Mazzoni: “il Comune è la trincea della politica”
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Mazzoni: “il Comune è la trincea della politica”

Annuncia per settembre lo “sdoppiamento” della saletta dei gruppi consiliari, e una nuova organizzazione di commissioni e uffici. Ma il presidente del consiglio comunale di Palazzo Rosso passa anche in rassegna le tappe salienti del suo percorso politico, dal Pci al Pd. Con un pizzico di amarcord, e ribadendo che “i valori sono sempre quelli”

Annuncia per settembre lo “sdoppiamento” della saletta dei gruppi consiliari, e una nuova organizzazione di commissioni e uffici. Ma il presidente del consiglio comunale di Palazzo Rosso passa anche in rassegna le tappe salienti del suo percorso politico, dal Pci al Pd. Con un pizzico di amarcord, e ribadendo che “i valori sono sempre quelli”

Enrico Mazzoni a Palazzo Rosso è davvero di casa: si muove con disinvoltura tra uffici e corridoi, e persino nelle torride settimane di agosto c’è sempre qualcuno che ha bisogno di parlargli, e lo ferma in cortile e per le scale. Oggi ricopre un ruolo istituzionale delicato: presidente del consiglio comunale. E secondo molti, date le sue capacità di ascolto e mediazione, si tratta di un approdo inevitabile, dopo vent’anni di presenza ininterrotta fra i banchi della politica comunale alessandrina.

Presidente Mazzoni, il suo nome come figura di garanzia circolava da tempo, e lei è stato votato anche da gran parte dell’opposizione. Sarà il presidente di tutti, come si dice in questi casi?
In realtà sono già stato in passato vice presidente del consiglio, sia durante la giunta Calvo, che durante il quinquennio Fabbio. Il presidente del consiglio comunale deve esser super partes, il che non significa che smetto di avere le mie opinioni e posizioni: ma in quella veste il mio compito è tutelare tutti, e garantire il rispetto delle procedure.

Intanto qualche piccola novità già è stata annunciata…
Sì, e credo si tratti di novità apprezzate a 360 gradi: da settembre i gruppi consiliari di opposizione avranno una nuova sala in cui riunirsi, e quella attuale resterà a disposizione dei gruppi di maggioranza. Si sono liberati spazi significativi, anche perché l’organico comunale va decrescendo di anno in anno, e quindi mi sembra corretto evitare il sovraffollamento in un’unica stanza, e dare a modo a tutti di operare nelle condizioni migliori. Oltretutto dall’autunno i ritmi di lavoro per i consiglieri si annunciano piuttosto intensi.

Anche lì riorganizzazioni in corso?
Le sei commissioni saranno concentrate dal lunedì al mercoledì: la mattina del giovedì sarà invece riservata alla capigruppo, poiché il consiglio comunale si terrà in genere il giovedì pomeriggio. Il venerdì invece lo destineremo all’attività interna degli uffici, in preparazione della settimana successiva.

Insomma i consiglieri li farete lavorare sodo…
In realtà è già così da diversi anni, nel senso che il consigliere comunale è davvero un’attività ad alto impegno e contenuto civico, e sostanzialmente no profit. Lo scriva pure, perché sui costi della politica si fa una gran confusione: ogni consigliere riceve, per ogni commissione o seduta del consiglio comunale, un gettone di 25 euro lordi, a prescindere dal numero di ore dedicate. In pratica è un rimborso spese. Il presidente del consiglio comunale, invece, è un’attività a tempo pieno, retribuita come un assessore: parliamo di 1.500 euro netti al mese, per 12 mensilità. Così facciamo chiarezza su aspetti che devono essere massimamente trasparenti.

Il comune è il trampolino di lancio verso altri traguardi?
Mah, direi in casi minoritari. Piuttosto il comune è la vera trincea della politica: noi siamo in prima linea, a contatto diretto e quotidiano con i cittadini, e in questo periodo, ad Alessandria soprattutto, può immaginarsi cosa significa. Eppure è proprio a partire da qui che il valore della politica, intesa come percorso collettivo e non come affermazione personale, può tornare ad emergere, riconquistando credibilità, e la fiducia degli elettori. Che, non dimentichiamolo, stanno scegliendo l’astensionismo in maniera crescente, e questo è un elemento di forte riflessione.

Lei parla di percorso collettivo, e non di affermazione personale. Concetti da vecchio comunista, che ormai non è più da tempo…
Ma mica rinnego il mio passato, anzi. Ormai sono quasi quarant’anni che faccio politica (ma in comune solo dal 1993, ndr), e certamente c’è stata un’evoluzione nel mio percorso. Ma sempre partendo da alcuni valori, che ho appreso nel Pci, e a cui credo di essermi attenuto fino ad oggi.

