Ivaldi e Locci, il politically correct che paga
Gianni Ivaldi, Pd ed Emanuele Locci, Pdl, sono, nei rispettivi schieramenti, i più votati. Mai sopra le righe, ma senza paura di distinguersi. Insomma, l'essere politically correct a volte "paga"
Gianni Ivaldi, Pd ed Emanuele Locci, Pdl, sono, nei rispettivi schieramenti, i più votati. Mai sopra le righe, ma senza paura di distinguersi. Insomma, l'essere politically correct a volte "paga"
E’ mister preferenza, Gianni Ivaldi (foto a sinistra). Con i suoi 799 voti risulta il più votato in assoluto tra i quasi novecento candidati al consiglio comunale di Alessandria, e di prima mattina si toglie il “sassolino” dalla scarpa, ricordando sul suo profilo facebook che ciò è il frutto di un consenso popolare autentico, dopo che il suo partito, il Pd, aveva ritenuto di non presentarlo come capolista, “al contrario di quanto è successo per tutti gli altri capogruppo a Palazzo Rosso”. Ma ora prevale assolutamente la soddisfazione, e il desiderio di contribuire alla definitiva affermazione di Rita Rossa al ballottaggio: “sono molto contento, è ovvio, per il riscontro personale che ho ottenuto: è il risultato di tante iniziative, di tante relazioni, di progetti realizzati in mezzo alla gente, ascoltando gli alessandrini e cercando di interpretarne i bisogni. Ma è ancora maggiore la mia soddisfazione per il successo della coalizione, e di Rita Rossa: ora dobbiamo impegnarci tutti per compiere l’ultimo, decisivo passo, e riconsegnare il Comune ai cittadini di Alessandria, dopo cinque anni indecorosi”. Due le riflessioni che Ivaldi si sente di aggiungere: “In primo luogo dobbiamo riflettere, tutti quanti, sul fenomeno dell’astensionismo, per capire come riavvicinare la società alla politica. Non è, naturalmente, un fenomeno solo alessandrino: anzi qui da noi si sommano elementi nazionali legati ad immagini di mala politica, a cause locali che ben conosciamo, frutto di una serie di gravi errori dell’amministrazione uscente che ha allontanato inevitabilmente una parte della città dalla partecipazione attiva. Starà a noi ricucire un rapporto di fiducia con tutto l’elettorato”.
E’ il più votato tra i candidati del Pdl (367 preferenze), e il più “pimpante” nel the day after elettorale. Emanuele Locci (foto a destra) non ha dubbi: “ha perso la vecchia politica: gli elettori hanno lanciato, con le preferenze a candidati giovani non tanto per età quanto per metodo e proposta, come il sottoscritto ma anche altri, la necessità di cambiare davvero”. Nel risultato complessivamente deludente del centro destra, Locci ritiene che vada raccolta (“anche subito, in vista del ballottaggio tra Rossa e Fabbio”) la richiesta di un cambio di passo, verso una democrazia di tipo partecipativo. “Io non solo credo che l’ottimo risultato del Movimento 5 Stelle non sia frutto di antipolitica, ma al contrario ritengo che sia stata premiata la loro capacità di tornare a farla davvero la politica, fra la gente e non nel Palazzo”. Un pidiellino “irregolare Locci lo è sempre stato, spesso spina nel fianco e pungolo del suo schieramento nel corso degli ultimi cinque anni. E ora lancia la sua proposta: “pensare solo al ballottaggio sarebbe riduttivo: dobbiamo renderci conto che sta cambiando tutto, e che siamo all’alba di una nuova era politica. Tuttavia non mi tiro certo indietro: sono pronto a sostenere Fabbio, se lui accetterà di rendere nota, da subito, la sua nuova squadra, e se nella stessa non comparirà nessun nome della vecchia giunta, e nessun rappresentante della vecchia politica. Non solo: la mia proposta è di prevedere un assessorato alla trasparenza e al controllo dell’operato della prossima giunta, da assegnare ad un esponente dell’opposizione. E va da sé che penso, in primis, ad un esponente dei 5 Stelle”. Ma non sarebbe un semplice tentativo di cooptazione di una forza innovativa, per intercettare il consenso del suo elettorato? “Per niente: sarebbe un modo per dire agli alessandrini che davvero si volta pagina, e che una volta tanto Alessandria è in prima linea nel cambiamento”. E se al ballottaggio trionferà il centro sinistra, Locci che farà? “Intanto la proposta di aprire all’opposizione credo che si possa estendere anche a Rita Rossa: se contiamo i voti assoluti raccolti, insieme, da lei e da Fabbio non possiamo non constatare che la maggioranza degli alessandrini ormai è altrove. Magari a casa perché non si riconosce nella vecchia politica. In ogni caso, se sarò all’opposizione, lavorerò in maniera costruttiva per il bene di Alessandria, come ho sempre cercato di fare. Cercando dialogo e confronto in primo luogo con chi, come me, crede nella democrazia di tipo partecipativo”. Ossia con i consiglieri del Movimento 5 Stelle.