“Partecipate” alessandrine: il nuovo inizio?
Nei mesi scorsi labbiamo chiamata La grande Ragnatela: che ne sarà ora delle società controllate dal Comune di Alessandria, del loro management nominato dalla politica e (spesso) dei buchi di bilancio? Quali le scelte del sindaco Rossa e della nuova amministrazione di centro sinistra? Ecco unessenziale panoramica
Nei mesi scorsi l?abbiamo chiamata ?La grande Ragnatela?: che ne sarà ora delle società controllate dal Comune di Alessandria, del loro management nominato dalla politica e (spesso) dei buchi di bilancio? Quali le scelte del sindaco Rossa e della nuova amministrazione di centro sinistra? Ecco un?essenziale ?panoramica?
E ora cosa succederà all’universo delle partecipate di Palazzo Rosso? La grande ragnatela che abbiamo raccontato nei mesi scorsi verrà smantellata, e in che tempi?
Giovedì Rita Rossa e la sua squadra si presenteranno per la prima volta di fronte al nuovo consiglio comunale, riunito per l’occasione di pomeriggio. Certamente è presto per pensare che si entri nei dettagli del futuro delle società controllate. Ma su quel fronte la situazione è così intricata e complessa, che le questioni non potranno essere rimandate a lungo: sindaco e neo assessore a Bilancio e Partecipate, Pietro Bianchi, “gatte da pelare” nelle prossime settimane e mesi ne avranno davvero parecchie. Da dove cominceranno? La nuova amministrazione di centro sinistra procederà ad una profonda riorganizzazione (e ridimensionamento di costi e strutture), come preannunciato in campagna elettorale, e sarà creato in Comune un centro di controllo e coordinamento diretto delle diverse realtà, fino ad oggi incredibilmente mancante? Sarà privatizzato qualche altro gioiello di famiglia (si parla insistentemente di Amag) per “fare cassa”, e cercare di risanare in un sol colpo i bilanci dell’ente? E le partecipate saranno ancora, come da consuetudine politica di lungo corso, la “camera di compensazione” della politica, e le loro presidenze il “refugium peccatorum” dove collocare i politici che non hanno trovato spazio in giunta?
Nei primi giorni di mandato il neo sindaco Rita Rossa ha dovuto affrontare le emergenze degli stipendi di maggio per i dipendenti Amiu e Atm, ed è naturalmente solo un piccolo anticipo di quel che potrebbe accadere.
Rita Rossa ha preannunciato in campagna elettorale l’intenzione di conservare solo le società strategiche nei settore dei trasporti (Atm), acqua e gas (Amag), rifiuti (con l’obiettivo di arrivare a unificare la filiera industriale della raccolta e dello smaltimento) e Aspal (“ma è da ristrutturare”) e liquidare tutte le altre.
Certamente la situazione complessiva (sia pur con alcune specificità che vanno evidenziate) del “calderone” partecipate è pessima, sia sul piano finanziario che spesso dell’esubero del personale: in alcuni casi frutto anche di scelte non troppo trasparenti, secondo alcuni.
Proviamo allora, con gli elementi frammentari a disposizione e muovendo dai dati ufficiali presenti sul sito dell’ente, a tracciare una sintetica mappa della situazione.

Universalmente considerato il braccio operativo dell’ex sindaco Fabbio (e il suo consulente più ascoltato, insieme allo stratega delle finanze, l’ex assessore al Bilancio Luciano Vandone), Repetto in questi anni ha sempre sbandierato i risultati di bilancio con fierezza, e mostrato i muscoli ogni volta che qualcuno ha provato a metterne in discussione l’operato. Durante la campagna elettorale si è parlato di un suo possibile avvicinamento post voto al centro sinistra e al nuovo sindaco Rita Rossa (che però ha lanciato segnali esattamente opposti), e comunque di un contratto rinnovato per altri due anni, e quindi “super blindato”. Tutte voci mai confermate come pure (incredibilmente, trattandosi comunque di azienda pubblica) mai finora è stato dato sapere quanto in questi anni Repetto abbia guadagnato come amministratore delegato di Amag. Sono noti solo i suoi emolumenti come presidente (24 mila euro l’anno), e più di recente le polemiche riguardanti i suoi rimborsi spese. Rimarrà in sella? E l’Amag rimarrà in mani pubbliche, o sarà privatizzata?