Proviamo a ricostruire quel percorso, per sommi capi?
Nel 1974 mi iscrivo al Partito Comunista, e vengo subito candidato alle comunali dove, pur senza essere eletto, ottengo 84 preferenze. Da allora, e per lunghi anni, mi dedico alla politica di quartiere, a partire dal mio paese, San Giuliano Nuovo, e con un grande maestro che mi fa piacere ricordare: si chiamava Mario Verna, era una persona generosa e altruista. Comunista, aveva aderito al Psiup, per poi rientrare nel Pci: fu anche consigliere comunale e assessore. Alla sua morte, ho continuato, e anzi il mio impegno è cresciuto.

Erano gli anni dei mitici Festival dell’Unità….
Eh sì: pensi che a San Giuliano Nuovo lo organizziamo ininterrottamente dal 1974. Con grande sforzo e sacrificio di tanti. E quest’anno, mentre in altri centri zona anche più grandi si è deciso di non farlo più, noi torniamo a proporlo, come appuntamento di riferimento di tutta la Fraschetta, dal 14 al 16 settembre: così nel frattempo anche la temperatura tornerà ad essere più fresca e vivibile, che dice? Grandi anni comunque quelli dei consigli di quartiere, palestra di politica dal territorio: nel 1990 feci addirittura, a San Giuliano, il primo accordo di governo con la Dc: in pratica il compromesso storico su scala locale.

In consiglio comunale quando è entrato?
Nel 1993, l’anno del trionfo leghista post tangentopoli. E ho fatto per 9 anni opposizione credo rigorosa e seria, ma senza mai scannarmi con gli avversari: non è quella la mia idea di politica. Ci ho messo almeno un paio d’anni per capire come funziona il consiglio, dal punto di vista degli strumenti tecnici: solo dopo ho cominciato ad intervenire, sempre più spesso. Credo che, anche oggi, l’importanza di studiare, e conoscere i meccanismi e le regole, non vada sottovalutato.

Si dice che lei fosse l’unico a sinistra che riusciva a dialogare con il sindaco Calvo, e anche a concludere accordi…
Forse è troppo: certamente, pur avendo posizioni molto diverse su tanti temi, un dialogo con Francesca Calvo l’ho sempre avuto, come con tutti gli altri. E lei, sui temi importanti, era una persona che una telefonata all’avversario per capire quale fosse la situazione la faceva sempre.

In quegli anni nasceva la sua alleanza politica, ma anche l’amicizia personale, con Mara Scagni: finite entrambe?
No, non scherziamo. I rapporti personali con Mara restano di amicizia, ci mancherebbe. Ad un certo punto però, dopo un lungo percorso insieme cominciato a metà anni Novanta, quando lei divenne assessore in Provincia, e continuato a Palazzo Rosso durante i cinque anni del suo mandato come sindaco, le nostre posizioni politiche hanno cominciato ad allontanarsi. Lei alla fine è uscita dal Pd, che invece è fortemente casa mia: del resto, dal Pci ad oggi, ho seguito tutte le trasformazioni del partito, credendoci fino in fondo.

E dimostrandosi via via un grande tessitore di rapporti e relazioni: sa che qualcuno parla, spiritosamente ma non troppo, di loggia mazzonica?
(scoppia a ridere divertito, ndr) Davvero? Questa è bella, e non l’avevo mai sentita. Dovrei forse essere onorato, ma davvero è esagerato, temo. Io dialogo con tutti, e cerco sempre di capire se esistono punti d’accordo su cui è possibile convergere, per trovare soluzioni ai problemi. Ma per tutti intendo anche e soprattutto le persone comuni, sia chiaro: non sono un politico da corridoi di palazzo. A volte però mi scappa quasi da ridere, perché mi attribuiscono decisioni e scelte in cui davvero non c’entro nulla.

Però, presidente Mazzoni, qualche settimana fa, precisamente il 25 luglio, su facebook un suo oppositore politico, Mario Bocchio del Pdl, l’ha attaccata personalmente, sostenendo che sua figlia “sarebbe stata appena assunta al Consorzio di Bacino Alessandrino per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani. Alla faccia del dissesto delle finanze comunali”.
Lo so, e temo anche che qualcuno ci sia cascato, a voler interpretare maliziosamente qualche dichiarazione che ho letto sui media. La realtà è ben diversa, e trasparente: mia figlia, che come tutti ha diritto di cercarsi un lavoro, ha un contratto a termine, credo per sostituzione maternità, ed è assunta da un’agenzia interinale. Io non c’entro assolutamente nulla, e sono sempre stato lontanissimo da queste pratiche. Chi mi conosce lo sa benissimo.

 

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