privati che titolari di pubblico esercizio) hanno deciso di prendersi cura di un angolo di città, e precisamente le vie Bergamo e Trotti. Questo intendo per partecipazione diffusa, in cui naturalmente il Comune deve fare la propria parte.

Talora però, come nella vicenda del nuovo ponte, la popolazione, o una parte cospicua della stessa, sembra pensarla diversamente…
Distinguerei tra ponte e Pisu, ossia l’insieme delle opere di riqualificazione destinate a cambiare il volto di una parte significativa di Alessandria. Sul ponte, che lo si chiami Meier o nuovo Cittadella, mi pare che l’assessore Ferralasco sia stato molto chiaro, e non si sia sottratto, come giusto, al confronto con i cittadini. Ossia oggi siamo gli esecutori finali di un processo cominciato addirittura con il sindaco Calvo, e non possiamo in ogni caso “far saltare il banco”, se non a costi insostenibili. Ben diverso il discorso riguardante, appunto, il Piano Integrato di Sviluppo Urbano, su cui la cittadinanza, in primis quella dell’area coinvolta, può e deve essere consultata, e concorrere a determinare modifiche anche importanti, ancora assolutamente realizzabili.

Consigliere Zaio, lei fa parte di due commissioni essenziali, ossia Sviluppo del Territorio e Programmazione e Bilancio, di cui è anche vicepresidente. Come si farà, davvero, a riequilibrare non tanto il bilancio 2012, ma quello di tutti gli anni a venire? Stiamo parlando di un disavanzo strutturale annuo di circa 25 milioni di euro, è così?
Questo è, in effetti, l’ordine di grandezza. E, onestamente, illudersi di riuscire a far quadrare i conti soltanto tagliando spese superflue, senza “toccare” il personale, mi pare utopia. 1.600 dipendenti tra Palazzo Rosso e partecipate sono troppi, inutile girarci attorno. E credo che sia proprio il fronte delle società di servizi quello su cui intervenire prioritariamente. Naturalmente partendo dall’alto, e naturalmente senza lasciare nessuno in mezzo ad una strada senza tutele. Ma anche facendo chiarezza: è vero o no, ad esempio, che ci sono diversi dipendenti assunti senza concorso? Verifichiamolo rapidamente. E al contempo, come mi pare che sindaco e giunta stiano facendo, completiamo la ricognizione puntuale di tutte le aziende, e poi razionalizziamo. Non c’è altra strada.

Però c’è un’altra parola d’ordine a cui dare un senso, ed è lo sviluppo del territorio. Cosa può fare il comune per “attrarre” investimenti?
Alleggerire al massimo la burocrazia, e stimolare il privato a crederci, a rilanciare. Penso al commercio, e alla logistica. Due comparti che negli ultimi anni sono stati davvero penalizzati. Penso a bandi per “aprire” la città, ossia spazi pubblici, alla gestione di privati e associazioni. O ancora, all’importanza di progetti come la riqualificazione della Valfrè, e la nuova sede del tribunale, che consentiranno di rimettere in moto l’edilizia pubblica. E poi c’è un altro aspetto: massima tutela, lo ribadisco, per i dipendenti comunali. Ma non scordiamoci il contesto: fabbriche come l’Ilva a rischio chiusura, le cooperative che non vengono pagate, la stessa Regione Piemonte che barcolla. Qui davvero dobbiamo abbandonare i particolarismi, e capire che è un intero sistema a dover cambiare marcia. E qualche sacrificio toccherà a tutti: lavoratori pubblici e privati. Inutile illudersi del contrario.

 

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