Cattaneo: “Alessandria, quante occasioni mancate”
La logistica, la riqualificazione ambientale della Fraschetta, i ponti più volte ipotizzati e mai realizzati. Ma anche i progetti legati allex zuccherificio e linfinita querelle sulla collina di Valle San Bartolomeo. Conversazione fra passato, presente e futuro con Giancarlo Cattaneo, capogruppo Idv a Palazzo Rosso
La logistica, la riqualificazione ambientale della Fraschetta, i ponti più volte ?ipotizzati? e mai realizzati. Ma anche i progetti legati all?ex zuccherificio e l?infinita ?querelle? sulla collina di Valle San Bartolomeo. Conversazione fra passato, presente e futuro con Giancarlo Cattaneo, capogruppo Idv a Palazzo Rosso
“Posto che le responsabilità su chi ha generato l’attuale situazione sono chiare, per quanto mi riguarda quello è un dato acquisito, e bisogna guardare avanti. Per dare una prospettiva di futuro ad Alessandria, ovviamente che sia compatibile con la situazione dei conti comunali”. Giancarlo Cattaneo, 60 anni, di mestiere è direttore della Cassa Edile (“il governo Monti mi ha regalato altri sei anni di lavoro”), ed è una delle figure di maggior esperienza amministrativa attualmente fra i banchi di Palazzo Rosso. Capogruppo dell’Italia dei Valori, e presidente della commissione Sviluppo del Territorio, è stato in passato (giunta Scagni, 2002-2007) anche assessore all’urbanistica e allo sviluppo economico. Proviamo, quindi, a capire con lui se davvero Alessandria è la città delle “occasioni mancate”, e soprattutto cosa si può fare, da adesso in avanti, per conciliare dissesto e sviluppo.
Dottor Cattaneo, partiamo dal futuro: come si immagina Alessandria fra cinque anni, alla fine del mandato Rossa?
Francamente, in questa situazione, io sarei per procedere con i piedi di piombo, e la massima trasparenza verso i cittadini. Il programma di mandato, quinquennale, c’è ed è una cornice che comprende al suo interno praticamente tutto. Data l’eccezionalità della situazione, però, forse sarebbe più onesto dire agli alessandrini: queste sono le priorità sul tappeto, per i prossimi 12 mesi. Poi rifaremo il punto.
Occasioni in passato la città ne ha perse parecchie, non trova?
Moltissime. Quando, nel 2002, ho ricevuto l’incarico di assessore all’urbanistica e allo sviluppo economico, ero convintissimo che due fossero le direttrici essenziali su cui puntare: da un lato la logistica, diventando davvero il retroporto di Genova e puntando sulla valorizzazione dello scalo ferroviario, dall’altro il recupero ambientale della Fraschetta, che era incluso nella cosiddetta seconda variante del piano regolatore. Purtroppo in seguito la giunta Fabbio fece scelte diametralmente opposte: spostamento della logistica nell’area di San Michele, e azzeramento dei progetti di recupero della Fraschetta: territorio che conosco bene, e la cui popolazione ha pagato prezzi elevati allo sviluppo.

Direi che la questione è un po’ più articolata, e mi pare che diversi soggetti che fanno parte della conferenza dei servizi abbiano sollevato diverse perplessità, o non si siano ancora espressi pienamente. Stiamo a vedere. Ma il punto è un altro: gli investitori di cui si è sempre parlato, ossia Coop7 ed Esselunga, sono ancora davvero interessati, di questi tempi, a procedere con quel tipo di investimenti? Io qualche dubbio ce l’ho, ma naturalmente è mia opinione personale.
In ogni caso, se si dovesse realizzare una nuova grande area commerciale oltre Bormida, occorrerebbe ripensare anche la viabilità: arriverebbe il nuovo ponte finito anni fa nel libro dei sogni?
Ma con quali risorse? All’epoca a cui lei si riferisce progetti di ponti sulla Bormida ce n’erano addirittura due, uno targato Comune (e che sarebbe stato in parte finanziato da Coop7, ma solo se fosse sorto un nuovo centro commerciale vicino all’attuale centro benessere Bellavita), e uno targato Provincia. A mio avviso, con un po’ di buon senso e di dialogo, unendo le forze, all’epoca le condizioni per farcela c’erano. Oggi francamente no: si dovrebbe invece ragionare su una seconda strada, da far passare dietro lo stabilimento Paglieri, per intenderci, potenziando l’attuale rotonda che si trova nei pressi. Ma prima vediamo se e come procede la vicenda dell’area ex zuccherificio.
