5 Stelle: “La giunta di Palazzo Rosso mangerà il panettone?”
Non si sentono gladiatori, ma neanche turisti per caso della politica locale. Andrea Cammalleri, Domenico Di Filippo e Angelo Malerba raccontano i loro primi cinque mesi come consiglieri comunali, demoliscono il programma di mandato del centro sinistra e offrono la loro ricetta. Sullipotesi del mega prestito da 40 milioni di euro commentano: è la vecchia politica, che aggiunge debiti a debiti
Non si sentono gladiatori, ma neanche turisti per caso della politica locale. Andrea Cammalleri, Domenico Di Filippo e Angelo Malerba raccontano i loro primi cinque mesi come consiglieri comunali, ?demoliscono? il programma di mandato del centro sinistra e offrono la loro ricetta. Sull?ipotesi del ?mega prestito? da 40 milioni di euro commentano: ?è la vecchia politica, che aggiunge debiti a debiti?
INTERVISTE – C’è chi li vorrebbe più aggressivi, e chi ad Alessandria li ferma per strada per incoraggiarli, segnalando disfunzioni e inefficienze della macchina pubblica. I 3 consigliere del movimento 5 Stelle eletti lo scorso maggio a Palazzo Rosso, però, ci tengono a precisare che loro, davvero, non si sentono gladiatori, e tanto meno turisti per caso nel mondo della politica locale. “Siamo cittadini, attivi ed impegnati: lavoriamo con determinazione, e abbiamo progetti seri e precisi per rilanciare la città e il territorio”. Proviamo, allora, a tracciare con Andrea Cammalleri, Domenico Di Filippo e Angelo Malerba (che ci raggiunge solo nel finale, per un impegno con vice sindaco e cooperative: ma fa in tempo a dire la sua), un bilancio di questi primi mesi di attività consiliare, guardando al domani di Alessandria.
Per farvi arrabbiare subito: qualcuno vi definisce turisti a Palazzo Rosso, intendendo dire che dovreste “mordere” di più…
Cammalleri (sorridendo): Quei pochi che ci vorrebbero vendicatori arrabbiati devono rassegnarsi: noi, come movimento e non solo come Andrea o Filippo o Angelo, puntiamo tutto sul metodo, sull’analisi dei dati e delle situazioni, e su proposte precise. Solo così si ottengono risultati concreti.
Di Filippo: Siamo cittadini che rappresentano altri cittadini, che tra l’altro in maniera sempre più intensa si stanno aggregando a noi, contribuendo ognuno per le proprie competenze. Le uniche che possono lamentarsi, con qualche ragione, sono le nostre mogli. Perché noi siamo persone normali, con lavoro e famiglia, che dedicano poi gran parte del tempo libero al movimento e alle esigenze della collettività.
Quindi sfatiamo la diceria dei 5 Stelle come movimento solo on line, che si confronta dinanzi ai pc?
Di Filippo: ma quale solo on line! Due sere alla settimana ci incontriamo in assemblee di cittadini sempre più partecipate, in genere nelle varie sedi delle ex circoscrizioni: in Pista, a Spinetta, in via Venezia e così via. E ognuno si presenta davvero preparato su un tema, e mette le proprie competenze a disposizione di tutti.
Che idea vi siete fatti del Palazzo? Avete trovato più ostracismo, o collaborazione?
Cammalleri: Questi primi mesi sono stati intensi: abbiamo studiato parecchio, e abbiamo presentato anche proposte importanti, spesso magari un po’ ignorate, ma poi riprese da altri. Come la commissione di verifica e controllo per Amag, per fare un esempio. La maggioranza l’ha un po’ annacquata, estendendola a tutte le partecipate. Ma noi insisteremo perché si faccia, e seriamente. Perché insomma non sia un proforma, come spesso succedeva in passato. Anche perché girano voci davvero preoccupanti, e non dico altro non avendo al momento ancora prove specifiche in mano.
Quanto alla collaborazione degli uffici: è eccellente, non pochi dipendenti del comune anzi ci incoraggiano ad insistere, a cambiare davvero le cose.
Di Filippo: Su Amag mi faccia aggiungere che non indietreggeremo di un centimetro, anche perché se si è già dimesso pure il nuovo presidente, qualcosa vorrà dire. E quanto alla nomina di Priano senior in Ream: diciamo che forse si poteva evitare? Noi abbiamo chiesto la presidenza di un’apposita commissione, e abbiamo comunque intenzione di esaminare con attenzione tutto il pregresso, e di incontrare i soci di minoranza di Amag, per capire come stanno realmente le cose: spiegando via via tutto ai cittadini, che ci fermano per strada e ci chiedono di sapere.

