Trifoglio: “casse vuote per il Cissaca se non arrivano risposte da Roma.”
Il Cissaca, le cooperative, il ruolo del volontariato. Ma anche lemergenza freddo e la necessità di trovare risorse con cui sostenere le fasce più deboli. La dottoressa Oria Trifoglio come ginecologa ad Alessandria la conoscono tutti. Ed è al lavoro per lasciare il segno anche come amministratore di Palazzo Rosso
Il Cissaca, le cooperative, il ruolo del volontariato. Ma anche l?emergenza freddo e la necessità di trovare risorse con cui sostenere le fasce più deboli. La dottoressa Oria Trifoglio come ginecologa ad Alessandria la conoscono tutti. Ed è al lavoro per ?lasciare il segno? anche come amministratore di Palazzo Rosso
ALESSANDRIA – Bastano pochi minuti di anticamera, nel suo ufficio al pianterreno di Palazzo Rosso, per capire che la dottoressa Oria Trifoglio non perde tempo: tra una telefonata di lavoro e indicazioni alla segretaria, cerca di ottimizzare l’agenda, e chiede di rivedere alcuni documenti, prima di un incontro pomeridiano. Insomma, “corre” ma non lascia nulla all’improvvisazione. Come medico specialista in ostetricia e ginecologia ad Alessandria Trifoglio è un’istituzione, e non ha certo bisogno di presentazioni. Ma a noi qui interessa “scoprirne” il lato politico, e capire come sta organizzando il suo percorso di assessore alla salute e alle pari opportunità, e di vice sindaco.
Dottoressa, nel mondo politico il suo è un volto nuovo: è stata una fulminazione?
Davvero io faccio fatica a considerarmi un politico: mi sento un tecnico, e prima ancora una cittadina di Alessandria a cui nei mesi scorsi è stato chiesto di provare a dare un contributo in un momento drammatico per la città. Ho certamente avuto dubbi e perplessità, legate ai miei impegni professionali, poi ho accettato di far parte come capolista della lista civica a sostegno di Rita Rossa. E siamo qui. In realtà mi ero avvicinata alla politica per la prima volta qualche anno prima, sostenendo Rosy Bindi alle primarie del Pd, e ho fatto parte per qualche tempo del consiglio provinciale del partito. Poi ne sono uscita, soprattutto perché la professione mi impediva un impegno vero, e forse anche perché non vedevo bene quale potesse essere il mio ruolo, il mio contributo concreto.
Oggi invece, come assessore e vicesindaco, il ruolo è più che chiaro, e le emergenze non mancano. Il Cissaca ha ossigeno fino a novembre, le cooperative invece sono già in apnea da tempo. Che speranze ci sono?
Stiamo lavorando con impegno, senza risparmiarci. Questo spero lo comprendano tutti. Ma non sono abituata a mistificare la realtà, che è gravissima. Speriamo che da Roma, dopo gli incontri del nostro sindaco e le sollecitazioni in più direzioni, arrivino prestissimo segnali forti. Per ora le casse sono vuote.
Quindi, a parte i debiti pregressi che sono di competenza dei commissari ministeriali, non ci sono neanche le risorse per far fronte alle spese correnti, quelle del 2012?
Ad oggi no. Appositamente la scorsa settimana abbiamo chiesto ai vertici del Cissaca, il presidente Lombardi e la direttrice Mussano, di tenere una articolata relazione di fronte alla commissione Politiche Sociali e della Salute. Noi naturalmente ben conoscevamo i dati, ma era giusto anche comunicarli ai rappresentanti del consiglio comunale, e alla città. Per cercare di trovare nella massima trasparenza le migliori soluzioni possibili, ma facendo i conti con la realtà. Però vorrei aggiungere una considerazione: a questa situazione tragica non si è mica arrivati per un terremoto improvviso, Oggi dobbiamo gestire il frutto di una situazione determinatasi negli anni. Dov’erano gli addetti ai lavori durante quel percorso? Non avrebbero dovuto forse denunciare certe situazioni, opporsi con più forza? Comunque, ora dobbiamo certamente attrezzarci, in qualche modo, per non arrivare alla sospensione di servizi essenziali, soprattutto perché indirizzati al sostegno delle fasce più deboli della popolazione.
