Lava: “lascio l’Udc, non la politica”
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Lava: “lascio l’Udc, non la politica”

Gli alessandrini hanno imparato a conoscerlo come “cittadino attivo”, autore di 175 lettere di segnalazione di inefficienze alessandrine negli ultimi due anni. Dopo aver appoggiato, con la sua lista civica, la candidatura di Barosini a sindaco, Piercarlo Lava esce dall’Udc, “senza aderire ad altri partiti, ma continuando ad impegnarmi per la città”

Gli alessandrini hanno imparato a conoscerlo come ?cittadino attivo?, autore di 175 lettere di segnalazione di inefficienze alessandrine negli ultimi due anni. Dopo aver appoggiato, con la sua lista civica, la candidatura di Barosini a sindaco, Piercarlo Lava esce dall?Udc, ?senza aderire ad altri partiti, ma continuando ad impegnarmi per la città?

Poco più di un anno fa, quando si affacciò alla ribalta mediatica alessandrina segnalando con metodo e precisione piccole e grandi inefficienze cittadine, cercammo di farne un ritratto a tutto tondo, raccontando chi era Piercarlo Lava. “Oggi sono quello di allora, e di un anno prima, quando decisi di dedicare buona parte del mio tempo ai problemi di Alessandria”, garantisce ora. Intanto, però, acqua sotto i ponti ne è passata: compresa una candidatura alle elezioni comunali di primavera con la sua lista civica, I Cittadini prima di tutto, a sostegno del candidato “centrista” Giovanni Barosini (con 46 preferenze personali, “e altre 48 solo alla lista, quindi immagino riconducibili a me”), e la rapida adesione e “fuga” dall’Udc, da cui Lava si è dimesso nelle scorse settimane.

Proviamo a farci raccontare questo anno “vissuto pericolosamente”, e a capire se l’uomo della società civile si è già stancato di fare il politico.

Signor Lava, già stanco della politica, o solo dei partiti?
Se per politica intendiamo l’impegno pubblico per dare una mano a risolvere i problemi della collettività, spero di essere solo all’inizio del percorso intrapreso con passione circa 2 anni fa. Vede, io sono uno che, pur amando Alessandria e gli alessandrini, prima per lavoro correva come un matto, da un meeting ad una convention in giro per l’Italia. Per cui il poco tempo libero lo dedicavo alla famiglia, e ai miei hobbies: l’equitazione e la fotografia, in primis. Poi, rallentando con gli impegni di lavoro, ho scoperto la politica.

E i suoi detrattori dicono che si è messo a giocare, con l’entusiasmo del neofita.
Sull’entusiasmo concordo, sul gioco per nulla. Mi sono messo con metodo ad analizzare i problemi della città, svolgendo sopralluoghi e contattando gli interlocutori istituzionali (e non conoscevo praticamente nessuno), e inviando puntuali richieste alle autorità, e in parallelo segnalazioni ai media. Le ho contate: ad oggi sono 175 lettere, con 52 problemi concreti risolti, e altri 33 invece ancora irrisolti. Mi scusi, ma io sono abituato a ragionare sui numeri, e sui risultati.

Che non sono propriamente l’essenza della politica, almeno per come la conosciamo noi in Italia…
Esatto. Ho imparato in questo ultimo anno, sulla mia pelle, che in politica spesso due più due non fa quattro, ma fa tre o cinque, a seconda delle convenienze. E che le parole sono spesso scollegate dai fatti…

Ma a questa conclusione, signor Lava, ci è già arrivato da tempo anche l’italiano medio. Parliamo del suo breve viaggio con l’Udc di Alessandria. Problemi personali con Gianni Barosini?
Assolutamente no, e sono sincero. Barosini è stato il primo politico a contattarmi, immagino constatando il mio impegno sul fronte civico, e a propormi di fare insieme un pezzo di strada. E’ una persona seria e corretta. Diciamo però che, per strada, io non ho sempre condiviso alcune scelte. Per lealtà naturalmente mi sono adeguato durante la campagna elettorale, e nei difficili mesi estivi. Ma ora era il momento di tornare a viaggiare in autonomia.

