L’esercito dei candidati: passione civica o todos caballeros?
Entro martedì alle 12 saranno presentate allufficio elettorale di Palazzo Rosso le candidature degli aspiranti sindaci e delle numerose liste di appoggio. Poi per un mese via libera a banchetti, manifesti e volantini. Mentre gli alessandrini osservano, più scettici che entusiasti
Entro martedì alle 12 saranno presentate all?ufficio elettorale di Palazzo Rosso le candidature degli aspiranti sindaci e delle numerose liste di appoggio. Poi per un mese via libera a banchetti, manifesti e volantini. Mentre gli alessandrini osservano, più scettici che entusiasti
Scorrendo le liste già note sui media, e altre che circolano informalmente e saranno rese pubbliche in queste ore, l’impressione è che nell’esercito di candidati, accanto alla pattuglia dei soliti noti e a qualche “cavallo di ritorno”, i volti nuovi, e spesso sconosciuti, siano tantissimi. Siamo di fronte ad un segnale di reale rinnovamento dal basso della politica locale, o si tratta quasi sempre di riempi-lista, ossia di prestanome che, per le ragioni più diverse, hanno acconsentito a comparire negli elenchi, ma sono i primi a mettere le mani avanti, e mai e poi mai vorrebbero essere eletti in consiglio comunale?
L’impressione è che le due tendenze si sovrappongano. So, per conoscenza diretta, che ci sono candidati sindaco (anche di primo livello) che hanno inserito in lista persone conosciute pochi giorni prima, e presentate da amici o amici di amici. Il che naturalmente non è un reato, ma certamente rappresenta un segnale di difficoltà a completare gli elenchi. D’altro canto non mancano gli alessandrini davvero motivati, giovani e non solo, che hanno deciso di provare a dare il loro contributo positivo e propositivo, e che si apprestano a vivere la prima campagna elettorale da protagonisti.
E gli elettori? Questa primavera coloratissima di manifesti con volti sorridenti, slogan e promesse, li sta coinvolgendo davvero? Oppure prevale il connaturato scetticismo mandrogno, oggi più che mai giustificato, peraltro? “Guarda, ho provato ad entrare in un paio di bar tra i più frequentati, per presentarmi e lasciare i miei “santini”. Ma appena capiscono che sei un candidato, ti invitano ad uscire, neanche stessi facendo l’elemosina”. Il racconto, di una persona seria e perbene, risale a un paio di settimane fa, ed è forse emblematico.
Del resto qualcuno potrebbe parlare di legittima difesa, con sedici candidati sindaco che si materializzano ovunque, a volte neppure invitati, e spesso inadeguati rispetto al tema che si sta affrontando. Poi c’è Corso Roma il sabato pomeriggio, “la sagra delle sagre della politica”, come ha già detto qualcuno. Un’apoteosi di banchetti, volantini, bandiere, manifesti. In cui il rischio dell’effetto “boomerang” è dietro l’angolo. Come certifica con una certa amarezza un amministratore di lungo corso di questa città, che l’altro giorno sorridendo con amarezza ci ha dichiarato: “mica serve più studiare i dati, analizzare i problemi e le carte: per fare politica bisogna fare la sfilata in Corso, e spararla grossa su qualsiasi argomento”. Sensazione diffusa, purtroppo.
Qualcuno allora avvisi l’esercito della salvezza alessandrino: i 32 consiglieri comunali eletti a maggio non saranno lì per giocare, o lanciare generici proclami. Dovranno fronteggiare una situazione di emergenza, e mostrare di conoscere le dinamiche, i regolamenti, le procedure e soprattutto le responsabilità legate al ruolo. O comunque essere pronti a studiare per apprenderle rapidamente. Affinché non ci tocchi più sentirci dire: “noi c’eravamo, ma non sapevamo”.