Berta: “Alessandria è al fianco dei disabili”
Dai nuovi pass europei per il parcheggio al servizio di emergenza con la protezione civile, dai progetti in ambito cooperativo allo sportello comunale per la disabilità. Ripercorriamo con il presidente della commissione politiche sociali di Palazzo Rosso trentanni di esperienze cittadine, guardando al futuro
Dai nuovi pass europei per il parcheggio al servizio di emergenza con la protezione civile, dai progetti in ambito cooperativo allo sportello comunale per la disabilità. Ripercorriamo con il presidente della commissione politiche sociali di Palazzo Rosso trent?anni di esperienze cittadine, guardando al futuro
ALESSANDRIA – Da 22 anni è presenza fissa in consiglio comunale ad Alessandria (“con una pausa di un anno, nel 2007”), e con grande caparbietà si fa portavoce delle esigenze delle persone con disabilità di ogni tipo (“siamo circa il 3% della popolazione, un esercito spesso trascurato”). Paolo Berta ha 56 anni, e dall’età di 24, a causa di una tragica fatalità (“un tuffo in mare, a Imperia”) è costretto a vivere su una carrozzina. Ma questo non gli ha impedito di essere un protagonista della vita pubblica alessandrina, e la sua voglia di lottare, per sé ma soprattutto per gli altri, è tutt’altro che esaurita.
Consigliere Berta, come è cambiata la vita di una persona con disabilità ad Alessandria negli ultimi trent’anni?
E’ molto migliorata, occorre essere onesti, anche se certo molto resta da fare. Ma io ricordo bene i primi tempi, dopo l’incidente. Negli anni Ottanta ad avere la forza, la determinazione di girare per la città sulla carrozzina eravamo in due: io, e un’altra persona che poi è mancata. E in effetti ci voleva del coraggio, perché gli ostacoli erano infiniti, ad ogni angolo. E anche le persone erano per lo più imbarazzate, impreparate ad accoglierti con normalità. Oggi certamente progressi ne abbiamo fatti, e i disabili, per fortuna, nella gran parte dei casi non ci chiudono più in casa, per morire poco a poco in solitudine.
In questo processo di superamento delle barriere, fisiche ma anche psicologiche, lei ha avuto un ruolo centrale. Quando è nata l’associazione Idea?
Nel 1990, negli stessi mesi in cui entrai in consiglio comunale su proposta di Ezio Guerci, che fu poi appunto vicesindaco proprio in quella giunta. Sono stato eletto come indipendente, nel Pci. E poi ho seguito le diverse evoluzioni del partito, fino al Pd di oggi. Anche se in quest’ultima “tornata” amministrativa sono stato eletto a Palazzo Rosso nella lista civica a sostegno di Rita Rossa. Vuole sapere per chi voterò alle primarie? Non glielo dico, ho deciso di non schierarmi pubblicamente. Ma vorrei, questo sì, una società meno competitiva e individualista.
Però di Idea possiamo parlare, no?
Di Idea sì, e molto volentieri. Oggi siamo 180 soci, e la nostra sede di via Toscanini, vicino a piazza Gobetti, è aperta 7 giorni su 7, e rappresenta per tante persone, non solo alessandrine, un punto di riferimento costante per avere informazioni di ogni tipo, o anche soltanto per incontrarsi e confrontarsi.

E’ il frutto, importantissimo, dello sforzo e della volontà comune di tante persone: ci lavorano tre addetti, con il coordinamento del disability manager Paola Testa. Lo sportello svolge compiti essenziali: le cito solo, come esempio, la distribuzione dei pass gratuiti per invalidi, che ora nella nuova versione, con foto della persona, sono validi in tutta Europa. Anzi, se lo sottolinea ci fa un favore: chi lo desidera può passare a sostituire, gratuitamente, il vecchio pass. Poi c’è il progetto emergenze, in cui crediamo molto: stiamo immagazzinando tutti i dati personali e i telefoni delle persone con disabilità (naturalmente di chi lo desidera, su base volontaria), in maniera che, grazie ad un filo diretto con la protezione civile, sia possibile garantire, con la semplice chiamata ad un telefono cellulare, un servizio di assistenza personalizzata 24 ore su 24. Ossia chi ha bisogno chiama, e dall’altra parte hanno già una scheda dettagliata sulla persona, e sulla sua situazione ed esigenze.
Non avete il timore che, con il dissesto, le risorse a sostegno della disabilità possano ulteriormente ridursi?
Purtroppo sta già succedendo, e non tanto per il dissesto alessandrino, quando per i tagli delle risorse generali sul fronte della sanità. Le faccio qualche esempio concreto, perché così si capisce meglio. Questa carrozzina elettrica che sto utilizzando costa circa 13 mila euro, e poi necessita comunque di interventi di manutenzione specializzata, revisioni, ecc. Costi che le risorse pubbliche coprono solo in parte. Ma non solo: non esiste una filiera della manutenzione di questi strumenti sul territorio, ed è un peccato. A me piacerebbe far nascere una cooperativa di tipo B, adeguatamente organizzata e strutturata, capace di ritagliarsi un ruolo nel settore. Sarebbe un bel segnale che partisse da Alessandria. Altro esempio: un materasso anti decupito di buon livello costa anche 3 mila euro. La Asl passa un contributo di 350: per dirle che non è solo il Comune di Alessandria ad avere difficoltà.
Lei consigliere, come presidente della commissione Politiche Sociali, cosa può fare?
Non solo io, ma appunto la commissione, e il comune, possono fare molto, nonostante le risorse siano, come noto, praticamente azzerate. Ma c’è anche la possibilità di fare sensibilizzazione culturale, di essere al fianco delle persone in difficoltà in tanti modi. Io presiedo la commissione praticamente dal 1991, con una parentesi di cinque anni in cui cedetti il testimone all’avvocato Rovito. Ho vissuto diverse fasi e passaggi: la Lega Nord, ad esempio, non brillava in sensibilità e investimenti, tanto che spesso prendevo in giro l’allora assessore Secco, e gli dicevo che lo lasciavano sempre….a secco. Per fortuna la dottoressa Trifoglio, attuale vicesindaco e assessore alle politiche sanitarie e assistenziali, sta mostrando grande sensibilità, e stiamo lavorando in forte sinergia per cercare di realizzare una serie di nuovi progetti a sostegno delle persone disabili. Dissesto o non dissesto, fermi non ci staremo di certo!”