Fabbio: “Gli alessandrini non mi hanno giudicato”
Dopo la sconfitta non si è fermato un solo giorno, e circondato dai suoi collaboratori è già al lavoro per fare opposizione seria e costruttiva. Sono stato travolto dal clima nazionale dichiara lex sindaco: poi traccia un bilancio dei cinque anni a Palazzo Rosso, e si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Nel suo futuro cè il Parlamento della terza repubblica?
Dopo la sconfitta non si è fermato un solo giorno, e circondato dai suoi collaboratori è già al lavoro per fare opposizione ?seria e costruttiva?. ?Sono stato travolto dal clima nazionale? dichiara l?ex sindaco: poi traccia un bilancio dei cinque anni a Palazzo Rosso, e si toglie qualche ?sassolino? dalla scarpa. Nel suo futuro c?è il Parlamento della terza repubblica?
Piercarlo c’è, verrebbe da dire giocando un po’ sullo slogan più noto della sua recente campagna elettorale. L’ex sindaco di Alessandria non ha “staccato” neanche per un giorno, e non si è defilato dopo la sconfitta. Né si sono scoraggiati i suoi più stretti collaboratori (a partire dalla moglie Alida Cotroneo, straordinariamente combattiva), tanto che la sede elettorale di via Mazzini è ancora un brulicare di militanti, amici, ex amministratori, e l’intervista si svolge in un contesto “partecipato”, un po’ da “collettivo” anni Settanta. In un clima all’inizio “guardingo”, e via via assolutamente rilassato e riflessivo.
Ci tolga subito dall’imbarazzo: come la dobbiamo chiamare d’ora in poi? Professor Fabbio? Consigliere? Ex sindaco pare brutto….
Professore a me sta bene, è il mestiere che ho sempre fatto per vivere. Qualcuno dice che professori sono solo quelli universitari? E allora chiamatemi pure Piercarlo, come mi hanno sempre chiamato gli alessandrini.
Lei il lunedì della sconfitta era davanti ai giornalisti e in mezzo ai suoi elettori, a “parare il colpo”. Visibilmente deluso, ma non in fuga. Davvero non si aspettava questo risultato?
Non è che non avessi colto alcuni segnali, ma davvero fino all’ultimo ho sperato di convincere la maggioranza di alessandrini di centro destra ad andare ai seggi, in controtendenza nazionale. Non è successo, e mi spiace: perché avrei voluto essere giudicato in base all’operato di questi cinque anni, e non travolto dal clima generale di rifiuto della politica e dei partiti.
Ma gli alessandrini non hanno anche bocciato il suo operato e le sue scelte?
Non mi pare. Se controlla l’andamento delle elezioni di Asti, per citare un comune vicino a noi, ma con una storia amministrativa diversa, vedrà che l’astensione è stata la stessa, e il risultato anche. Ricordo che il consenso raccolto dall’attuale sindaco di Alessandria è stato sostanzialmente lo stesso ottenuto da Mara Scagni nel 2007. La differenza è che stavolta gli elettori di centro destra, da noi come nel resto d’Italia, sono rimasti a casa. E credo per una disaffezione verso la politica che ha radici nazionali, e non locali.

Lo ribadisco: noi abbiamo fatto molto, e molto facendo abbiamo anche sicuramente sbagliato qualcosa. Ma non ci sto al gioco di chi in questo ultimo anno ha presentato agli alessandrini uno scenario diverso da quello reale. Ero sindaco da due o tre mesi, quando nel settembre 2007 il mio assessore al Bilancio, il prof. Luciano Vandone, mi propose di dichiarare il dissesto, tanto era grave la situazione dell’ente. Non l’ho fatto, e per non danneggiare la città ho certamente danneggiato me stesso. Ma lo rifarei, perché credo in una politica della responsabilità.
I conti di Palazzo Rosso pare siano però drammaticamente peggiorati: come crede che finirà la vicenda con la Corte dei Conti?
Immagino che a giorni debba arrivare un nuovo pronunciamento, alla luce della documentazione e delle proposte che noi abbiamo fornito nei tempi richiesti, ossia entro i primi di maggio. In cui abbiamo anche indicato metodo, strumenti e tappe in direzione del risanamento. Di sicuro il nuovo consiglio comunale, entro il 15 giugno, dovrà decidere se approvare o meno il consuntivo 2011. Se deciderà di non farlo, verrà credo incaricato un commissario ad acta.
E i 27 milioni di debito fuori bilancio ricadranno sulle spalle dei dirigenti?
