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Fondo Ferrero: tante versioni, nessuna certezza
Lo Spresal non ci sta allo "scaricabarile" e precisa che è stato smaltito solo quando inserito nel censimento dei materiali "per i quali era previsto il riutilizzo dopo la bonifica" stilato ad opera di Tra. Ora la Soprintendenza chiede l'elenco completo dei libri prima e dopo la bonifica e in Regione è stata presentata un'interrogazione. Per la Mancuso "il fondo c'è ancora"
Lo Spresal non ci sta allo "scaricabarile" e precisa che è stato smaltito solo quando inserito nel censimento dei materiali "per i quali era previsto il riutilizzo dopo la bonifica" stilato ad opera di Tra. Ora la Soprintendenza chiede l'elenco completo dei libri prima e dopo la bonifica e in Regione è stata presentata un'interrogazione. Per la Mancuso "il fondo c'è ancora"
Non è ancora del tutto chiara la vicenda dello smaltimento di parte del Fondo Ferrero, i libri donati al Teatro comunale da parte della famiglia di Adelio Ferrero ed archiviati negli uffici del Tra (nella foto uno degli uffici dopo i lavori). Lo Spresal, il servizio dell’Asl per la sicurezza negli ambienti di lavoro che autorizza la bonifica, risponde all’amministrazione che indicava nell’organismo di controllo il responsabile dello smaltimento dei materiali contaminati da amianto. Da Spresal arriva però una precisazione: “Nell’approvare il piano di bonifica erano state impartite alcune prescrizioni, tra le quali quella di effettuare, da parte del Tra, un censimento relativo ai materiali e alle attrezzature, collocate all’interno dei locali, per i quali era previsto il riutilizzo dopo la bonifica. Questo per far sì che lo Spresal potesse entrare nel merito delle modalità di bonifica dei materiali e delle attrezzature, ma soprattutto ne definisse le modalità di fuoriuscita. La Switch 1988 e la Direzione dei lavori assicuravano che il censimento sarebbe stato svolto da parte di rappresentanze del Tra”.
Come dire: se quei libri sono stati portati in discarica, è stato fatto perchè erano inseriti nell’elenco del materiale che non serviva più. Spresal, quindi, per voce del responsabile Marina Ruvolo, rimanda al mittente le responsabilità.
Non viene ancora chiarito, però, se i volumi che trattavano di cinematografia erano nell’elenco e sono stati quindi smaltiti.
La direttrice Elvira Mancuso (a destra nella foto di uno dei sopralluoghi in teatro), a domanda diretta, dice di non volersi esprimere, ma poi aggiunge: “il fondo c’è ancora”. Sarà probabilmente la Sovrintendenza dei Beni librari a chiarirlo in via definitiva in quanto avrebbe chiesto alla direzione, proprio in questi giorni, l’inventario completo dei libri dopo la bonifica che sarà confrontato con quello già a loro disposizione precedente ai lavori di bonifica.
Prova a dare un contributo alla risoluzione del giallo anche Franco Ferrari, ex direttore del teatro: “fino a quando ho ricoperto l’incarico di direttore, il patrimonio librario era disposto in due diversi luoghi: una parte del fondo Ferrero, quello inerente agli argomenti teatrali, era disposto insieme al Fondo Guazzotti e a quello acquisito dalla compagnia I Pochi, al secondo piano degli uffici, nell’ala sul lato dei giardini. Personalmente ho sistemato i volumi negli scaffali. La parte del Fondo Ferrero inerente ad argomenti di cinematografia era invece negli uffici che danno su via Savona. Si trattava di circa 1500 pezzi. Ora, le foto mostrate da giornali vicini all’amministrazione comunale sono relative alla prima collezione, quella custodita negli uffici che danno sui giardini”.
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale del Pd Rocchino Muliere che ha presentato un’interrogazione, invitando la giunta di Roberto Cota ad “occuparsi della vicenda”.
“Mentre procede la bonifica del Teatro Regionale di Alessandria chiuso dall’ottobre del 2010 per la dispersione di amianto”, spiega Muliere, “si apprende la notizia che buona parte dell’archivio storico del fondo Ferrero, lì conservato, sarebbe stato smaltito perché definito non bonificabile in quanto carta e stoffa tratterrebbero le fibre di amianto”.
