La matematica, nè borghese, nè proletaria
La situazione finanziaria del Comune e la spesa permanente provocata dalle scelte di bilancio dei due professori della passata Amministrazione, hanno determinato non solo la condizione di dissesto, ma anche un trend che, se non corretto prontamente, potrebbe portare a ben più pesanti conseguenze
La situazione finanziaria del Comune e la spesa permanente provocata dalle scelte di bilancio dei due professori della passata Amministrazione, hanno determinato non solo la condizione di dissesto, ma anche un trend che, se non corretto prontamente, potrebbe portare a ben più pesanti conseguenze
Qui c’è poco da discutere: stabilite ed accertate le responsabilità del passato, l’attuale Amministrazione non può evitare l’impopolarità di un governo deciso sul piano del risanamento. E lo deve fare senza indugiare oltre nelle accuse al passato; che si tratti di un passato devastante non fa differenza, ora conta il presente.
E se il presente deve considerare che, grazie alle improvvide decisioni accertate, la spesa dell’ente comunale è di cento a fronte di un’ entrata che supera di poco gli ottanta, la situazione che ne consegue impone di riportare in equilibrio un rapporto pesantemente squilibrato. Peraltro sul fronte delle scelte virtuose, la giunta ha già dato segnali incoraggianti: basti pensare a come ha risolto il problema del capo di gabinetto, persona apprezzabile e competente, a costo zero.
Qui però la “virtù” non basta! E poiché la matematica resta impietosa perchè non è né borghese, né proletaria, e neppure capitalistica, se la situazione del rapporto entrate/spesa non cambia a favore delle prime a condizionamento della seconda, tra cinque anni i cento milioni di debito saranno duecento. Ed allora, sono sicuro che anche gli amici o compagni presenti in giunta e nella maggioranza lo capiranno, gli Alessandrini, nonostante le gravi responsabilità pregresse, non se la prenderanno più col Pier Carlo, ma con la Rita, con quali conseguenze di consenso elettorale è facile immaginare.
So bene che si tratta di prendere decisioni dolorose, ma qui o si salva la città e si salvano servizi essenziali come le mense scolastiche ed i supporti formativi, o si persiste nella voragine del peggioramento del debito. Se il Pier Carlo ha provveduto ad assunzioni di dipendenti, al di là delle reali necessità del servizio (faccio solo un’ ipotesi), per motivi a me poco noti e meno ancora comprensibili (alle cause pensateci voi), ci sono solo, a mio modesto e forse incompetente parere, due vie da percorrere: o si sospendono le assunzioni ogni volta che terminano gli incarichi a tempo determinato o personale di ruolo entra in quiescenza, con drastica riduzione di dipendenti o, se si vogliono salvare tutti i posti, si va ad una ristrutturazione delle partecipate e ad una rideterminazione dei rapporti contrattuali. Magari, con un po’ di fortuna, lo capiranno anche i sindacati (!). Sugli stipendi, solo per dirne una, si prenda come riferimento ciò che percepisce il personale della scuola, ovviamente a parità di titolo di studio, senza (per carità!) toccare i dirigenti, ma negando a questi ultimi anche la sola richiesta di consulenze esterne.
Sono certamente un po’ polemico ed un po’ provocatorio, ma non del tutto.
Resta inteso che tutto questo è possibile solo se giunta e maggioranza consiliare agiscono con perfetta sintonia: forza amici e compagni, bando alle preclusioni ideologiche!
Ricordate la leggenda improvvida (confesso che un po’ ci avevo creduto anch’io!) del “salario variabile indipendente”? La conclusione è sotto gli occhi di tutti: da decenni le pensioni ed i salari sono fermi, mentre “lorsignori” (il “Fortebraccio” dell’ “Unità” degli anni settanta!) si ingrassano, anche con la corruzione, nel ventre della crisi. Voi, persone serie, non siete certo dalla loro parte!
[tratto dal blog Appunti Alessandrini]