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La fine viene dal cielo? Lo spiega l’astronomo Zappalà
Giovedì 3 maggio secondo appuntamento con il ciclo Apocalypse Dixit all'Acsal. Nessun impatto o esplosione stellare può distruggere la Terra, l'unica possibile fine è legata alla vecchiaia del Sole
Giovedì 3 maggio secondo appuntamento con il ciclo Apocalypse Dixit all'Acsal. Nessun impatto o esplosione stellare può distruggere la Terra, l'?unica possibile fine è legata alla vecchiaia del Sole
Giovedì 3 maggio il secondo incontro del ciclo Apocalypse Dixit organizzato dall’Associazione Cultura e Sviluppo insieme al Gruppo Astrofili Galileo di Alessandria. L’ospite sarà Vincenzo Zappalà, astronomo e scrittore, varie volte membro di consigli scientifici di congressi internazionali. Dal 1997 al 2000 è stato Presidente della Commissione 15 dell’Unione Astronomica Internazionale ed è stato anche co-leader del gruppo di lavoro sul sistema solare della missione spaziale Gaia. Gli è stato dedicato l’asteroide 2813 Zappalà, scoperto da Edward L. G. Bowell nell’Osservatorio Lowell di Flagstaff in Arizona.
Siamo nel 2012 e sicuramente tra non molto si tornerà a parlare del calendario dei Maya e della fine del mondo. Ovviamente non vi è niente di scientifico in queste false notizie che mirano soltanto a spaventare e a incentivare la vendita di libri, giornali, riviste e a stimolare il solito “catastrofismo” mediatico. L’occasione può, comunque, servire a sollevare la domanda formulata nel titolo. Va però ben chiarita di quale “fine” si parla: della razza umana o del pianeta Terra? In entrambi i casi la risposta è: “Sicuramente sì”. Tuttavia, sono diverse le possibilità e i tempi scala perché si verifichino eventi di tale portata. Nel caso della razza umana le occasioni sono molteplici e vanno dagli impatti con asteroidi e comete alla esplosione di supernove, dall’attivazione violenta di buchi neri all’evoluzione del Sole. Nessun impatto o esplosione stellare può distruggere la Terra. L’unica possibile fine è legata alla vecchiaia del Sole. Quando esso entrerà nella fase di gigante rossa, la Terra sarà sfiorata dalla superficie della stella che si sarà enormemente espansa. Il calore terrificante potrebbe vaporizzare il nostro pianeta che venderà comunque molto cara la pelle! Bisogna togliersi dalla testa l’idea che l’uomo possa distruggere il suo pianeta. Molto più facile è, ovviamente, il viceversa. Nel caso dell’uomo i tempi scala per essere annientato da un evento cosmico si calcolano in pochi o tanti milioni di anni, nel caso del pianeta Terra in almeno quattro miliardi. Mentre la fine della Terra può essere ipotizzata o probabilmente osservata (tra non molto) solo su altri sistemi planetari, la fine delle specie viventi può essere letta facilmente nella storia del nostro pianeta. Se poi qualcuno non ci credesse potrebbe sempre chiedere ai dinosauri.
L’appuntamento è dunque per giovedì 3 maggio all’Acsal (piazza De Andrè 76) dalle 19 ale 22,30 (con pausa buffet verso le 20,30) con la conferenza dal titolo La fine viene dal cielo? Presenterà la serata e modererà il dibattito Massimo Volante, Presidente del Gruppo Astrofili Galileo di Alessandria.
Siamo nel 2012 e sicuramente tra non molto si tornerà a parlare del calendario dei Maya e della fine del mondo. Ovviamente non vi è niente di scientifico in queste false notizie che mirano soltanto a spaventare e a incentivare la vendita di libri, giornali, riviste e a stimolare il solito “catastrofismo” mediatico. L’occasione può, comunque, servire a sollevare la domanda formulata nel titolo. Va però ben chiarita di quale “fine” si parla: della razza umana o del pianeta Terra? In entrambi i casi la risposta è: “Sicuramente sì”. Tuttavia, sono diverse le possibilità e i tempi scala perché si verifichino eventi di tale portata. Nel caso della razza umana le occasioni sono molteplici e vanno dagli impatti con asteroidi e comete alla esplosione di supernove, dall’attivazione violenta di buchi neri all’evoluzione del Sole. Nessun impatto o esplosione stellare può distruggere la Terra. L’unica possibile fine è legata alla vecchiaia del Sole. Quando esso entrerà nella fase di gigante rossa, la Terra sarà sfiorata dalla superficie della stella che si sarà enormemente espansa. Il calore terrificante potrebbe vaporizzare il nostro pianeta che venderà comunque molto cara la pelle! Bisogna togliersi dalla testa l’idea che l’uomo possa distruggere il suo pianeta. Molto più facile è, ovviamente, il viceversa. Nel caso dell’uomo i tempi scala per essere annientato da un evento cosmico si calcolano in pochi o tanti milioni di anni, nel caso del pianeta Terra in almeno quattro miliardi. Mentre la fine della Terra può essere ipotizzata o probabilmente osservata (tra non molto) solo su altri sistemi planetari, la fine delle specie viventi può essere letta facilmente nella storia del nostro pianeta. Se poi qualcuno non ci credesse potrebbe sempre chiedere ai dinosauri.
L’appuntamento è dunque per giovedì 3 maggio all’Acsal (piazza De Andrè 76) dalle 19 ale 22,30 (con pausa buffet verso le 20,30) con la conferenza dal titolo La fine viene dal cielo? Presenterà la serata e modererà il dibattito Massimo Volante, Presidente del Gruppo Astrofili Galileo di Alessandria.