Ho letto che stanno lavorando alla ricerca di una soluzione, ma è chiaro che per ogni procedimento esistono responsabilità specifiche. Guardi, il rapporto con i dirigenti, purtroppo, è stato il vero tallone d’Achille della mia amministrazione. Tanto che abbiamo dovuto fare talora ricorso a professionalità esterne. Il nostro obiettivo è sempre stato, fin dall’inizio, quello di snellire l’ente, riducendo le spese, e al contempo spingendo sugli investimenti. E’ stato un tentativo di rivoluzione, in senso liberale, che ha conosciuto enormi resistenze. Ora arriva la restaurazione, vedremo con che risultati.
Lei prevede un ritorno al passato, per nomi e metodi?
Il timore che ritornino in pista personaggi già bocciati dagli alessandrini c’è. Però noi cattolici crediamo sempre nel recupero, e nella redenzione. Staremo a vedere.
Intanto è di nuovo in sella Antonello Zaccone, che fu suo assessore prima, e poi appunto ragioniere capo, ruolo che ora gli è stato restituito.
Zaccone con noi ha commesso errori seri, buona parte della situazione dei conti si deve a sue scelte, che si rivelarono sbagliate. Poi ci ha chiesto di cambiare ruolo, e lo abbiamo accontentato, senza peraltro ridurre di un euro il suo ricco stipendio. Diciamo che lo abbiamo trattato con maggior correttezza di quanto lui non abbia fatto con noi. Ma va bene così, il tempo sarà galantuomo.

Più che altro stupito, oltre che amareggiato. Abbiamo lavorato in totale trasparenza, e buona fede. L’eventuale elusione del patto di stabilità attraverso artifici contabili dovrebbe prevedere sanzioni amministrative. Non capisco che senso abbia procedere anche sul piano penale: però non sono un avvocato, e naturalmente con i nostri legali cercheremo di chiarire nel modo più assoluto e trasparente la situazione.
Come ex sindaco non pensa di aver sbagliato se non altro la scelta di alcuni collaboratori?
No, assolutamente non ci sto a questi distinguo a posteriori, e non gioco a scaricabarile. A parte forse il già citato Zaccone, non credo davvero di poter criticare la qualità dell’operato di nessuna delle persone che ho scelto, sempre in base a competenze verificate. Ma le pare che si possa dire che un professore del livello di Luciano Vandone, tanto per non fare nomi, non ha competenze e capacità? Gli è riconosciuta, a livello nazionale e non alessandrino, una capacità di innovazione della finanza pubblica (e non di finanza creativa, in senso dispregiativo) che pochi altri hanno. Il bando di “privatizzazione” dell’Amiu, per fare solo un esempio recente, è un modello che tanti altri comuni, anche più grandi, ci hanno richiesto per replicarlo.
Ma i dipendenti di Comune e partecipate non sono troppi?
In rapporto alle risorse, e al momento storico, sicuramente sì. Noi a Palazzo Rosso in questi cinque anni abbiamo avviato un trend di riduzione, anche se certamente non traumatico, anche perché mancano gli strumenti per farlo. Altrove sicuramente non ci siamo riusciti: le faccio l’esempio del teatro comunale. Certamente nei prossimi mesi la struttura sarà pronta per ripartire: ma francamente 15 dipendenti non sono giustificabili. Oltretutto ricordo il caso di un’impiegata con 58 mila euro lordi di retribuzione, per citare solo un caso. Ci sono in Italia realtà analoghe che operano con 3 o 4 dipendenti a tempo pieno.
Guardiamo avanti, al Piercarlo farà, per così dire. Sarà il capo dell’opposizione a Palazzo Rosso?
Faccio politica da una trentina d’anni, e quasi tutti di opposizione seria e costruttiva, quindi mi sento perfettamente a mio agio nel ruolo. In realtà però la minoranza sarà complessivamente di 12 consiglieri, anzi 10, perché l’Udc non lo considererei opposizione, francamente. Io sono disponibile ad un ruolo di capogruppo dei 6 del Pdl: ma ne parleremo in questi giorni, sono naturalmente scelte collegiali. Quel che è certo è che il centro destra, a livello nazionale e non solo alessandrino, deve riorganizzarsi e tornare a dar voce ad un vasto elettorato che si è temporaneamente astenuto (o in alcuni casi ha votato i 5 Stelle) perché chiede un cambiamento. Io sono convinto che ci si debba muovere nella direzione del Partito Popolare Europeo.
Le elezioni politiche previste per la primavera 2013 vedranno nascere davvero la terza repubblica? E lei ci sarà?
Non c’è dubbio che la seconda repubblica è al capolinea. Ci sarò, nel senso che farò quel percorso e cercherò di dare il mio contributo al nostro territorio se la mia parte politica lo riterrà opportuno, e si creeranno le condizioni. Amo la politica, non credo sia un mistero. Ma l’ho sempre fatta e la farò sempre, le assicuro, per senso civico e non per ambizione personale.