Puleio: “Precari e nuovo anno scolastico: è corsa contro il tempo”
Sarà creata unazienda speciale, che consenta assunzioni anche in deroga al patto di stabilità? A settembre i piccoli alessandrini potranno contare su un sistema educativo (0-6 anni) ancora a totale controllo pubblico, e con standard elevati? Confronto a tutto campo con lassessore Nuccio Puleio, che dice: no ad aumenti di tariffe, e prioritaria salvaguardia dei posti di lavoro e della qualità del servizio
Sarà creata un?azienda speciale, che consenta assunzioni anche in deroga al patto di stabilità? A settembre i piccoli alessandrini potranno contare su un sistema educativo (0-6 anni) ancora a totale controllo pubblico, e con standard elevati? Confronto a tutto campo con l?assessore Nuccio Puleio, che dice: ?no ad aumenti di tariffe, e prioritaria salvaguardia dei posti di lavoro e della qualità del servizio?
Basta percorrere un corridoio qualsiasi di Palazzo Rosso in compagnia del neo assessore Nuccio (Sebastiano solo per l’anagrafe) Puleio per rendersi conto che gli impiegati dell’ente lo considerano ancora uno di loro, e lo salutano con l’affetto che si concede ad un amico, e anche con un bel credito di fiducia personale. Ora tocca a lui, naturalmente, rimboccarsi le maniche e cercare di “sbrogliare” matasse delicate, peraltro in settori (sistema educativo, pubblica istruzione e politiche per i giovani) che sono stati una costante del suo percorso professionale. Proviamo a capire in che direzione intende muoversi, e con quali strumenti.
Assessore, ci siamo incontrati l’ultima volta ad una serata in difesa dei precari degli asili, e in generale del sistema educativo pubblico. Ora ha “saltato il fosso”, e tocca a lei provarci…
Diciamo a noi, perché siamo davvero una squadra, con progetti totalmente condivisi, pur in un contesto di precarietà assoluta. Sugli asili la posizione non cambia: salvaguardare la qualità del servizio pubblico, e i posti di lavoro. Del resto parliamo di lavoratori specializzati, la cui professionalità è essenziale per garantire il servizio.
I contratti dei precari sono però in imminente scadenza, e il nuovo anno parte a settembre, ma va preparato ora. Cosa farete?
Si sta lavorando su diverse ipotesi, sempre con la spada di Damocle del potenziale dissesto, e delle sue ricadute normative. Il cantiere è aperto, anche se non è un mistero che l’ipotesi è quello di creare un’azienda speciale, che in quanto tale consente di non vincolare le spese del personale al rispetto del patto di stabilità. Sarà Aspal quell’azienda? Non lo so, davvero. Certo non potrebbe esserlo nella sua attuale conformazione giuridica, e comunque questa è una decisione che coinvolgerà, mi auguro rapidamente, diversi soggetti, e non solo il mio assessorato. Bisogna far presto però: è la vera emergenza con cui confrontarci.

Un centinaio di addetti sul fronte dei nido (che sono 10, di cui uno affidato ad una cooperativa, Il Campanellino), 65 per le materne, e 11 nell’extra scuola, che è l’evoluzione del vecchio doposcuola delle elementari. E stiamo parlando davvero di un settore delicato, essenziale per tutta la comunità alessandrina. Anche in tempi di crisi oggettiva, chiedere di tirare la cinghia più di tanto sulla pelle dei bambini sarebbe davvero una scelta autolesionista: è uno dei comparti su cui invece investire, e il sindaco Rossa lo ha ben compreso.
Si è parlato del ricorso a cooperative, e anzi ad un certo punto si è vagheggiato di decisioni radicali da prendere in corsa da parte della precedente amministrazione…
Sì, per fortuna la città si è mobilitata, e non è successo. Personalmente la strada delle cooperative (che naturalmente non vanno demonizzate, tutt’altro) non mi convince, e non sono neppure convinto che consenta significativi risparmi. E in ogni caso, lo ribadisco, questo non è un settore che può essere gestito con la logica del puro costo. C’è un discorso di qualità del servizio e delle prestazioni, e il controllo del tutto credo debba rimanere in mano pubblica, a gestione comunale.
Assessore, con queste priorità e questa scarsità di risorse, ha senso parlare anche di politiche per i giovani, o è un tema da riservare a tempi migliori?
(sorride, ndr) Direi che ha centrato il problema: parlarne si deve, aprendo un confronto ampio e coinvolgendo associazioni, gruppi, portatori di idee. Mentirei se dicessi che è la mia priorità di giornata: con risorse scarsissime, ed emergenze come quelle che abbiamo citato, è chiaro che si devono fare delle scelte. Però questo non vuol dire ignorare i giovani: abbiamo in assessorato competenze professionali eccellenti, che sono già al lavoro su questo fronte. Si deve peraltro fare chiarezza su una certa frammentazione di competenze: tanto per essere chiari, oggi la gestione di una serie di attività legate ai giovani fa capo all’Aspal, per cui dovremo capire chi fa cosa. Ma tutto rientra in processi di riorganizzazione più ampi.

Ma assolutamente no, mi è stato proposto 24 ore prima che fosse dato l’annuncio ai media. E naturalmente per la stima e l’apprezzamento che ho per Rita Rossa e il suo obiettivo di salvare Alessandria (perché di questo si tratta) non potevo certo tirarmi indietro. Nonostante la mia mammetta mi abbia messo in guardia…
Le mamme sono sempre portatrici di saggezza assessore: la sua che le ha detto?
La mia ha novant’anni, e quando nel 1976 si è sciolta Lotta Continua (di cui sono stato militante ed attivista dopo la straordinaria esperienza del movimento studentesco del 1968, che ho vissuto pienamente a Torino, studiando Lettere e Filosofia), le avevo promesso che non avrei mai più fatto politica. O meglio, che non avrei mai fatto il politico. E in effetti poi per tutta la vita mi sono occupato di lavoro, di giovani, di sindacato nella Cgil, ma senza aderire ad un partito. Anche ora, peraltro, ho accettato l’impegno assolutamente come tecnico. La mamma, però, non è lo stesso molto convinta: e come tanti alessandrini seguirà con attenzione critica il nostro percorso. Ma anche con partecipazione, ne sono certo.
Lei è comunque ottimista?
Di natura sì, chi mi conosce lo sa. E ho sempre creduto nel cambiamento, nella trasformazione. Non le nascondo che gli aspetti finanziari mi preoccupano non poco: anche perché non posso che prendere atto delle risorse con cui ci troviamo ad operare. Però conosco a fondo il sistema educativo, e i diversi modelli integrati che si possono mettere in campo, raggiungendo standard qualitativi elevati, anche senza navigare nell’oro. E spero senza dover metter le mani nelle tasche degli alessandrini, come si dice in questi casi. Mi pare che le tariffe che i papà e le mamme devono pagare per i bambini nella fascia 0-6 siano già sufficientemente onerose.