Cammalleri: Ecco un bel modo di distorcere la realtà. La figuraccia l’ha fatta, semmai, la vecchia giunta che ha sempre indicato (e credo pure in buona fede, per semplice pressappochismo) ai consiglieri comunali e al comitato Noi di Valle un sito sbagliato. Noi semmai, quando siamo arrivati sul posto con le cartine, ci siamo subito accorti che i conti non tornavano. Anche se poi parliamo di qualche centinaio di metri di differenza, e nella sostanza cambia poco.
Di Filippo: Appunto, la sostanza rimane la stessa: ossia che in quell’area è davvero inopportuno procedere con nuove costruzioni, proprio perché è necessario recuperare un nuovo rapporto col territorio, e col paesaggio. A prescindere da tutte le altre questioni che sono state sollevate, e dai polveroni mediatici.
Voi siete all’opposizione, quindi con compiti prima di tutto di vigilanza. Ma, al posto di Rita Rossa e della sua giunta, come rilancereste Alessandria?
Di Filippo: Prima di tutto prendendo atto del disastro passato, e presente. E trasformando le enormi difficoltà di oggi in opportunità. Puntando in primis sul recupero del territorio, e della qualità di vita delle persone. Pensiamo alla circolazione delle auto, dei camion e degli autobus in città: va cambiata radicalmente, puntando su moderni veicoli elettrici pubblici non inquinanti, e creando in centro una grande oasi per pedoni e ciclisti. Le trasformazioni costano, lo sappiamo: ma bisogna anche saperle pensare e gestire. Le risorse c’erano, e sono sempre state sprecate. Ma si possono ancora trovare.
Cammalleri: Ma lo sa che la giunta Fabbio aveva praticamente azzerato l’attività dell’ufficio che si dovrebbe occupare dei progetti europei? Altrove (a Lucca, per citare una sola città) ci sono esempi splendidi, basta mutuarli. L’Italia è fanalino di coda nella presentazione all’Unione Europea di progetti per la riqualificazione degli ambienti urbani. Vorremmo invertire questa tendenza, e rapidamente. E l’assessore Ferralasco ci ha già chiesto di incontrarci per approfondire: noi dialoghiamo volentieri con chi ha voglia di cambiare le cose, vorremmo fosse chiaro.
Come valutate il programma di mandato del centro sinistra?
Cammalleri: assolutamente generico, quindi inconsistente. Sembra uno spot elettorale, non entra nel merito delle questioni, e del come realizzare i progetti.
Di Filippo: Bisogna dire chiaramente che Comune e partecipate sono state finora anche un carrozzone clientelare. E verificare se è vero che ci sono state assunzioni senza concorso (a noi risulta di sì), e chi sono queste persone. Non siamo forcaioli, ma la trasparenza deve essere assoluta. Dopo di che, chi governa presenti un serio progetto di riorganizzazione, perché andare avanti con la logica della richiesta di elemosine a destra e a sinistra è una strategia davvero di corto respiro. Posso sbilanciarmi in un pronostico? Questi non arrivano a mangiare il panettone, come si dice in questi casi…

Cammalleri e Di Filippo: Ogni somma destinata ad Alessandria è ovviamente la benvenuta. In particolare questo emendamento destina un prestito in conto competenza 2012, quindi sono soldi che possono essere utilizzati per le spese del 2012 (stipendi, fornitori, ecc.) e nulla hanno a che vedere con i debiti del dissesto che saranno da pagare con altre risorse del comune e, come noto, riguardano quelli maturati sino al 2011. Inoltre questi soldi servirebbero per stilare il bilancio stabilmente riequilibrato di previsione 2012 da approvare entro il 30/11/2012. Considerati come una entrata possono aiutare a bilanciare entrate con uscite evitando draconiani tagli indiscriminati sulle spese dei servizi (leggi aziende partecipate) altrimenti necessari per tentare un “impossibile” pareggio riequilibrato di bilancio. Bisogna vedere però se l’emendamento passa in Aula. E ancora di più: se il Governo ponesse la fiducia sul decreto, potrebbe decadere tutto. Almeno che il Governo faccia un suo maxi emendamento che sostituirebbe il decreto stesso.
Quanto auspicato e cercato in tutte le maniere dal sindaco si è quindi palesato. Buono per la nostra città, ma ricorrere semplicemente ai prestiti non aiuta: si crea debito su debito. I prestiti sono figli di una vecchia politica, quella politica che non affronta le problematiche ma le rimanda.
Buttiamo uno sguardo oltre i nostri confini locali: i 5 Stelle sono il primo partito in Sicilia. Che risultati vi aspettate alle regionali lombarde e laziali, e alle successive politiche?
Cammalleri e Di Filippo: E’ evidente che tutte le strategie comunicative anti 5 Stelle messe finora in campo dai partiti tradizionali, e dai media loro amici (ossia quasi tutti) non riusciranno a frenare la voglia di cambiamento vero dei cittadini italiani, che hanno deciso di puntare su altri semplici cittadini, attivi e informati, per cercare di porre freno ai danni fatti dalla politica tradizionale, e dai loro rappresentanti. E poi quelli dell’antipolitica saremmo noi, non loro che hanno distrutto l’Italia! Ci aspettiamo risultati crescenti, e ci pare che la gente abbia compreso la nostra trasparenza: a Torino, ad esempio, i nostri due consiglieri percepiscono 2.500 euro netti al mese, e il restante stipendio va su un conto corrente che si chiama Progetti 5 Stelle. Si organizzano riunioni periodiche con i cittadini che vogliono partecipare, e presentare appunto iniziative di utilità collettiva. E si vota quali finanziare con quel denaro pubblico. Mentre naturalmente i faraonici rimborsi elettorali che tutti i partiti intascano noi li lasciamo alla Regione. Così faremo ora in Sicilia, e poi altrove.

(sorridono, e lasciano la risposta ad Angelo Malerba, il terzo consigliere, ed ex candidato sindaco, anzi portavoce, dei 5 Stelle, che nel frattempo ci ha raggiunti)
La differenza tra noi e tutti gli altri sta proprio lì: noi non siamo in politica per fare carriera, o per ambizione personale. I nostri due mandati, che siano in comune o altrove, sono davvero una forma di servizio alla collettività. Per questo, anche, sorridiamo quando insinuano che saremmo troppo morbidi, o sensibili alle lusinghe del potere. Siamo semplicemente persone perbene, ed educate: decisi, decisissimi, senza aggressività o maleducazione. E ci interessa solo il risultato collettivo: non abbiamo traguardi individuali.