Alessandria VentiVenti: “a che punto siamo?”
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Alessandria VentiVenti: “a che punto siamo?”

Mercoledì 9 maggio si è svolto il primo dei tavoli che hanno la finalità do fotografare la città. Ad incontrarsi alcune realtà associative alessandrine. Il prossimo incontro, con i commercianti, il 16 maggio

Mercoledì 9 maggio si è svolto il primo dei tavoli che hanno la finalità do fotografare la città. Ad incontrarsi alcune realtà associative alessandrine. Il prossimo incontro, con i commercianti, il 16 maggio

Al via l’attività di AlessandriaVentiVenti con i tavoli di lavoro “a che punto siamo” – su twitter i contenuti in merito rintracciabili attraverso gli hushtag #achepuntosiamo e #smartcity – che hanno la priorità di fare una fotografia della città da tre punti di vista differenti: quello delle associazioni (culturali, sociali, che operano nel contesto lavorativo), quello dei “commercianti”, e quello delle rappresentanze universitarie.

Presenti al primo incontro, che si è svolto mercoledì 9 maggio all’interno dell’Associazione Cultura e Sviluppo di piazza De Andrè, le associazioni: Etabeta, Casa di Quartiere, Paperstreet, Aism, Museo della Gambarina, Officine Marcovaldo, Arcipelago.
Non hanno partecipato al momento di condivisione ma si incontreranno a breve con il coordinamento di AlessandriaVentiVenti i rappresentanti di: Aveas, Centro Down, Informagiovani, Lab121, Amici delle bici, Gattile.

A Nicola Mandirola chiediamo con che criterio sono state scelte le associazioni che hanno partecipato all’incontro: “E’ stato un lavoro complicato in quanto le realtà associative ad alessandria sono davvero tante. Noi abbiamo cercato di mettere allo stesso tavolo realtà non omogenee in quanto in questa prima fase per noi è necessario trovare associazioni che possano inquadrare da diverse angolazioni la città per mettere a fuoco il più possibile le esperienze con cui il nostro progetto intende rapportarsi. Le associazioni che hanno partecipato sono, dunque, semplicemente una scelta ragionata, ma non esaustiva, di esperienze quotidiane, di rapporto con i cittadini. L’obiettivo è quello di allargare sempre di più il dibattito sul tema a tutti gli attori del panorama alessandrino.”

Ai rappresentati delle varie realtà è stato chiesto un aggettivo per definire l’attuale realtà alessandrina e uno che esprimesse ciò che per la loro città si augurano. A risposta della prima domanda i termini emersi sono stati: divisa, insoddisfatta, scocciata, in biblico, rassegnati, grigi, incoerenti, stanca, scettica, trascurata, passiva. 
Per ciò che riguarda l’augurio, invece: unita, dinamica, rilassata, a testa alta, frizzante, determinata, partecipativa, dignitosa, valorizzata, attiva.

“Va sottolineato – dice Mandirola nel corso della riunione – come tra i primi aggettivi attribuiti ad Alessandria, non uno sia positivo. Ciò testimonia come evidentemente la città venga vissuta in maniera negativa da chi quotidianamente vive il rapporto con i cittadini. Il nostro lavoro ce ha l’obiettivo di creare una città smart (intelligente e sostenibile) abbia un margine di manovra molto ampio anche se parte da condizioni difficili”

“Le associazioni hanno evidenziato l’importanza di rivitalizzare alcuni luoghi strategici della nostra città oggi totalmente abbandonati. Ciò che di nuovo è emerso è il metodo da utilizzare per raggiungere questo obiettivo: non basta infatti curare dal punto di vista materiale questi spazi fisici, bisogna renderli finalmente “sociali” cioè metterli al servizio della comunità che li ospita, che può al tempo spesso prendersene cura e animarli di iniziative. – spiega Mario Aragrande, tra i coordinatori di AlessandriaVentiVenti – Alessandria ha un grande difetto secondo le associazioni: i progetti e le idee che partorisce, anche se buoni, non sono mai a lungo termine. Manca infatti una visione del futuro chiara, limpida e la capacità di orientare e organizzare gli sforzi verso il raggiungimento di un obiettivo comune.”
In poche parole a emergere da questo primo tavolo di Alessandria VentiVenti è la mancanza di continuità nella progettualità. Tra le varie voci in merito, una su tutte:
“Bisogna evitare di creare circuiti chiusi in quanto l’autoreferenzialità e l’incapacità di proporre novità sono l’antitesi dell’associazionismo.”

In ultimo va sottolineata una parola che costituisce uno dei punti principali da cui fondare una città diversa dall’attuale: coraggio. Sia le associazioni che i ragazzi di Alessandria VentiVenti hanno, infatti, evidenziato come il coraggio di fare scelte innovative e di condividere esperienze pratiche provenienti dai più diversi settori di interesse sia un elemento cardine di questo progetto.

Il 16 maggio si svolgerà il secondo tavolo con le realtà del commercio alessandrino

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