Rogna: “sogno un Comune tecnologicamente evoluto”
La gestione delle reti esistenti, e i 40 chilometri di fibra sotterranea su cui costruire la banda larga. Il wi fi e il consiglio comunale on line. Il presidente Aspal dà libero sfogo alla propria matrice informatica, ma racconta anche il percorso triennale della partecipata di Palazzo Rosso
La gestione delle reti esistenti, e i 40 chilometri di fibra sotterranea su cui costruire la banda larga. Il wi fi e il consiglio comunale on line. Il presidente Aspal dà libero sfogo alla propria ?matrice? informatica, ma racconta anche il percorso triennale della partecipata di Palazzo Rosso
Ingegner Rogna, com’era Aspal nel 2009, quando è arrivato lei? E com’è oggi?
Io ho trovato, tre anni fa, una realtà piena di progettualità, anche se con conti “tiratissimi”, e quindi senza risorse per investimenti veri. Del resto Aspal ha una proprietà, che è il Comune di Alessandria, da cui naturalmente arrivano le indicazioni di indirizzo. E’ vero, per una serie di scelte successive, precedenti al mio arrivo, oggi l’azienda ha competenze molto variegate, forse troppo. Si va dai servizi Ict del Comune (ma non delle altre partecipate) alla gestione del comparto giovani, dalla riscossione tributi alle affissioni, dalla ristorazione per gli asili nido dalle contravvenzioni alla gestione di musei e Iat. Insomma un po’ di tutto…
Su cosa ha concentrato la sua attenzione?
Io ho una matrice informatica, e mi sono sempre occupato, prima come dipendente Telecom e poi come libero professionista, di organizzazione e gestione di reti. Ed è quel che ho cercato di fare anche qui, naturalmente nel rispetto dei ruoli con il direttore di Aspal Anna Tripodi, che ha competenze eccellenti, e una vasta esperienza. Dal canto mio nel corso del 2010 ho assunto anche il ruolo di responsabile informatico di Aspal (sostituendo una persona andata nel frattempo in pensione) e quello di amministratore di sistema delle reti del Comune di Alessandria.
Quindi tre stipendi?
No, magari. Lo stipendio è uno solo, e devo dire che, al di là del mio caso personale, in questi anni davvero abbiamo cercato di operare sempre su progetti a costo zero, sfruttando solo le risorse interne disponibili. Del resto Aspal ha al suo interno professionalità informatiche di ottimo livello, anche se non sempre valorizzate. Si è sempre fatta pochissima formazione, ad esempio, e questo è senz’altro un limite.
Curate voi la messa in onda in diretta del consiglio comunale sul web?
Certo, ma è una piccola cosa rispetto all’insieme delle attività portate avanti sul fronte informatico. Gestiamo tutti i database e le reti interne del comune, e abbiamo anche provveduto a mappare in maniera dettagliata 40 chilometri di fibra sotterranea, infrastruttura che potrebbe consentire la realizzazione della “banda larga”, mentre resta aperto anche il discorso del wi fi, ossia Internet ad accesso libero in molti punti della città. Naturalmente abbiamo necessariamente suddiviso, nel lavoro di questi anni, il livello dell’assistenza e della manutenzione sull’esistente, da quello dei possibili nuovi progetti, per i quali sarebbero necessarie risorse che, come noto, scarseggiano.
Ma quanti sono i dipendenti di Aspal?
Circa 130, con professionalità e percorsi molto difformi, è innegabile. Del resto sono molto diverse tra loro le funzioni che sono state assegnate all’azienda, e qualsiasi processo di riorganizzazione deve partire da input della proprietà, ossia di Palazzo Rosso. Io posso dirle che, davvero, ho visto in questi anni persone cucinare, con due patate e tre carote, una cena sempre più che dignitosa, e a volte ottima. Il che va, credo, a merito dei lavoratori Aspal.
Di Aspal si parla poco, tutto sommato. Non siete nell’occhio del ciclone, come altre partecipate. I conti sono in ordine?
Siamo certamente una società low profile, il che dipende un po’ anche dal tipo di attività svolte, e un po’ dal fatto che da noi non ci sono situazioni di particolare tensione. Gli stipendi sono sempre stati pagati regolarmente, e i conti non presentano ragioni di allarme. Il che naturalmente non significa che non si potrebbe fare di più, e meglio. A me, ad esempio, piacerebbe poter ragionare su una gestione unitaria ed evoluta dell’intera filiera Ict del “sistema Comune”, partecipate comprese. Poter contare su un unico centro gestionale certamente consentirebbe di poter ragionare in termini di economia di scala sia sul fronte degli investimenti e delle spese, sia su quello dei nuovi progetti. Ma è solo una mia valutazione naturalmente. Per ora il mio compito rimane quello di portare a termine il triennio come presidente Aspal. Poi vedremo.