Immobili comunali: quanto valgono davvero?
Cè il patrimonio di Svial e Valorial (società di cartolarizzazione attualmente in liquidazione), ma anche palazzi e strutture ancora nelle immediate disponibilità dellente. Ma a quanto ammonta davvero il tesoretto di Palazzo Rosso? Hanno davvero un mercato, e a quali prezzi?
C?è il patrimonio di Svial e Valorial (società di cartolarizzazione attualmente in liquidazione), ma anche palazzi e strutture ancora ?nelle immediate disponibilità dell?ente?. Ma a quanto ammonta davvero il ?tesoretto? di Palazzo Rosso? Hanno davvero un mercato, e a quali prezzi?
Sarà il patrimonio immobiliare l’àncora di salvezza a cui il comune di Alessandria cercherà di aggrapparsi, per uscire da una situazione debitoria drammatica, i cui risvolti i dipendenti delle partecipate e i cittadini stanno già sperimentando sulla propria pelle? Se in un passato anche recente, forse con ottimismo eccessivo, ci fu chi parlò di un patrimonio “superiore ai 500 milioni di euro” (ma includendo anche le partecipazioni societarie, Amag in primis), oggi la realtà si presenta con panni più dimessi, e quell’enfasi sembra lontana.
Saranno i commissari governativi, il cui arrivo in città è imminente, a dover esaminare nel dettaglio la situazione, procedendo anche sul fronte “proprietà immobiliari” ad una mappatura dettagliata dell’esistente, per poi pianificare una serie di dismissioni o alienazioni, in un contesto di mercato che però si presenta ricco di difficoltà. Vendere sì, insomma, ma cosa, a che prezzo e, soprattutto, a chi?
Osservate speciali sono, in queste settimane, soprattutto Svial e Valorial, le due società di “cartolarizzazione” del Comune di Alessandria (create rispettivamente dalla giunta Scagni e dalla giunta Fabbio) attualmenteaffidate dalla nuova amministrazione di centro sinistra ad un liquidatore, Gian Luigi Sfondrini.
Che ne sarà di queste realtà, e soprattutto degli immobili che sono nella loro disponibilità, essendo stati a suo tempo ceduti dal Comune alle stesse Svial e Valorial, a fronte di anticipazioni bancarie, su cui si pagano tuttora i relativi interessi? Gian Luigi Sfondrini (un lungo percorso come dirigente nella pubblica amministrazione, già in passato segretario provinciale del Pd) è prudente, e prende tempo: “ho ricevuto l’incarico a metà luglio, e in questi giorni completeremo la prima fase, inevitabile e necessaria, ossia portare le due società in una situazione di sostenibilità economico finanziaria, eliminando tutti i costi non essenziali. Subito dopo occorrerà passare alla verifica puntuale del patrimonio immobiliare, e delle reali possibilità di collocarlo sul mercato, in un contesto di crisi non solo dell’ente Comune, ma di tutto il sistema economico. E naturalmente con un confronto diretto e approfondito con i commissari ministeriali”.
Sfondrini di più non dice, ma è evidente che, in questo contesto, la liquidazione di Svial e Valorial potrebbe richiedere tempi lunghi. Mentre diverse forze politiche (nei giorni scorsi l’Udc, tramite il capogruppo a Palazzo Rosso Giovanni Barosini) chiedono l’accesso agli atti inerenti i bilanci, l’impressione è che le società di “cartolarizzazione” rappresentino per il Comune di Alessandria una “patata bollente” (non l’unica, purtroppo) da maneggiare con cura, e per la quale trovare una soluzione “indolore” non sarà facile.
