Una “festa” per il Cissaca
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Una “festa” per il Cissaca

In Piazzetta della Lega clown, giocolieri, truccabimbi e tanti operatori, per ricordare l'importanza dei servizi sociali e proporre una carta dei valori

In Piazzetta della Lega clown, giocolieri, truccabimbi e tanti operatori, per ricordare l'importanza dei servizi sociali e proporre una carta dei valori

E’ stato un momento gioioso il presidio degli operatori dei servizi sociali di venerdì 18 maggio in Piazzetta della Lega. Un momento di gioco e allegria, con clown, truccabimbi, giocolieri, musica, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema del diritto ai servizi sociali.
“E’ stata un’occasione di festa, – spiega Marina Fasciolo, Cissaca – non di rabbia, di protesta, di attacco alle istituzioni. E’ stato un modo costruttivo per sensibilizzare le forze del territorio e i cittadini sul tema del diritto ai servizi sociali.”
Un tema che non riguarda solo le persone in difficoltà, coloro che sono stati colpiti da perdita del lavoro, della casa, lutti, malattie invalidanti e disabilità, ma costituisce forme di aiuto e protezione per chiunque si trovi affrontare momenti critici del proprio ciclo di vita.

Nell’arco della manifestazione sono stati regalati ai passanti dei segnalibro contententi una carta dei valori, 8 principi guida, che gli operatori chiedono vengano rispettati dagli amministratori che si succederanno e che dovranno costituire un nuovo ente alla chiusura del Cissaca, che terminerà il proprio lavoro entro l’anno.

1. L’ente gestore delle funzioni socio assistenziali deve essere PUBBLICO per garantire prestazioni e interventi socio assistenziali secondo i criteri di equità, imparzialità, esigibilità, assenza di qualunque forma di profitto
2. La rete dei servizi sociali e assistenziali deve essere composta dai servizi pubblici, i soggetti della cooperazione sociale, il mondo del volontariato, la partecipazione dei singoli cittadini, perché TUTTI sono chiamati  a fare la propria parte per il benessere della comunità e delle persone che vi abitano, vi lavorano, vi sono accolte stabilmente o temporaneamente.
3. I servizi sociali non possono essere frantumati in pacchetti di prestazioni ed attribuiti ad Enti diversi ( Comuni e ASL, ad esempio) pena la perdita del principio di unitarietà della persona , caratteristico di ogni progetto di aiuto
4. Il territorio, inteso non solo come entità geografica, ma come insieme di risorse e di forze che lo caratterizzano, deve essere la base su cui progettare i servizi: è la lettura dei suoi bisogni che identifica gli obiettivi , gli strumenti , i progetti necessari a soddisfare le necessità della popolazione che lo abita.
5. Essere operatori significa anche essere ricercatori , sentinelle sensibili del rapido mutamento delle dinamiche sociali impegnati nell’ottica della prevenzione, del sostegno, del recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazione di bisogno e disagio e che facilitano il rapporto con i cittadini utenti.
6. E’ necessario che l’ente locale svolga pienamente le funzioni di lettura dei bisogni ,di pianificazione e programmazione  dei servizi e degli interventi, di definizione dei livelli di esigibilità, di identificazione delle risorse, di coinvolgimento qualificato della rete dei soggetti e degli attori locali, di valutazione  della qualità e dei risultati, anche attraverso la partecipazione diretta degli utenti..
7. Il cittadino è portatore di conoscenze e risorse e può ,con il proprio contributo, creare una relazione di scambio con i servizi: mentre chiede aiuto può offrire proprie risorse e competenze e produrre benessere per qualcuno.
8. La domiciliarità deve essere principio guida, inteso non solo come il diritto di vivere a casa propria , ma anche come valorizzazione di tutte le risorse formali e informali finalizzate a prevenire il ricorso a soluzioni residenziali esterne.

Un’iniziativa organizzata dal Comitato Spontaneo che si è costituito tra gli operatrici del Cissaca per difendere il diritto ai servizi sociali.
Marina Fasciolo: “siamo nati come comitato spontaneo e ci teniamo a precisare che l’autorganizzazione è un po’ il principio che ha guidato questo gruppo di lavoro, ci autofinanziamo, per poter mantenere la completa indipendenza da forze politiche, partitiche e sindacali presenti nel nostro territorio”.

 

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