Prove di “sistema” agli Stati generali dell’economia
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Prove di “sistema” agli Stati generali dell’economia

Istituzioni ed associazioni di categoria si sono incontrati a palazzo Monferrato per un confronto sullo stato dell'economia alessandrina e per individuare le soluzioni per uscire dalla crisi. L'assessore Barbadoro: “E' il primo passo”; i sindacati: “è ora di fare qualche cosa di concreto”

Istituzioni ed associazioni di categoria si sono incontrati a palazzo Monferrato per un confronto sullo stato dell'economia alessandrina e per individuare le soluzioni per uscire dalla crisi. L'assessore Barbadoro: ?E' il primo passo?; i sindacati: ?è ora di fare qualche cosa di concreto?

Cinque criticità del sistema economico: accesso al credito, mancanza di una identità comune, eccesso di burocrazia, lentezza delle istituzioni nel dare risposte, carenza di infrastrutture. Sono state individuate dal tavolo di confronto ristretto al quale hanno partecipato associazioni di categoria, istituzioni, sindacati, enti pubblici e discusse agli Stati generali dell’economia, organizzati dalla Provincia ieri a palazzo Monferrato. “Da qui si deve partire per fare qualche cosa di concreto”, ha detto l’assessore provinciale Massimo Barbadoro.
“Fare sistema”, “concretezza”, “concertazione e condivisione delle scelte”, sono le soluzioni invocate dai relatori e dai presenti. Non c’era il pubblico delle grandi occasioni, forse, ma un uditorio sicuramente qualificato che ha tracciato una chiara analisi di quel che non funziona. Nulla che non fosse già stato detto in altre occasioni. Questa volta si è tentato di fornire anche qualche soluzione, “demandando” però, in molti casi a dimensioni ben più grandi del panorama alessandrino su temi, ad esempio, della pressione fiscale.

Il presidente della Camera di Commercio Piero Martinotti ha parlato di un calo industriale inferiore a quanto erano le cupe previsioni iniziali. Tiene l’export che deve diventare il cavallo di battaglia: “nell’arco di 24 – 30 mesi dovremmo riuscire a passare da un 26% di quota di produzione esportata (pari a 5 miliardi l’anno) al 30%”, ossia circa 300 milioni in più in termini di produzione e la rinascita di 100 nuove imprese”.
Non ha fatto sconti Silvana Tiberti, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil.
Parlando della necessità di “fare sistema” e mettere “in rete le agenzie di sviluppo del territorio”, ha fatto “nomi e cognomi”: Slala, Alexala, Energia e Territorio. Tutte società nate con l’intento di promuove il sistema nel rispettivi campi, “ma che non si sono viste”.
“Occorre inoltre rifinanziare lo strumento della cassa integrazione in deroga che non è solo sostegno al reddito ma anche all’economia. Poi del tavolo permanente sulla crisi dovrebbero far parte anche Università e fondazioni bancarie, con le risorse da convogliare in progetti condivisi”. Tiberti ha anche ricordato la questione Terzo Valico: “facciamo parte dei ‘si tav’ purchè vengano risolte le questioni dell’amianto e delle risorse idriche, ma riteniamo che questo vada trasformata in una opportunità per il territorio, non solo un’opera fine a se stessa”.

L’Università era presente, tra gli invitati, con il professor Revelli e il professor Cassone. Ha portato un saluto il primo, ricordando “la disponibilità dell’Ateneo a mettere a disposizione del territorio idee e competenze”, mentre non ha nascosto una “non totale soddisfazione di come gli enti locali hanno trattato l’università” il secondo. E in effetti al tavolo dei relatori era seduto Luigi Serio, docente alla cattolica di Milano.
Il sindaco di Ovada Piero Oddone si è fatto portavoce del disagio dei comuni: “siamo un comune virtuoso, eppure non potremmo accendere mutui il prossimo anno, il che significa non fare opere per il paese e non dare lavoro”.

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