Valorial e Svial. Futuro incerto per le due società (con lo stesso presidente, Paolo Bobbio, e lo stesso direttore, Dario Pavanello, entrambi in quota Lega Nord) nate con la mission di collocare sul mercato il patrimonio immobiliare di Palazzo Rosso.
Nel corso di aprile si ventilò la possibilità di liquidazione per entrambe, anche perché il meccanismo delle cartolarizzazioni, con “anticipi” bancari sul valore degli immobili e dei terreni (con il pagamento di onerosi interessi, anche per tempi assai lunghi) ha generato risultati pratici assai insoddisfacenti.
Al sindaco Rossa e alla sua giunta il compito di prendere decisioni rapide, in un contesto certamente non facile.

Atm. Il problema principale che Giampaolo Cabella, presidente della società alessandrina di trasporti su gomma (area Lega Nord) ha denunciato fino alle ultime settimane pre voto è quello della scarsa liquidità, legata alla mancata riscossione degli ingenti crediti (si parla di circa 20 milioni di euro) proprio dal Comune di Alessandria. Emergenza pienamente confermata al momento del pagamento degli stipendi di maggio: a fine giugno sarà diverso?
Entro fine anno comunque sono attesi cambiamenti radicali, perchè la legge prevede che il Comune apra una gara per l’affido del servizio. Arriveranno nuovi soci, con relativa “boccata d’ossigeno” (come successo ad Amiu con Iren), per cui Atm stessa proverà a concorrere per aggiudicarsi il servizio, o si sceglierà un’altra strada?
Cissaca. Il Consorzio dei Servizi Socio Assistenziali dell’Alessandrino vanta nei confronti di Palazzo Rosso un credito significativo (si parla di 9 milioni, destinati a diventare 11 entro fine anno), e occorrerà capire da un lato se la nuova giunta sarà in grado di reperire le risorse per far fronte al debito pregresso, dall’altro quale forma verrà scelta per continuare ad erogare ai cittadini i servizi sociali obbligatori dopo lo scioglimento dei consorzi, previsto per fine anno.
L’unione fra comuni, al momento, appare ipotesi assai più accreditata che non la delega all’Asl.
Da capire anche se si andrà verso la conferma del direttore della struttura, Laura Mussano, e del presidente Mauro Lombardi (entrambi per nulla accondiscendenti nei confronti dell’atteggiamento tenuto dall’amministrazione Fabbio, e con contratti in scadenza), o se ci saranno avvicendamenti.
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Attualmente una parte dei 15 dipendenti del T.R.A. è in cassa integrazione, e attende con il fiato sospeso di capire cosa succederà nei prossimi mesi. Si prospetta una stagione teatrale “al risparmio”, con forte valorizzazione di compagnie e strutture cittadine “alternative” al teatro comunale. Il mandato del presidente Elvira Mancuso (nella foto) e del cda è stato rinnovato a luglio 2011, con durata triennale.
E le altre? Analizzando la “mappa” delle partecipate di Palazzo Rosso, non mancano altri casi interessanti. Che ne sarà di Al.Tri., ad esempio, la società per la riscossione dei tributi mai divenuta operativa, se non sul fronte dei costi del suo consiglio di amministrazione e per la discussa scelta di affittare una sede in centro città, anziché rimanere a costo zero in una location di proprietà dell’ente?
Più volte l’opposizione di centro sinistra cercò di opporsi alla costituzione della società, e il neo sindaco Rita Rossa, in campagna elettorale, indicò Al.Tri. (ma anche Sital e Valorial) tra le realtà da chiudere immediatamente.
Tutte da verificare invece le possibili trasformazioni sul fronte Aspal: il contratto del presidente, Mauro Rogna, è in scadenza, ma l’azienda è da oltre un decennio saldamente nelle mani del suo direttore, Anna Tripodi, che in un recente passato ha avanzato una serie di proposte, nella direzione di una forte razionalizzazione delle attività.
Sarà ascoltata?
Chiudiamo la “carrellata” con la Centrale del Latte di Alessandria ed Asti, di cui il Comune di Alessandria detiene in realtà soltanto il 10,35%, ma il cui presidente, Alfredo Di Meo, fu nominato dal sindaco uscente Piercarlo Fabbio: resterà in carica, o scatterà anche per lui l’avvicendamento?