La crisi non risparmia neppure i giostrai: divertimento finito?
Lamentano incassi inferiori del 50 per cento rispetto allo scorso anno e più duno pensa di chiudere lattività: sempre meno biglietti venduti e costi alle stelle, a partire dallenergia elettrica. Li abbiamo incontrati per farci raccontare le loro storie
Lamentano incassi inferiori del 50 per cento rispetto allo scorso anno e più d?uno pensa di chiudere l?attività: sempre meno biglietti venduti e costi alle stelle, a partire dall?energia elettrica. Li abbiamo incontrati per farci raccontare le loro storie
La maggior parte delle famiglie di giostrai presenti con le loro attrazioni ad Alessandria vanta una storia che prosegue da molte generazioni, con concessioni datate perfino 1851, come la famosa “giostra di Bastian”. Un’epoca nella quale le strutture venivano trasportate da un posto all’altro su carri trainati da cavalli. “Qui ci conosciamo quasi tutti – ci raccontano – così come si conoscono i nostri genitori e i nostri nonni. Anche perché molti di noi fanno percorsi simili: quasi tutti arrivano da un periodo di permanenza a Casale, e dopo Alessandria si recheranno ad Asti, un trittico di città che si ripete ogni anno. Poi è facile prendere strade diverse per il resto della stagione: alcuni andranno nei luoghi di mare in Liguria, altri invece si recheranno in Toscana o in altre località del centro Italia”.
Sempre che non si prenda la decisione di vendere l’attività, possibilità che più d’uno, tra lo sconforto, confessa ormai di considerare con attenzione: “è la nostra vita – ci spiega Marco – è una cultura e non solo un lavoro. Ma bisogna pur fare i conti con la realtà. Dall’anno scorso è cambiata la gestione dell’energia elettrica per esempio: si è passati da una tariffa forfettaria all’installazione dei contatori, che ha comportato un’impennata nei costi di gestione spesso superiore agli stessi ricavi. Anche perché – gli fa eco Bluma mostrandoci un sacchetto pieno di tagliandi omaggio – ormai quasi nessuno spende più. Noi siamo costretti per incentivare le persone a distribuire tanti omaggi, ma finiamo poi per far girare le attrazioni quasi solamente per chi ha biglietti gratis”.
Ma quali sono le attrazioni preferite dagli alessandrini? “Dipende” ci racconta Livio. “Alcune giostre, come quelle per i più piccoli, registrano un gradimento piuttosto costante nel tempo, mentre altre hanno fortune più “cicliche”. E’ il caso, per esempio, delle forme di intrattenimento che prevedono la vincita di un premio. Qualche anno fa erano in crisi, poi, con il boom dei primi telefoni cellulari, hanno conosciuto una seconda giovinezza, perché tanti ambivano a vincerne uno. Ora, che il telefonino tutti ce l’hanno in tasca e nei negozi costano poche decine di euro, sono tornate a registrare una flessione”.
Per tutti l’augurio è che la seconda parte del mese sia più proficua della prima. “Ci saranno anche i fuochi d’artificio” racconta qualcuno. “Un tempo ci venivano offerti dai comuni, ora quando va bene ci consentono di dividere le spese. Ad Alessandria per esempio lo spettacolo è pagato ormai interamente da noi, ma non ci rinunciamo perché la speranza è che attiri finalmente un po’ di pubblico. A noi piace far divertire le persone, donare un sorriso ai bambini, offrire svago a ragazzi e famiglie, ma è pur sempre un lavoro e dobbiamo fare i conti con i costi della vita, come tutti. Per ora stringiamo i denti e aspettiamo che questo momento di difficoltà generale possa passare presto”.