Del resto già nei mesi scorsi l’allora presidente (in quota Lega Nord) Paolo Bobbio (nella foto) fu chiaro al riguardo:il punto di fondo è che probabilmente il Comune di Alessandria ha per lungo tempo sovrastimato il valore di certi immobili, e in alcuni casi (ex consorzio agrario di via Massaia, palazzo di via S. Giacomo) li ha “valorizzati” tramite finanziamenti bancari per cifre alle quali è risultato finora impossibile venderli. Dichiarava Bobbio lo scorso marzo: “L’immobile di via Cardinal Massaia, in carico a Svial dal 2006, è il classico esempio. Un istituto di credito anticipò all’epoca circa 4 milioni, che entrarono subito nelle casse del Comune. Ma l’edificio è ancora lì, dopo varie aste andate a vuoto. Ora proviamo con la trattativa privata, ma intanto da 6 anni paghiamo non lievi interessi. Si è fatto avanti un compratore che ha offerto un milione di euro, ma capisce bene che è improponibile vendere a quella cifre. Lo stesso successe con l’area del mercato ortofrutta degli Orti. Fu fatta nel 2006 una quotazione legata al progetto di Cittadella della Scienza. Ma poi, sfilatisi i soggetti pubblici coinvolti e sfumato il progetto, abbiamo venduto ad un privato, nel 2010. Ad una cifra interessante (4,5 milioni di euro), ma comunque inferiore a quella prevista. E con quattro anni di interessi bancari maturati nel frattempo, e da saldare”.
La situazione da allora non sembra gran che cambiata, e occorrerà capire se, per gli immobili tuttora in carico a Svial e Valorial, si sceglierà di vendere “a prescindere”, quindi abbassando sempre di più il valore delle aste fino a “incontrare” l’offerta di un compratore, oppure se si percorreranno altre strade, e quali. E, in caso di vendita a cifre significativamente inferiori a quelle già anticipate dalle banche, chi salderà la differenza agli istituti di credito? L’elenco degli immobili delle due società di cartolarizzazione comprende tra gli altri, oltre al citato ex consorzio agrario di via Massaia, anche il palazzo di via San Giacomo e quello di piazza Basile, e due edifici in via IV Martiri a Casalbagliano e in via Poggio a Lobbi.
Poi c’è un’altra “fascia” di immobili, “che erano stati assegnati ma non ancora trasferiti”, per usare le parole dell’ingegner Marco Neri, dirigente ai Lavori Pubblici del Comune di Alessandria. Quelli sono, in sostanza, ancora nella disponibilità diretta di Palazzo Rosso, che potrebbe decidere di venderli senza passare attraverso le due società attualmente in liquidazione. Si tratta, ad esempio, dell’ex palazzina uffici e mensa Guala in via San Giovanni Bosco (valutazione 1.295.964 euro), del comando di polizia municipale in via Lanza (ex educatorio Borsalino, valutazione 4 milioni di euro), e poi ancora della piscina comunale di viale Massobrio (1.150.000 euro), del punto D Informagiovani di via Parini (circa 250 mila euro), dell’ex farmacia Pista in viale Medaglie d’Oro (147.000 euro), dell’edificio di via Venezia 7 (uffici del Patrimonio, 1.711.500 euro) e della struttura coperta dell’ex mercato rionale di via Norberto Rosa (circa 34 mila euro).
Calcolatrice alla mano, più o meno 8 milioni e mezzo di euro, che sarebbero senz’altro una boccata di aria fresca per le esangue casse dell’ente. Ma la questione di fondo resta quella di partenza: a chi vendere, in un contesto di “depressione” di mercato come quella attuale?
Nei giorni scorsi qualcuno (il segretario provinciale del Pd Daniele Borioli, ad esempio) ha anche lanciato l’ipotesi di coinvolgere nel processo di valorizzazione del patrimonio comunale alessandrino la cassa depositi e prestiti, “il che permetterebbe probabilmente, in una fase di crisi del mercato, di non svendere parte del patrimonio”. Ipotesi destinata a far discutere, ma che in ogni caso potrebbe trovare applicazione sul fronte delle partecipate. Gli immobili vanno comunque collocati sul mercato privato locale: e non sarà facile.