Trauma cranico: un corso al Santi Antonio e Biagio
A partire dalle 9 nel salone dell'Azienda Ospedaliera il convegno Paziente con trauma cranico: protocolli gestionali e integrazione organizzativa nellambito della rete territorio ospedali.
A partire dalle 9 nel salone dell'Azienda Ospedaliera il convegno Paziente con trauma cranico: protocolli gestionali e integrazione organizzativa nellambito della rete territorio ospedali.
Proprio per la rilevanza delle lesioni intracraniche, nel Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, a partire dalle 9 di oggi, giovedì 19 aprile, si svolgerà il convegno “Paziente con trauma cranico: protocolli gestionali e integrazione organizzativa nell’ambito della rete territorio – ospedali”.
Le caratteristiche del trauma cranico impongono tempi rapidi di soccorso (TIME IS BRAIN), corretta gestione fin dai primi minuti di assistenza e trasporto protetto nel centro di assistenza più appropriato. Il corso, dunque, ha come obiettivo approfondire tutti gli anelli della “catena” del trattamento del paziente affetto da trauma cranico, dalla prima assistenza sul luogo dell’incidente, dal primo trattamento nell’ospedale cardine fino al trattamento specialistico nell’ospedale di riferimento con neurochirurgia e neurorianimazione. Infine si approderà al grande capitolo della riabilitazione del paziente con esiti di trauma cranico. Tutto questo percorso diagnostico terapeutico non può prescindere da una rete complessa di organizzazione sul territorio e di sincronismo di azione dei vari protagonisti.
Nicoletta Vivaldi, direttore della struttura di Anestesia e rianimazione dell’Azienda Ospedaliera spiega: “I trattamenti intensivi di cui oggi disponiamo riducono, fortunatamente, il tasso di mortalità ma allo stesso tempo incrementano il numero di soggetti disabili che richiedono un continuo intervento. I sintomi di un trauma cranico possono essere lievi quando il danno cerebrale è stato circoscritto e poco esteso, in questo caso il recupero delle funzioni è un fatto per lo più certo, in assenza di eventuali complicazioni, al variare dell’intensità del trauma e dei relativi danni subiti dall’area cerebrale si può giungere a situazioni complesse dove il recupero può essere parziale, conclamando casi di inabilità temporanea, fino all’invalidità permanente riguardo la compromissione di alcune funzioni in modo irreversibile fino ai casi gravi che si concludono con la morte del paziente”.
Continua la dr.ssa Vivaldi: “Ricordiamo inoltre che in tutta questa catena si impone la cura, l’assistenza e la riabilitazione della famiglia che accompagna un paziente vittima di trauma cranico. La famiglia non perde neanche un passaggio di quel delicato iter che il paziente compie dalla rianimazione alla riabilitazione e presenta pertanto maggiori problemi emotivi rispetto al paziente poiché maggiore è la sua capacità cosciente di sofferenza”.