Qualcuno in questi mesi nei corridoi di Palazzo ha alluso ad un suo scarso coinvolgimento, chiedendo “ma dov’è il vice sindaco?”
Il vice sindaco, ma soprattutto l’assessore alla salute e alle pari opportunità, è sempre stato qui, dalla nomina in giunta. E con un calendario fitto di impegni, incontri, problemi. Forse quel qualcuno intendeva che non stavo rilasciando troppe interviste, ma non è questo il mio mestiere: gliel’ho detto, sono un tecnico, non un politico. Ho incontrato nei primi mesi di attività tutti gli interlocutori sul territorio, dai vertici Asl e Aso alle associazioni, dai consorzi alle cooperative. E abbiamo messo in cantiere una serie significativa di iniziative e progetti.
Anche con le casse vuote?
Quello è un bel problema, ma dobbiamo procedere ugualmente. Stimolando collaborazioni, sinergie, se possibile anche donazioni di strumentazioni utili al sostegno socio sanitario delle persone più disagiate. Le cito il nuovo corso di italiano per donne straniere, il defibrillatore per le emergenze cardiache, i corsi di arte terapia. Ma anche il lavoro, credo significativo, che stiamo portando avanti per la revisione delle fasce Isee: l’obiettivo è, nonostante il dissesto e il conseguente aumento delle tariffe, fare in modo di attivare forme di bonus e agevolazioni per alcuni servizi comunali che sono indispensabili, soprattutto a sostegno di molte giovani donne con redditi medio bassi.
Emergenza freddo: sembra presto parlarne ora, ma l’inverno non tarderà ad arrivare. Lo scorso anno l’ostello Caritas fu preso d’assalto: come comune vi state attrezzando?
Ci stiamo lavorando proprio in questi giorni, con il dovuto anticipo. Esiste un gruppo di lavoro che coinvolge una serie di soggetti che operano sul territorio: noi, la Provincia, il Cissaca, la Caritas, la Diocesi, la Croce Rossa, il Sert e la compagnia Coompany&. Spero di non dimenticare nessuno. L’obiettivo è far fronte ad un’emergenza che, considerato anche il contesto di crisi economica e sociale, potrebbe avere dimensioni rilevanti. Nonostante la crisi finanziaria, abbiamo stanziato come comune un finanziamento di 30 mila euro, di cui 15 mila destinati ad uno specifico progetto indirizzato alle donne, con un appartamento ad hoc messo a disposizione di chi ne avrà bisogno.
Dottoressa, da molti anni è noto il suo impegno sul fronte del volontariato: continuerà? E quanto il volontariato può aiutare Alessandria a superare l’attuale crisi?
Io ci credo molto: il volontariato è un serbatoio di energie, entusiasmo e competenze straordinario, sul nostro territorio. E come assessorato stiamo dialogando a tutto campo con molti soggetti, coinvolgibili su singoli progetti. A livello personale, dal 2004 con mio marito e altri colleghi medici vado una e se posso due volte l’anno in Madagascar, dove abbiamo aperto un ospedale ostetrico e chirurgico per donne e bambini. Un’esperienza intensa e bellissima, gestita da una nostra Onlus alessandrina, Il sogno di Ludwika. Che era appunto il nome di una bimba di 12 anni, mancata una decina di anni fa, e figlia di un alessandrino che oggi vive in Madagascar. E cito altrettanto volentieri il mio impegno con l’Adisco, l’associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale. 
contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Per cui donandolo si dà un contributo importante ad altre persone malate, e si contribuisce ad una loro potenziale guarigione.
Ecco che emerge il medico che è in lei, assessore: riesce davvero a conciliare le sue “due vite”?
Ci vuole una forte organizzazione in effetti, e naturalmente ho rinunciato a tutto ciò che è libera professione extra ospedaliera. Mio marito, forse temendo che alla lunga non riesca a reggere, auspica una qualche decisione in merito. Francamente io amo enormemente il mio lavoro di medico, credo sia noto. Ma con altrettanta passione sto cercando di dedicarmi al compito di amministratore pubblico. Diciamo che qui mi considero però ancora in prova: quando avrò sciolto ogni riserva, potrei in effetti anche decidere di mettere fine all’esperienza ospedaliera, avendo già raggiunto i requisiti necessari per la pensione. Ma lasciatemici riflettere ancora un po’….
