Un “Consiglio della Famiglia” per Alessandria
Il nostro capoluogo sarà una delle prime città italiane a dotarsi di un Consiglio della Famiglia, con compiti di stimolo allattività esercitata dallAmministrazione comunale. Il presidente Butti: abbiamo in mente un modello preciso, ma dialogheremo con tutti
Il nostro capoluogo sarà una delle prime città italiane a dotarsi di un ?Consiglio della Famiglia?, con compiti di stimolo all?attività esercitata dall?Amministrazione comunale. Il presidente Butti: ?abbiamo in mente un modello preciso, ma dialogheremo con tutti?
I nominati nel “primo” Consiglio della Famiglia della Città di Alessandria sono: Giuseppe Affatato (Associazione Punto di Svolta), Isabella Zanotto (Associazione Nazionale Famiglie per l’Accoglienza), Franco Butti (AGESC-Associazione Genitori Scuole Cattoliche), Francesco Margaria (Forum provinciale Associazioni Familiari di Alessandria), Enzo Di Tullio (Centro Don Bosco-Alessandria), Giovanna Pavese (Associazione Alleanze per l’Autismo), Laura Panizza (AUSER), Maria Luigia Baretto (Movimento per la Vita-Associazione di Alessandria), Adora Vergano (C.I.F.-Centro Italiano Femminile), Fernando Politi (Associazione ANTEAS), Emanuela Guerci (Associazione Rinnovamento nello Spirito), Teresa Minetti (A.F.N.-Associazione Famiglie Numerose).
L’obiettivo del nuovo organo, come sottolinea il neo-Presidente del Consiglio Franco Butti, è quello di “stimolare l’Amministrazione comunale al fine di effettuare studi e ricerche sulla situazione delle famiglie del Comune e sulle politiche familiari più opportune, di promuovere iniziative atte a valorizzare la famiglia come istituzione sociale fondamentale e di rendere la società (locale) e le altre istituzioni sempre più attente e adeguate nelle risposte funzionali e di servizi ai problemi che riguardano la stessa, di favorire la collaborazione tra i soggetti pubblici e privati che operano per la realizzazione di interventi a favore della famiglia promuovendo in particolare le aggregazioni e l’associazionismo familiare locale”.
Il nuovo Consiglio si riunirà almeno una volta al mese e la prima seduta operativa è prevista entro una decina di giorni, per lavorare sul regolamento interno e soprattutto per delineare le prime azioni concrete da intraprendere, in attesa di confrontarsi con la nuova amministrazione di Palazzo Rosso, che dovrà decidere se e come riconfermare l’assemblea. Spiega Franco Butti: “il nostro lavoro è cominciato già un paio d’anni fa, quando ciascuno dei componenti dell’attuale consiglio era già impegnato con la propria associazione. Abbiamo cominciato allora a incontrarci con l’obiettivo di ragionare dei temi dell’accoglienza e della necessità di concentrare sul ruolo della famiglia nella società le nostre attenzioni e il nostro impegno. Per questo abbiamo organizzato una serie di iniziative ad hoc, per esempio sul tema dell’orientamento per i giovani, perché la famiglia ha un ruolo di indirizzo fondamentale sulle scelte future dei figli, e si tratta di un tema sempre più delicato, specie in un periodo nel quale la crisi si fa sentire così forte”.
Sulle prime iniziative da intraprendere con il nuovo Consiglio, il presidente Butti sembra avere le idee chiare: “serviranno interventi il più possibile concreti, specialmente lavorando per mettere in comune esperienze e sinergie fra tutte le associazioni coinvolte. Per ora i rappresentanti in Consiglio fanno riferimento alle associazioni che hanno chiesto di far parte di questo organo di consultazione, ma il nostro obiettivo è quello di coinvolgere via via nuove realtà. E proprio dal confronto, dall’ascolto e dal riconoscimento reciproco intendiamo partire per esplorare collaborazioni con tutti coloro che si dimostreranno interessati. E’ innegabile che molti di noi abbiamo riferimenti precisi quando si parla di modelli di famiglia, e che fra i valori per noi imprescindibili ci siano quelli della solidità dei rapporti e della stabilità. Ma questo non vorrà dire chiuderci sulle nostre posizioni: l’obiettivo deve essere quello di alimentare il dialogo e lavorare anche con chi la pensa diversamente per trovare punti di contatto. Per noi l’importante è che venga riconosciuta prima di tutto la soggettività della famiglia e che non venga considerata semplicemente un oggetto”.