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Atm, ci salvi chi può
Giampaolo Cabella, presidente Atm, parla del futuro della società: chiudiamo con un utile di 10 mila euro, ma se il comune non pagherà, avremo liquidità solo per pochi mesi. Ed entro fine dicembre l'azienda rischia di morire definitivamente
Giampaolo Cabella, presidente Atm, parla del futuro della società: ?chiudiamo con un utile di 10 mila euro, ma se il comune non pagherà, avremo liquidità solo per pochi mesi. Ed entro fine dicembre l'azienda rischia di morire definitivamente?
“Chiudiamo l’esercizio 2011 con un conto economico che è in utile per 10 mila euro, dopo una perdita del 2010 di 989 mila euro. La società ha, quindi, tutti i numeri per potere andare avanti. Il problema è sempre quello delle liquidità, di un socio quasi unico ed utilizzatore dei servizi che non paga”.
Il presidente Atm Giampaolo Cabella è convinto di aver fatto tutto quel che poteva e doveva fare. Ma ha anche la consapevolezza che il futuro di Atm, l’ex municipalizzata – oggi partecipata – che gestisce il trasporto urbano, non dipende solo da lui. “Anzi, dipende da quel che deciderà il Comune di Alessandria, nostro unico cliente e socio al 96%”.
I rapporti tra palazzo Rosso e la sede di via Lungo Tanaro Magenta non si possono certo definire “ottimi” nell’ultimo anno. Ad ottobre Atm aveva annunciato ai dipendenti che non scorreva più liquidità nei tubi e che gli stipendi sarebbero stati corrisposti in ritardo perchè il comune “non pagava le fatture”.
“Allora eravamo riusciti a metterci una pezza, pagando per lo meno gli stipendi al netto dei contributi. Ma se il comune non attuerà un piano di rientro, avremo liquidità ancora per poco”, dice Cabella.
Tra le scelte che la nuova amministrazione sarà chiamata a prendere c’è, quindi, anche quella del futuro dell’azienda di trasporto.
“Entro il 31 dicembre Atm cesserà d’esistere perchè la legge prevede che il Comune apra una gara per l’affido del servizio. Per come siamo messi ora, non potremmo partecipare alla gara a meno dell’ingresso di nuovo soci che portino ossigeno, come è stato fatto, ad esempio, per Amiu. Ma, ripeto, non spetta a noi fare questa scelta, ma al socio pressochè unico, il Comune”.
Ammontano a “20 milioni di euro circa i crediti che Atm vanta nei confronti del comune. Fatture non pagate, per le quali abbiamo chiesto anticipi di cassa alle banche. Ma prima o poi questi soldi devono rientrare. Al netto degli anticipi, quindi, il credito è di 9 milioni di euro”.
Il rammarico di Cabella non è tanto il pensiero che Atm potrebbe non esistere più entro fine anno: “l’azienda potrebbe funzionare, il nostro conto economico è a posto, grazie ad una politica di rigore e di compressione delle spese. Tuttavia ci sentiamo ogni giorno sull’orlo del burrone”.
Ci sarebbe anche la possibilità di effettuare investimenti. Anche questa bloccata dalla mancanza di risorse liquide: “avremmo la possibilità di sostituire 17 autobus con nuovi mezzi non inquinanti. C’è infatti un finanziamento della regione al 60%. Ci manca però quel restante 40%. Ripeto, riusciamo a malapena a pagare gli stipendi netti che servono a mantenere 230 famiglie”.
Tanti ne entrano, il doppio ne escono: “incassiamo dalla vendita dei biglietti circa 400 mila euro, che è tanto quanto ci costa il personale. Ma il gasolio nell’autobus va messo. Poi abbiamo anche sul gruppone quel mutuo da 1 milione di euro annui per il parking di via Parma. Noi abbiamo fatto anche qualche proposta all’amministrazione comunale per uscire da questo circolo vizioso, ma al momento non abbiamo ricevuto risposte. Mi auguro che arrivino dalla prossima”.
Il presidente Atm Giampaolo Cabella è convinto di aver fatto tutto quel che poteva e doveva fare. Ma ha anche la consapevolezza che il futuro di Atm, l’ex municipalizzata – oggi partecipata – che gestisce il trasporto urbano, non dipende solo da lui. “Anzi, dipende da quel che deciderà il Comune di Alessandria, nostro unico cliente e socio al 96%”.
I rapporti tra palazzo Rosso e la sede di via Lungo Tanaro Magenta non si possono certo definire “ottimi” nell’ultimo anno. Ad ottobre Atm aveva annunciato ai dipendenti che non scorreva più liquidità nei tubi e che gli stipendi sarebbero stati corrisposti in ritardo perchè il comune “non pagava le fatture”.
“Allora eravamo riusciti a metterci una pezza, pagando per lo meno gli stipendi al netto dei contributi. Ma se il comune non attuerà un piano di rientro, avremo liquidità ancora per poco”, dice Cabella.
Tra le scelte che la nuova amministrazione sarà chiamata a prendere c’è, quindi, anche quella del futuro dell’azienda di trasporto.
“Entro il 31 dicembre Atm cesserà d’esistere perchè la legge prevede che il Comune apra una gara per l’affido del servizio. Per come siamo messi ora, non potremmo partecipare alla gara a meno dell’ingresso di nuovo soci che portino ossigeno, come è stato fatto, ad esempio, per Amiu. Ma, ripeto, non spetta a noi fare questa scelta, ma al socio pressochè unico, il Comune”.
Ammontano a “20 milioni di euro circa i crediti che Atm vanta nei confronti del comune. Fatture non pagate, per le quali abbiamo chiesto anticipi di cassa alle banche. Ma prima o poi questi soldi devono rientrare. Al netto degli anticipi, quindi, il credito è di 9 milioni di euro”.
Il rammarico di Cabella non è tanto il pensiero che Atm potrebbe non esistere più entro fine anno: “l’azienda potrebbe funzionare, il nostro conto economico è a posto, grazie ad una politica di rigore e di compressione delle spese. Tuttavia ci sentiamo ogni giorno sull’orlo del burrone”.
Ci sarebbe anche la possibilità di effettuare investimenti. Anche questa bloccata dalla mancanza di risorse liquide: “avremmo la possibilità di sostituire 17 autobus con nuovi mezzi non inquinanti. C’è infatti un finanziamento della regione al 60%. Ci manca però quel restante 40%. Ripeto, riusciamo a malapena a pagare gli stipendi netti che servono a mantenere 230 famiglie”.
Tanti ne entrano, il doppio ne escono: “incassiamo dalla vendita dei biglietti circa 400 mila euro, che è tanto quanto ci costa il personale. Ma il gasolio nell’autobus va messo. Poi abbiamo anche sul gruppone quel mutuo da 1 milione di euro annui per il parking di via Parma. Noi abbiamo fatto anche qualche proposta all’amministrazione comunale per uscire da questo circolo vizioso, ma al momento non abbiamo ricevuto risposte. Mi auguro che arrivino dalla prossima”.