A propositi di ponti dottor Cattaneo: si farà o no questo Meier, o nuovo Cittadella che dir si voglia?
Ho convocato apposta una commissione, verso fine settembre, perché vorrei che giunta e dirigenti ci dicessero a che punto siamo, sia sul fronte dell’iter e della tempistica, che dei finanziamenti e dei vincoli. Meglio vederci chiaro.
E sul fronte dell’edificazione della collina di Valle S. Bartolomeo, è tutto risolto? Via libera?
Sul piano delle autorizzazioni si è già ben espresso l’assessore Ferralasco. Poiché però la politica si fa con gli atti amministrativi, e non con le illazioni, io vorrei tornare a parlarne in commissione, per chiarire una volta per tutte, o almeno spero, che le diverse scelte tecniche legate a questa vicenda, durata diversi anni, sono sempre state prese in assoluta trasparenza e nel rispetto delle regole. Insomma, c’è gente che, per avere visibilità personale, prima ha cavalcato il binomio tra collina di Valle e ‘ndrangheta. Poi, caduto ogni teorema su quel fronte, hanno “girato” la polemica sul fronte dello scempio ambientale.
Però l’ex consigliere comunale Pdl e presidente della commissione Territorio si è fatto più di un anno di carcere preventivo, e ad ottobre arriverà la sentenza….
Certo, e mi auguro per lui che sia dimostrata la sua innocenza. Ma, in ogni caso, quel che vorrei ribadire in commissione è proprio che Caridi non ha avuto nessun modo di influire sulle scelte legate alla collina di Valle S. Bartolomeo. Sul fronte legalità, poi, mesi fa proposi che si tenesse un consiglio comunale aperto. Mi fu detto che non era il caso, perché eravamo ormai in campagna elettorale. Tornerò a proporlo.

Sì, facciamo pure i nomi: io mi iscrissi al movimento giovanile della Dc nel 1973, e sono stato nel partito fino allo scioglimento. Con me c’erano Piercarlo Fabbio, Ezio Brusasco, Roberto Livraghi, un po’ più tardi Antonello Zaccone, e altri ancora. Tra cui un attuale ministro della repubblica, il professor Balduzzi. Sono stati anni di grande passione, di cui conservo un bel ricordo. E anche un forte rammarico, legato agli anni di Tangentopoli. Quando, nel 1993, venne meno l’egemonia socialista sulla città, proposi come Dc un’alleanza elettorale al Pci. Ci pensarono un po’ sopra, ma poi rifiutarono. E consegnammo la città alla Lega. Se penso al patrimonio di energie e competenze che c’era in quel gruppo di cattolici che le ho citato, direi che è stata un’occasione persa: non tanto per noi, quanto per la città, che poteva forse prendere una strada diversa.
Gli anni del quinquennio Scagni, ora che c’è una certa distanza temporale, come li giudica?
Molti progetti giusti, e una tempistica di realizzazione, in un paio di casi, assolutamente sbagliata e autolesionista. Penso, in particolare, al porta a porta, e all’isola pedonale, che all’epoca ci costarono forti consensi. Ma le aggiungo una riflessione che non ho mai fatto pubblicamente: io sono stato fedele a Mara Scagni fino alla fine, perché sono fatto così. Ma Mara non poteva, all’epoca, non essersi resa conto del clima di ostilità (anche esagerata, certamente) che si era creato attorno alla sua persona: probabilmente avrebbe dovuto fare, per tempo, un passo indietro. Ma naturalmente la politica non si fa con i ma e con i se: è andata così.
Dottor Cattaneo, ma che ci fa un democristiano prudente e riflessivo come lei nell’Idv del “barricadiero” Di Pietro?
(sorride, ndr) Mettiamola così: quando, nel 2010, ho aderito all’Italia dei Valori credevo davvero che si trattasse di un laboratorio interessantissimo, in cui poter costruire nuovi percorsi. Era un soggetto nuovo e stimolante. Non nego che oggi ho diversi motivi per essere perplesso: percepisco una sorta di deriva populista in cui non posso identificarmi.
Sta preannunciando le sue dimissioni?
No, ho l’abitudine di essere leale, e coerente con le mie scelte. E in consiglio comunale oggi c’è davvero tanto da fare. E in ogni caso, prima di qualsiasi scelta futura, mi confronterò naturalmente con chi mi ha dato fiducia.