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Storie di vita, di lavoro, di battaglie: questo è “Il Lavoro Perduto”
Un libro che raccoglie le testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici delle fabbriche dell'alessandrino che oggi non esistono più è stato realizzato a due mani da Grazia Penna Ivaldi e da Paola Giordano, su iniziativa del Sindacato Pensionati Italiani della Cgil
Un libro che raccoglie le testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici delle fabbriche dell'alessandrino che oggi non esistono più è stato realizzato a due mani da Grazia Penna Ivaldi e da Paola Giordano, su iniziativa del Sindacato Pensionati Italiani della Cgil
Un libro che raccoglie le voci dei lavoratori. Di tutti quei lavoratori che hanno lottato per acquisire diritti sul posto di lavoro e che raccontano uno spaccato di vita quotidiana, quello all’interno delle fabbriche del territorio alessandrino, tra gli anni ’70 e gli anni ’90, che oggi non esistono più. “Il Lavoro Perduto” non è solo un tuffo nel passato e nella memoria, ma uno dei temi ancora caldi e attuali ai giorni nostri.
“Perdere la memoria è un danno alla democrazia” ha dichiarato Cesare Ponzano, segretario Spi Cgil Alessandria ed è per questo che il sindacato Pensionati ha deciso di raccogliere, “memorizzare” ricordi e testimonianze che possano essere d’aiuto e di insegnamento oggi, alle nuove generazioni che non vivono certo una condizione facile sul versante lavorativo. Quello che emerge dal volume “è la semplicità, l’umanità e la coesione del mondo dei lavoratori all’interno del sistema imprenditoriale alessandrino di quegli anni – spiega una delle autrici, Paola Giordano – che non nega la definizione di ‘libro di parte’: abbiamo dato voce ai lavoratori e alle lavoratrici e non al mondo industriale”.
“Molte delle argomentazioni che sono uscite fuori dai racconti di questi protagonisti hanno fatto la storia del mondo dei diritti e delle battaglie dei lavoratori – ha spiegato l’altra autrice Grazia Penna Ivaldi – ma che allo stesso tempo sono più che mai temi di attualità: si tratta della perdita del lavoro, della chiusura di fabbriche, dei diritti e dei doveri, delle battaglie sindacali“. Non sono solo singole esperienze quelle riportate nelle 200 pagine de “Il Lavoro Perduto”, ma rappresentano il clima, l’atmosfera nel suo complesso che si viveva “dentro e fuori la fabbrica”.
Sigle sindacali che hanno fatto la storia, come la Lega Metalmeccanici, e nomi di fabbriche che rappresentano uno spaccato di vita alessandrina, che come spiegano i protagonisti stessi di questi racconti “non si dimenticano. L’unione tra lavoratori, tra sindacati era il fulcro del lavoro di quegli anni….impensabile oggi”.
“Perdere la memoria è un danno alla democrazia” ha dichiarato Cesare Ponzano, segretario Spi Cgil Alessandria ed è per questo che il sindacato Pensionati ha deciso di raccogliere, “memorizzare” ricordi e testimonianze che possano essere d’aiuto e di insegnamento oggi, alle nuove generazioni che non vivono certo una condizione facile sul versante lavorativo. Quello che emerge dal volume “è la semplicità, l’umanità e la coesione del mondo dei lavoratori all’interno del sistema imprenditoriale alessandrino di quegli anni – spiega una delle autrici, Paola Giordano – che non nega la definizione di ‘libro di parte’: abbiamo dato voce ai lavoratori e alle lavoratrici e non al mondo industriale”.
“Molte delle argomentazioni che sono uscite fuori dai racconti di questi protagonisti hanno fatto la storia del mondo dei diritti e delle battaglie dei lavoratori – ha spiegato l’altra autrice Grazia Penna Ivaldi – ma che allo stesso tempo sono più che mai temi di attualità: si tratta della perdita del lavoro, della chiusura di fabbriche, dei diritti e dei doveri, delle battaglie sindacali“. Non sono solo singole esperienze quelle riportate nelle 200 pagine de “Il Lavoro Perduto”, ma rappresentano il clima, l’atmosfera nel suo complesso che si viveva “dentro e fuori la fabbrica”.
Sigle sindacali che hanno fatto la storia, come la Lega Metalmeccanici, e nomi di fabbriche che rappresentano uno spaccato di vita alessandrina, che come spiegano i protagonisti stessi di questi racconti “non si dimenticano. L’unione tra lavoratori, tra sindacati era il fulcro del lavoro di quegli anni….impensabile oggi”.
Le fabbriche raccontate sono Argenteria Cesa1882, Argenteria Ricci, Baratta, Fonderie Officine Bolognini, Imes, Magneti Marelli, Officine Angelo Panelli, Garbieri-Lico Cinturini, Russo.
La lezione che si raccoglie da queste pagine è rappresentata dalla “continua evoluzione del mondo, del ciclo economico industriale e del lavoro stesso”. Il lavoro e la ripresa industriale sono due temi che vanno a braccetto e sono il perno dello sviluppo, come ricorda Silvana Tiberti, segretaria Cgil. I temi attuali e oggi più che mai propri di questa società sono “la mancanza del lavoro e la perdita di valore dello stesso”. “Ma un altro fattore importante che è andato perduto – ricorda Silvana Tiberti – e che è invece ben rappresentato da questo libro, è la narrazione. E’ uno strumento che si è perso oggi: le generazioni dei genitori hanno trascurato la narrazione con i propri figli”. Al centro di queste testimonianze non mancano poi le “battaglie sindacali” che come hanno ricordato gli stessi lavoratori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, “vedevano le tre sigle unite, compatte, mai divise. Insomma la forza dei lavoratori stessi”. Questa forza sindacale “tutta alessandrina” è servita a rimarcare quanto la città resti ancora oggi, all’interno della divisione sindacale a livello nazionale, una “roccaforte” dell’unione di Cgil, Cisl e Uil. “Questo perché qui si va oltre gli ideali, e si punta alle singole personalità che rappresentano gli interessi dei lavoratori, dei pensionati, delle fasce deboli della società”.
La lezione che si raccoglie da queste pagine è rappresentata dalla “continua evoluzione del mondo, del ciclo economico industriale e del lavoro stesso”. Il lavoro e la ripresa industriale sono due temi che vanno a braccetto e sono il perno dello sviluppo, come ricorda Silvana Tiberti, segretaria Cgil. I temi attuali e oggi più che mai propri di questa società sono “la mancanza del lavoro e la perdita di valore dello stesso”. “Ma un altro fattore importante che è andato perduto – ricorda Silvana Tiberti – e che è invece ben rappresentato da questo libro, è la narrazione. E’ uno strumento che si è perso oggi: le generazioni dei genitori hanno trascurato la narrazione con i propri figli”. Al centro di queste testimonianze non mancano poi le “battaglie sindacali” che come hanno ricordato gli stessi lavoratori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, “vedevano le tre sigle unite, compatte, mai divise. Insomma la forza dei lavoratori stessi”. Questa forza sindacale “tutta alessandrina” è servita a rimarcare quanto la città resti ancora oggi, all’interno della divisione sindacale a livello nazionale, una “roccaforte” dell’unione di Cgil, Cisl e Uil. “Questo perché qui si va oltre gli ideali, e si punta alle singole personalità che rappresentano gli interessi dei lavoratori, dei pensionati, delle fasce deboli della società”.
Un libro per conoscere il passato…in prospettiva, però, di un’attenzione a quello che sarà il futuro.