Ci dia qualche dettaglio Lava: cosa non ha condiviso nelle scelte dell’Udc?
Un passo indietro allora: L’Udc è stato alleato di Fabbio per due anni, e poi nel 2009 gli ha tolto l’appoggio. Benissimo: ma per tre anni la sua opposizione è stata troppo “blanda”, affidata ad un signore rispettabile come Giuseppe Bianchini, che però era di matrice Pdl, e in tre anni credo abbia “prodotto” un’unica iniziativa concreta, l’introduzione del disability manager: condivido, ma è troppo poco.

Lei però non c’era: errori più recenti, dal suo punto di vista?
Io al posto di Barosini in campagna elettorale avrei sostenuto la candidatura di Rita Rossa, e anzi prima mi sarei presentato alle primarie del centro sinistra. Comunque vedo che ora Gianni si è messo a fare un’opposizione seria, su temi anche forti. Quella che avrei voluto vedere anche negli anni precedenti. Gli auguro di fare bene.

Che fa Lava, si butta a sinistra, in soccorso del vincitore? Dobbiamo dedurne che sta per aderire al Pd, o a un altro partito della coalizione?
Chi mi conosce sa bene che io sono sempre stato di sinistra centro, e non di centro sinistra. Ben prima che mi impegnassi in politica intendo. Anche se non mi piace avere il paraocchi: anche a destra, ad esempio, ci può essere del buono. E le cito Emanuele Locci, nonostante qualche piccola divergenza che abbiamo avuto di recente: lui mi sembra una persona seria e che si impegna, anche se dalle sue parti vedo davvero poco altro di salvabile. Comunque: ho ricevuto un paio di proposte da partiti del centro sinistra, ma per ora non se ne parla. Torno a fare il battitore libero, e ad occuparmi dei problemi concreti della città: tra l’altro, da quando si è insediata la nuova giunta, ho già inviato ai media 21 nuove lettere di segnalazione.

Ma la strada intrapresa da Rita Rossa le piace?
Sono pienamente d’accordo sui metodi adottati dalla giunta per quanto concerne la gestione, in situazione di continua emergenza, delle questioni più importanti: in particolare sul principio che rappresenta la filosofia della sinistra in merito al fatto di non lasciare indietro nessuno… precari in primis. Mentre, onestamente, sul fronte delle nomine degli amministratori degli enti vorrei un po’ più di trasparenza e meritocrazia. Come pure sul fronte dei dirigenti pubblici: possibile che persone che hanno portato certe realtà al fallimento non siano rimovibili, e non si prendano mai nessuna responsabilità?

Lei ha spesso denunciato piccole disfunzioni che interessano la vita pratica dei cittadini: anche asfaltare una strada, o sistemare delle panchine, con le casse vuote può diventare un problema. O no?
Sicuramente però non è solo questione di risorse, ma di metodo e di volontà dei dirigenti. Ricordo che la mia prima segnalazione riguardò, in epoca Fabbio, le pessime condizioni del quartiere Borsalino, dove abito. Due anni dopo, tutto è ancora come allora, e sono pronto a scommettere che il dirigente competente non ha mai fatto neppure un sopralluogo. Poi c’è il verde pubblico, che ad Alessandria sta morendo. E non mi vengano a dire che è colpa del dissesto: lì per tutta l’estate Amag non ha provveduto all’annaffiatura, Amiu alla manutenzione. Giusto esigere il pagamento degli stipendi tutti i mesi, è un diritto sacrosanto. Ma nel lavoro esistono anche i doveri: o no?

Un altro suo cavallo di battaglia è stata la lotta per la rimozione di strutture in amianto. A che punto siamo?
Sono ancora davvero troppe, sia in edifici privati che pubblici. Vero è che la normativa nazionale è tale da non imporre la rimozione ai privati, se non in casi di pericolosità conclamata e accertata. Però altrove, penso al casalese, molti comuni hanno mostrato una sensibilità diversa rispetto ad Alessandria. Dove, appunto, si fa finta di niente fino a situazioni di vera emergenza. Io comunque continuo…

Lava e il web: un rapporto molto proficuo si direbbe…
La rete sicuramente mi ha consentito di raggiungere rapidamente un numero elevato di alessandrini, e oggi il mio blog, in cui rilancio tutto ciò che di interessante riguarda il nostro territorio, e non solo, è uno strumento di relazione e informazione molto importante. Ma non mi dimentico che i problemi e le necessità delle persone vanno affrontate sul campo, nella realtà. E quando giro per Alessandria ho sempre con me la mia macchina fotografica, perché a volte un’immagine dice più di mille parole.

 

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