“Sono giustificazioni insufficienti; il recupero del fondo era possibile, i libri non erano contaminati da scorie radioattive, non si può distruggere un patrimonio storico con tanta superficialità. Inoltre”, aggiunge Muliere, “quel materiale in quanto frutto di un lascito ad un ente pubblico è automaticamente sottoposto a tutela ope legis, per cui la Fondazione del Teatro Regionale di Alessandria avrebbe dovuto consultare la Soprintendenza per i Beni archivistici del Piemonte per l’autorizzazione alla distruzione”.
“C’è anche una forte preoccupazione per le sorti del Fondo Guazzotti, uno dei creatori dell’Azienda teatrale alessandrina, per le pubblicazioni di interesse storico e culturale donate dalla sua famiglia al Teatro, materiale che non fu mai fruibile per carenza di spazi adeguati e che avrebbe dovuto trovare una collocazione al Piccolo Teatro di Milano, ma che pare sia andato perso”.
Come dire: se quei libri sono stati portati in discarica, è stato fatto perchè erano inseriti nell’elenco del materiale che non serviva più. Spresal, quindi, per voce del responsabile Marina Ruvolo, rimanda al mittente le responsabilità.
Non viene ancora chiarito, però, se i volumi che trattavano di cinematografia erano nell’elenco e sono stati quindi smaltiti.
La direttrice Elvira Mancuso (a destra nella foto di uno dei sopralluoghi in teatro), a domanda diretta, dice di non volersi esprimere, ma poi aggiunge: “il fondo c’è ancora”. Sarà probabilmente la Sovrintendenza dei Beni librari a chiarirlo in via definitiva in quanto avrebbe chiesto alla direzione, proprio in questi giorni, l’inventario completo dei libri dopo la bonifica che sarà confrontato con quello già a loro disposizione precedente ai lavori di bonifica.
Prova a dare un contributo alla risoluzione del giallo anche Franco Ferrari, ex direttore del teatro: “fino a quando ho ricoperto l’incarico di direttore, il patrimonio librario era disposto in due diversi luoghi: una parte del fondo Ferrero, quello inerente agli argomenti teatrali, era disposto insieme al Fondo Guazzotti e a quello acquisito dalla compagnia I Pochi, al secondo piano degli uffici, nell’ala sul lato dei giardini. Personalmente ho sistemato i volumi negli scaffali. La parte del Fondo Ferrero inerente ad argomenti di cinematografia era invece negli uffici che danno su via Savona. Si trattava di circa 1500 pezzi. Ora, le foto mostrate da giornali vicini all’amministrazione comunale sono relative alla prima collezione, quella custodita negli uffici che danno sui giardini”.
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale del Pd Rocchino Muliere che ha presentato un’interrogazione, invitando la giunta di Roberto Cota ad “occuparsi della vicenda”.
“Mentre procede la bonifica del Teatro Regionale di Alessandria chiuso dall’ottobre del 2010 per la dispersione di amianto”, spiega Muliere, “si apprende la notizia che buona parte dell’archivio storico del fondo Ferrero, lì conservato, sarebbe stato smaltito perché definito non bonificabile in quanto carta e stoffa tratterrebbero le fibre di amianto”.
“Sono giustificazioni insufficienti; il recupero del fondo era possibile, i libri non erano contaminati da scorie radioattive, non si può distruggere un patrimonio storico con tanta superficialità. Inoltre”, aggiunge Muliere, “quel materiale in quanto frutto di un lascito ad un ente pubblico è automaticamente sottoposto a tutela ope legis, per cui la Fondazione del Teatro Regionale di Alessandria avrebbe dovuto consultare la Soprintendenza per i Beni archivistici del Piemonte per l’autorizzazione alla distruzione”.
“C’è anche una forte preoccupazione per le sorti del Fondo Guazzotti, uno dei creatori dell’Azienda teatrale alessandrina, per le pubblicazioni di interesse storico e culturale donate dalla sua famiglia al Teatro, materiale che non fu mai fruibile per carenza di spazi adeguati e che avrebbe dovuto trovare una collocazione al Piccolo Teatro di Milano, ma che pare sia andato perso”.